Vacanze “infinite”? Paga la Giunta Musumeci. Con SeeSicily rischio di boomerang economico - QdS

Vacanze “infinite”? Paga la Giunta Musumeci. Con SeeSicily rischio di boomerang economico

redazione

Vacanze “infinite”? Paga la Giunta Musumeci. Con SeeSicily rischio di boomerang economico

Roberto Greco  |
mercoledì 08 Maggio 2024

Riflettori della Corte dei Conti sulla campagna di promozione turistica del precedente Governo regionale a sostegno del SeeSicily

PALERMO – “Benvenuti nella terra dove la vacanza non finisce mai”. Era questo lo slogan di SeeSicily, cui andrebbe aggiunto “tanto paga Pantalone”. Si tratta di un sistema basato su voucher, messo a punto dalla Regione Siciliana, con l’obiettivo di incentivare il turismo in Sicilia dopo il lungo periodo pandemico che, di fatto, ha penalizzato due stagioni turistiche.

Con SeeSicily su 6 notti di vacanza, la Regione siciliana ne pagava 2

La Regione Siciliana aveva stanziato un fondo da 75 milioni di euro con cui acquistò servizi dai principali operatori della filiera turistica dell’Isola: pernottamenti, escursioni, tour guidati, immersioni, ingressi ai musei, voli, trasporti navali e tanto altro. Per ogni soggiorno di tre notti, una veniva regalata e la convenienza aumentava se il soggiorno si prolungava, per cui, su 6 notti di vacanza, la Regione ne pagava 2. Gli incentivi hanno riguardato anche altri settori come Musei, escursioni, tour guidati di mezza giornata, immersioni subacquee, escursioni nei siti Unesco e le principali attrazioni siciliane. Inoltre, SeeSicily regalava anche uno sconto del 50% sul costo del biglietto di tutti i voli nazionali, europei e intercontinentali o di traghetti, navi e aliscafi per la Sicilia e le isole minori, mezzi di trasporto fondamentali per la scoperta del territorio.

In realtà, ben presto, SeeSicily da “intervento destinato all’acquisto anticipato di servizi turistici” è diventato prevalentemente un intervento di campagna promozionale e, in alcuni casi, elettorale. Sui 75 milioni stanziati dalla Regione ad aprile 2020 nella cosiddetta “finanziaria di guerra” anti-Covid, appena l’1,16% era andato alla misura principale dei voucher per i pernottamenti nell’Isola, con un investimento sulla comunicazione “rimodulato” dall’allora Governo regionale di Nello Musumeci, con tre delibere diverse. Nell’anno contabile 2021-2022, alla vigilia delle elezioni politiche e regionali, furono stanziati circa 7 milioni di euro, di cui poco più di 4 per generici “interventi di promozione dell’intervento SeeSicily”, un fiume di denaro per iniziative legate alla comunicazione. Più in generale, risulta che nel secondo semestre del 2022 – si è votato il 25 settembre – l’assessorato al Turismo abbia dirottato 3,4 milioni per una campagna outdoor in stazioni ferroviarie, aeroporti, metropolitane oltre che sulle emittenti tv nazionali. Al tempo, alla guida dell’assessorato al Turismo, c’era Manlio Messina, oggi alla Camera in quota FdI.

Nel corso dell’anno contabile 2022-2023, sulla scorta dell’ultimo quadro economico aggiornato, la spesa per la comunicazione ha subito un’impennata diventando pari a 12,7 milioni. Nel novero di questo imponente pacchetto economico, 1,7 milioni hanno alimentato una campagna pubblicitaria “a sostegno del SeeSicily del brand ‘Sicilia’ attraverso grandi eventi a titolarità regionale a carattere turistico-culturale”.

Ma le cose non sono andate per il verso giusto o, perlomeno, non come la Regione Siciliana si aspettava perché la Procura della sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana della Corte dei conti, diretta da Pino Zingale, ha aperto un fascicolo sul buco in bilancio di oltre 10 milioni di euro che sarebbe stato provocato da SeeSicily. I dieci milioni rappresentano il totale delle spese “rettificate”, e dunque “non ammissibili”, su 33,5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Ue non riconoscerà alla Regione. Significa che a fronte della mancata copertura da parte dell’Europa, anche perché il programma era sostenuto dai Fesr (Fondi europei per lo sviluppo regionale, nda) la Regione dovrà sborsarli di tasca propria anche se, in realtà, l’ha già fatto, anticipando il valore della cifra per pagare i voucher agli albergatori e alle agenzie di viaggio per cui, adesso, è costretta a iscrivere la somma in bilancio, producendo un debito.

Effetti nefasti di SeeSicily

Effetti nefasti di SeeSicily, dunque, non tanto e non solo per il buco prodotto, quanto per le presunte leggerezze riportate a galla dall’Autorità di Audit regionale cui si è rivolta la Direzione Regioni della Commissione europea per appianare le divergenze, su proposta del direttore della Programmazione, Vincenzo Falgares.

La “corretta quantificazione delle rettifiche finanziarie”, recita l’Audit, “ammonta a 8,2 milioni” che, tradotto in soldoni, significa che la Regione perde innanzitutto i soldi già pagati ad albergatori, agenzie di viaggio e tour operator. Si tratta di una cifra di quasi 4 milioni di euro dei voucher non fruiti che risultano essere 60 mila sugli oltre 100 mila pagati per i pernottamenti, cui si aggiunge una rettifica lineare del 10% pari a circa 314 mila euro sui buoni usati dai turisti. Analogo meccanismo per le escursioni e i servizi accessori per i quali è stata dichiarata una spesa inammissibile di 3,2 milioni di spesa, di cui più di 3 milioni corrispondono ai voucher non fruiti e 186 mila euro al taglio del 10% sui servizi effettivamente svolti. Ovviamente l’imputazione riguarda anche 2,5 milioni destinati a servizi di comunicazione e promozione.

