Borse di studio, ospitalità a rifugiati, volontariato educativo e un locale concesso alla comunità di Sant’Egidio per il sostegno a cittadini in difficoltà
Un ateneo sempre più inclusivo e solidale, presente nel territorio in cui è inserito, attento alle esigenze della città e ai bisogni straordinari e pressanti che derivano da particolari emergenze sanitarie, economiche o da crisi geopolitiche come quelle che stiamo vivendo. L’Università di Catania mette in campo una serie di iniziative orientate all’inclusione sociale e al contrasto delle varie povertà, così come previsto dal Piano strategico quinquennale, agendo su diversi livelli.
Due borse di studio per studenti di Camerun, Niger, Nigeria
Attraverso l’adesione al progetto UNICORE – University Corridors for Regugees, ad esempio, promosso da UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Caritas, Diaconia Valdese e Centro Astalli, Unict metterà a disposizione due borse di studio da destinare a uno studente e una studentessa in possesso di laurea triennale residenti in Camerun, Niger e Nigeria, che potranno immatricolarsi a uno dei corsi di Laurea Magistrale in lingua inglese previsti dall’offerta formativa. Il progetto, giunto alla quarta edizione, consente infatti a giovani rifugiati nei territori africani, spesso impossibilitati a continuare gli studi nel Paese in cui hanno trovato protezione, di ottenere visti per motivi di studio in Paesi terzi.
Un locale in comodato d’uso alla Comunità di Sant’Egidio
Sempre in nome della responsabilità sociale, come afferma il rettore Francesco Priolo, “l’Università di Catania” intende essere ‘vicina a tutti’. In questa logica di sussidiarietà e di dialogo istituzionale si inserisce la concessione in comodato d’uso annuale di un locale di proprietà dell’Ateneo alla Comunità di Sant’Egidio, che lo utilizzerà come punto di distribuzione di alimenti a persone indigenti e per altre attività di volontariato a beneficio di una popolazione che insiste nell’area a ridosso dei quartieri Civita e San Berillo.
“Ringraziamo l’ateneo per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la nostra richiesta – hanno detto Emiliano Abramo e Walter Cerreti, in rappresentanza della Comunità di Sant’Egidio, inaugurando questa mattina i locali di via di Sangiuliano 48 -. Grazie a questo nuovo spazio, che ha una collocazione strategica in centro storico, potremo anche rispondere alle imminenti necessità dei profughi dall’Ucraina che arriveranno presto a nella nostra città, ma contiamo anche di poter svolgere delle attività a servizio dei catanesi che si ritrovano in condizioni di fragilità, specie dopo la pandemia, e di tutti quei ‘nuovi europei’ che potranno trovare accoglienza e sostegno”. Alla cerimonia di consegna erano presenti anche il direttore generale dell’Ateneo Giovanni La Via e l’imam della moschea della Misericordia Kheit Abdelhafid, presidente della Comunità islamica di Sicilia.
Stostegno a ricercatori e studenti ucraini
E nella stessa direzione di solidarietà si inserisce l’iniziativa del CoEHAR a sostegno dei ricercatori e studenti ucraini in fuga dal loro Paese. In attesa di imminenti azioni coordinate a livello nazionale per tutti gli atenei, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania, aderendo alla piattaforma #scienceforukraine, si è detto disponibile a ospitare nei propri laboratori per tre o sei mesi due professori o ricercatori provenienti da Università o istituti di ricerca ucraini e studenti o dottorandi universitari anche per un anno. Numerose sono le richieste già pervenute: grazie alla collaborazione di diverse organizzazioni coinvolte, il Centro coprirà le spese di viaggio e di alloggio e darà ai ricercatori la possibilità di continuare a lavorare insieme ai colleghi del mondo accademico.
Volontari per l’educazione
Infine, è ancora aperta la ‘call’ rivolta a tutti gli studenti dell’Università di Catania per partecipare al progetto “Volontari per l’educazione”, un servizio di sostegno allo studio promosso da Save The Children per contrastare la dispersione scolastica nata a seguito della diffusione del Covid-19, una delle più gravi conseguenze della pandemia per il futuro delle nuove generazioni. “Confidiamo molto nel coinvolgimento dei nostri studenti e delle nostre studentesse – osserva il rettore -, l’anno scorso cinquanta di loro hanno supportato nello studio on line centinaia di bambini e adolescenti in tutta Italia che hanno incontrato difficoltà di vario tipo con la Dad. Siamo sicuri che anche quest’anno in molti di loro ci renderanno orgogliosi scegliendo nuovamente questa attività, che fa leva sulla volontà di partecipazione attiva alla vita di una comunità che non può essere soltanto votata alla formazione, ma dev’essere intesa come crescita a tutto tondo, anche sul piano della pratica della solidarietà e della difesa dei diritti civili”.
L’iniziativa, che è sostenuta dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, consiste nella creazione di una community nazionale di volontari, composta da studenti universitari che, con il supporto di educatori professionali, si dedicherà all’accompagnamento allo studio online di bambini e adolescenti tra i 9 e i 17 anni, aiutandoli a migliorare gli apprendimenti e la partecipazione scolastica e rafforzando le loro competenze di base e la motivazione ad apprendere. Referente del progetto per Unict è la professoressa Roberta Piazza, presidente del corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Nella foto da sinistra: Emiliano Abramo, il rettore Francesco Priolo, Walter Cerreti, il dg Giovanni La Via e alcuni giovani volontari della Comunità di Sant’Egidio