Unict, Spinella: “Priorità alla realizzazione dei progetti Pnrr” - QdS

Unict, Spinella: “Priorità alla realizzazione dei progetti Pnrr”

Melania Tanteri

Unict, Spinella: “Priorità alla realizzazione dei progetti Pnrr”

giovedì 21 Dicembre 2023

Intervista al nuovo direttore generale dell’Università di Catania, Corrado Spinella: “L’Ateneo collabora già con diversi enti del territorio, credo ci sia la possibilità di intervenire con ulteriori azioni progettuali”

CATANIA – Un’esperienza pluriennale in enti di ricerca, un legame antico e stretto con il Magnifico Rettore, di cui era compagno di liceo e collega all’università, e una grande voglia di “lasciare il segno”. Abbiamo chiacchierato con Corrado Spinella, dal primo dicembre di quest’anno direttore generale dell’Università di Catania, per capire quale impronta imprimerà all’Ateneo per i prossimi tre anni, e quali saranno le caratteristiche della sua azione da dirigente di un ente così complesso. Un aspetto che il nuovo direttore non teme affatto, avendo, tra le altre cose, diretto a lungo il Dipartimento Cnr presso la struttura centrale dell’Ente a Roma e coordinando l’attività di 12 Istituti di ricerca e 55 sedi secondarie.

L’importanza dell’Ateneo per la città di Catania

“Si tratta di una struttura di una certa dimensione, e in cui la complessità è legata alle molteplici attività che, in questo caso l’Ateneo dell’importanza di quello di Catania svolge nell’interesse dello sviluppo del territorio – afferma. Sono tanti i settori investiti in termini di impatto dalle attività che si sviluppano presso l’università Catania – spiega: non si tratta solo di formazione; ci sono ricadute in tanti comparti dell’economia del territorio”. Quindi, non sono cultura ma anche sviluppo economico. “Questa complessità, che si arricchisce ovviamente anche delle caratteristiche pluridisciplinari dell’attività di un ateneo -sono tanti i settori scientifici interessati – mi è familiare perché la mia esperienza nel Cnr, per diversi aspetti, sotto questo profilo è abbastanza analoga”.

Necessario stabile delle priorità

Un sistema complesso, dunque, che proprio per questo ha bisogno che vengano stabilite delle priorità, alcune delle quali gestite proprio dal direttore generale. “Un settore nel quale può intervenire l’amministratore centrale rappresentata dal direttore generale – prosegue Spinella – è certamente il profilo organizzativo, che deve essere approntato alla massima efficienza dei processi che sono alla base dello sviluppo delle varie attività. In questo senso, un obiettivo importante è quello di realizzare nei tempi previsti i molti progetti del Pnrr che impegnano l’Ateneo con risorse importanti. Oltre i 100 milioni di euro”.

Il Pnrr un’occasione da non perdere

Un’occasione da non perdere, non solo per l’importanza dei progetti finanziati, alcuni dei quali vedono Catania capofila delle università siciliane, ma anche per le ricadute sul territorio e sullo stesso Ateneo, aspetto quest’ultimo su cui Spinella punta in particolare. “L’obiettivo è duplice, spiega ancora: “Il primo è rispettare la tempistica stringente; il secondo è fare un modo che gli interventi che noi realizzeremo attraverso il Pnrr producano effetti stabili, che vanno al di là del semplice compimento nelle operazioni legate al progetto. Il Pnrr è nato per produrre effetti a lungo termine che abbiano ricadute e abbiano effetti stabili nel tempo. Questa è una delle missioni che sento con grande responsabilità”.

Numerosi i progetti in campo

“Ce ne sono diversi – continua il dg: uno, ad esempio, riguarda l’ecosistema per l’innovazione. Il progetto si chiama Samothrace, è coordinato dall’Ateneo di Catania e coinvolge diversi dipartimenti. Un ecosistema regionale molti ampio che coinvolge enti di ricerca, gli atenei dell’isola e le imprese e di cui noi coordiniamo l’azione rivolta allo sviluppo del territorio nel campo delle micro e nano tecnologie. Che è un po’ la caratteristica peculiare dell’innovazione scientifica nel nostro territorio”.

Spinella parla di progetti che abbiano effetti duraturi nel tempo in termini di sviluppo. “Per esempio – continua – ci aspettiamo, e sta succedendo, un incremento delle risorse umane nel campo dell’alta formazione e della competenza tecnico scientifica. Significa che stiamo formando la classe dirigente che accompagnerà lo sviluppo del territorio nell’immediato futuro e stabilmente nel tempo”.

Gli interventi strutturali

Non solo risorse umane ma anche interventi infrastrutturali, “sempre orientati alla ricerca e alla formazione – sottolinea – e che, una volta realizzati, siano non solo sostenibili ma che possano a loro volta produrre ulteriori occasioni di sviluppo”. Che faranno crescere l’Ateneo di Catania, già oggetto di una serie di attenzioni, soprattutto da parte della Regione, che ha destinato all’Università etnea parte del patrimonio ospedaliero dismesso.

“Ho trovato molto positivo il piano che è stato avviato da chi mi ha preceduto proprio in relazione a questi investimenti sulla parte di espansione immobiliare dell’Ateneo – commenta Spinella -. C’è ovviamente un’esigenza legata al Pnrr che ci sta facendo crescere sul fronte delle risorse umane e delle attività correlate, per cui è ovvio che c’è necessità di acquisire spazio. Ma questo fa parte degli effetti di lunga ricaduta associate alle azioni del finanziamento. È chiaro che l’Ateneo deve intraprendere questa politica di espansione infrastrutturale e sotto questo profilo voglio operare in continuità con chi mi ha preceduto. Al tempo stesso, mi pongo anche traguardi di ulteriore sviluppo”.

Corrado Spinella, che torna per la prima volta da dirigente nel luogo dove si è formato, si è dato un ulteriore obiettivo. “La sfida per me è chiudere le operazioni di cui abbiamo parlato, nell’orizzonte temporale dato dal mio mandato – dice. Questo è un obiettivo prioritario”. Ma ce ne sono anche altri. “Quel che vorrei – aggiunge – è mettere a sistema le attività, sulla base della mia precedente esperienza. L’Ateneo di Catania ha un’apertura notevole in termine di sinergia e collaborazione con altri enti nel territorio e quindi, partendo dalla mia esperienza, credo che ci sia la possibilità di intervenire con ulteriori azioni progettuali che mettano in risalto questo aspetto, questa capacità di guidare operazioni che vedano coinvolti più enti e su diverse discipline. Nel comparto microelettronica, ad esempio, ma anche nel settore delle energie rinnovabili. L’obiettivo è esaltare questa peculiarità dell’ecosistema catanese”.

Operazioni da portare a termine sotto l’impulso “politico” del rettore, al quale lo lega anche una lunga amicizia. “Il direttore generale è il braccio operativo di una politica di intervento che è sotto la guida del suo principale artefice che è il rettore – sottolinea – che ha fatto sì che l’Università di Catania non solo abbia recuperato rispetto all’immediato passato, ma abbia molta visibilità. C’è piena sintonia con il rettore Priolo, sia perché ci conosciamo bene, sia perché nella nostra crescita abbiamo condiviso il modo di vedere la ricerca, l’alta formazione e lo sviluppo del territorio”.

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