Non ha funzionato il meccanismo

Cosa sembra non aver funzionato? Innanzitutto il meccanismo utilizzato. La Regione ha pagato albergatori e tour operator per mettere i servizi a disposizione dei turisti ma, quando in seguito ha tentato di rientrare delle somme relative alle stanze e ai tour prenotati ma non usati, non c’è riuscita perché gli albergatori hanno opposto il principio in base al quale stanze e servizi prenotati sono rimasti a disposizione dell’Amministrazione, anche se non utilizzati. Bruxelles non ha però accettato questa voce e ha deciso di non pagare i servizi non fruiti perché, in realtà, la Regione non avrebbe potuto riservare le stanze, in quanto si trattava di voucher, ma l’ha fatto lo stesso, non considerando e rischiando che quelle stesse stanze prenotate rimanessero poi inutilizzate. Infine, come spesso accade, la Regione Siciliana non ha messo in atto nessun sistema di controllo che, in progress, monitorasse il livello di utilizzo di quelli che, in gergo tecnico, sono definiti “pernottamenti vuoto per pieno”.

Glorioso (Fiavet Sicilia): “Si trattava di servizi non rimborsabili”

Il presidente della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo chiarisce al QdS la posizione della propria categoria sulla questione

Gianluca Glorioso, presidente della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo

Per illustrare la posizione delle agenzie di viaggio nella vicenda SeeSicily, interviene al QdS Gianluca Glorioso, operatore del comparto turistico e presidente di Fiavet Sicilia, la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo.

Presidente, ci vuole raccontare la vostra esperienza con il progetto SeeSicily?
“Il periodo in cui è stata resa disponibile questa misura è quello del periodo pandemico, quando tutte le aziende del comparto turistico si sono trovate all’improvviso senza risorse economiche in entrata. L’assessorato al Turismo, che ricordo è ‘senza portafoglio’ in quanto i fondi a sua disposizione sono esclusivamente quelli relativi alla promozione turistica e non destinati direttamente alle aziende, ha dato vita a questo bando SeeSicily per la ripresa del settore con un aiuto diretto alle imprese al fine di permettergli di ricominciare a operare. In realtà il nostro settore, nello specifico quello delle agenzie di viaggio, lavora con una programmazione annuale o biennale, perché gli operatori che inviano clienti, quindi turisti, in Sicilia, lavorano con un approccio strategico a lungo termine, con le necessarie operazioni di marketing. Al di là dei cosiddetti viaggi fai da te, le agenzie viaggi sono le uniche che possono predisporre pacchetti turistici integrati che non prevedono il solo soggiorno, ma anche tutte le attività turistico-culturali legate al viaggio. Alle agenzie viaggi, nell’ambito del SeeSicily, è stato chiesto di predisporre pacchetti turistici per i quali l’assessorato ha anticipato la copertura economica, con il cosiddetto vuoto-pieno. I pacchetti, per usufruire del contributo previsto, dovevano essere per più notti, nello specifico a multipli di tre perché, oltre alle escursioni era previsto il pernottamento. Nel 2023, come è normale nel nostro comparto, a chiusura del progetto, si è riscontrato sia il venduto sia l’invenduto”.

Com’è stato regolato l’accesso al bando delle imprese?
“Mi sento di dire che è stato fatto con tutti i crismi, tanto che, come associazione, abbiamo supportato le nostre aziende per la presentazione della documentazione necessaria per accedere al bando”.

Forse sarebbe stato opportuno l’intervento dell’assessorato alle Attività produttive, com’è successo per altri comparti…
“Questa è una scelta su cui non abbiamo potuto incidere”.

C’è stata un’operazione di monitoraggio da parte dell’assessorato?
“Sì, sia nei confronti delle agenzie viaggi sia nei confronti delle strutture alberghiere ma, trattandosi di un acquisto ‘vuoto per pieno’ quindi non rimborsabile, il dato raccolto riguardava l’andamento del progetto, non a titolo di rendicontazione che prevedesse una restituzione dell’invenduto”.

È evidente, però, che il comparto ha ricevuto più denaro di quanto corrispondeva al venduto reale. C’è la possibilità che la Regione Siciliana chieda la restituzione di tali somme?
“In effetti chi non ha venduto escursioni o soggiorni ha incassato comunque, ma nel bando non era indicato che, qualora i servizi non fossero stati venduti, avrebbero dovuto essere restituiti e ritengo che non sia una strada percorribile in quanto si trattava di servizi non rimborsabili”.

A suo giudizio, una misura equivalente al SeeSicily, ovviamente con i dovuti aggiustamenti, potrebbe essere utile al comparto o serve altro per quel concetto di destagionalizzazione che sembra tanto caro al Governo regionale?
“A mio avviso no. Grazie a quanto abbiamo in Sicilia non è l’offerta che può muovere la situazione”.

Cosa serve, allora?
“Una migliore programmazione, il rinnovamento delle strutture e l’ampliamento dei posti letto, la rete viaria, il potenziamento dei mezzi pubblici, ossia tutto ciò che costruisce il corollario che permette a chi vive di programmazione di poter creare un’offerta turistica adeguata. Ritengo inoltre che anche la generazione di eventi importanti, anche di tipo congressuale, di turismo sportivo o religioso siano fondamentali per far sì che le strutture che sono aperte tutto l’anno possano bilanciare i prezzi dell’alta stagione con quelli della parte restante dell’anno, permettendo così alla Sicilia di diventare maggiormente appetibile e competitiva nei confronti di altre nazioni o regioni che invece hanno un flusso turistico importante in tutti i periodi dell’anno”.

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