Schifani boccia l’operato del commissario Dell’Acqua e annuncia nota della Presidenza. Accolta mozione per mini dissalatori per tamponare la carenza d’acqua ad uso domestico.
Se sulle sedute in Sala d’Ercole una certezza c’è, è che quando Renato Schifani partecipa ai lavori d’aula il confronto è più produttivo. Per l’ultimo atto della variazione di bilancio erano inoltre presenti gli assessori Aricò, Dagnino, Di Mauro e Tamajo. In pratica i vertici di Palazzo d’Orleans. Senza intermediazioni quindi, con maggiore rispetto istituzionale anche dagli scranni delle opposizioni, lo scambio tra il parlamento siciliano ed il governo ha prodotto perfino gli applausi dell’aula all’indirizzo del presidente della Regione Siciliana. Il caso riguarda l’intervento dell’onorevole Angelo Cambiano sui “mini dissalatori”, con ineludibile riferimento alla cogente crisi idrica in Sicilia ed in alcuni territori in particolar modo. La manovra quater infatti, oltre a dover liberare il campo dell’Ars dopo varie difficoltà in vista di altri impegni per il parlamento, è cruciale per fronteggiare la crisi idrica e climatica in atto. Raramente una manovra correttiva ha avuto tale onere.
La manovra dell’emergenza di tutte le emergenze
La necessità di non appesantire il disegno di legge con contributi a pioggia è stata in buona parte richiesta del governo rispettata dal parlamento. Quel che restava della “manovra del prezzemolo”, come definita dal deputato dem Antonello Cracolici, in qualche modo è stato raddrizzato. Il risultato è quindi di quaranta milioni di euro sull’emergenza idrica in questa corsa contro il tempo che vede la Regione Siciliana costretta ormai a sperare che possa finalmente piovere mentre gli invasi dell’isola si svuotano.
Una emergenza, quella della siccità, che non riguarda soltanto la Sicilia, ma che nell’isola ha colpito in maniera implacabile. Proprio ieri, mentre l’Ars litigava nuovamente sul Ddl 809, davanti Palazzo d’Orleans manifestavano cittadini di tre province per l’acqua che dai loro rubinetti non sgorga più. Il tema è ormai ineludibile gli interventi, qualunque essi siano, risultano inevitabilmente tardivi. Per questa ed altre ragioni non è più possibile perdere tempo per ridare acqua ai siciliani e poi bisognerà che la Regione Siciliana corra per risolvere in modo strutturale quello che andava fatto anni addietro per prevenire queste conseguenze dell’evidente cambiamento climatico in atto.
Il nodo dei mini dissalatori approvato da Schifani
Mesi addietro il presidente Schifani aveva affermato al QdS di aver appreso che tre importanti dissalatori siciliani erano fermi da quattordici anni. Il governo si è quindi attivato per il ripristino degli impianti per la dissalazione siti a Porto Empedocle, Trapani e Gela. Ma per questi, pur potendo finalmente contare sulle risorse economiche, ci vorranno ancora un paio di anni. E nelle province a secco non si può attendere due anni senz’acqua. Ecco quindi che in aula torna un progetto fattibile, che il deputato cinquestelle Angelo Cambiano ripropone al presidente della Regione ricevendo grande attenzione dal governo: i mini dissalatori. Impianti “mobili”, del costo inferiore al milione di euro ciascuno, capaci di operatività in poche settimane e, se pur di portata inferiore ai venti litri al secondo, capaci di tamponare la carenza di acqua negli invasi e di non lasciare le abitazioni dei siciliani a secco mentre altre soluzioni avrebbero potuto fronteggiare meglio i campi rispetto alla divisione di acqua che non c’è tra uso domestico ed irriguo.
La severa bocciatura di Dell’Acqua
“Da mesi, come gruppo Movimento 5 Stelle all’Ars proponiamo la soluzione dell’installazione dei moduli di dissalazione proprio per fronteggiare la grave emergenza idrica”, spiega l’onorevole Angelo Cambiano al nostro quotidiano a margine dell’intervento fatto in aula. “Con il decreto siccità del 2022 – prosegue Cambiano – le procedure per l’installazione di moduli di questo tipo sono semplificate e quindi tutto ciò poteva essere realizzato in tempi relativamente ristretti”. Un modulo da 13 litri d’acqua al secondo e con un costo di settecentomila euro era stato il risultato di una indagine di mercato condotta dal gruppo di Cambiano che nel pomeriggio ha depositato un emendamento per indirizzare meglio le risorse dell’articolo 1 del disegno di legge affinché sia chiaro l’impiego delle risorse come destinabili a mini dissalatori e non soltanto per scavare pozzi.
Il riscontro dato dal presidente della Regione Siciliana, che ieri ha accolto una delegazione di manifestanti del movimento spontaneo “Vogliamo l’acqua” a Palazzo d’Orleans per un confronto con i dirigenti regionali, è stato forse oltre le aspettative dell’aula: “Il giudizio nei confronti dell’attività svolta fino a oggi dal commissario Dell’Acqua, devo dirlo purtroppo in quest’aula, è estremamente negativo”. Caustico, Renato Schifani chiude in queste parole la valutazione del presidente della Regione sul commissario nazionale per l’emergenza idrica. Schifani e Dell’Acqua avevano avuto un colloquio meno di tre settimane addietro nel quale il presidente della Regione aveva rappresentato l’estrema urgenza della Sicilia.
La solenne bocciatura è una assunzione a pieno titolo di responsabilità di Renato Schifani che precisa all’aula. “Me ne assumo la responsabilità”, ha dichiarato il presidente della Regione mentre in Sala d’Ercole partiva un applauso. “Oggi notificheremo una nota con la quale manifesteremo le nostre preoccupazioni e lo stimolo ad esercitare i poteri che ha attraverso un decreto legge che lo ha nominato dandogli poteri in deroga”. Schifani ha poi chiarito che il tema dei dissalatori mobili è conosciuto e “abbracciato” dal governo che però non ha la “possibilità di acquisto immediato sotto soglia”.
Il maxi emendamento
Nel pomeriggio fa la sua comparsa il maxi emendamento che dovrebbe chiudere la lunga partita del disegno di legge Variazioni di bilancio. Ma alla ripresa dei lavori ci sono ancora articoli accantonati da votare, e quando tutto sembrava chiaro arriva un altro colpo di scena: l’articolo 3 del disegno di legge, contenente “Aiuti alle medie imprese. Sostegno alle aggregazioni aziendali” viene soppresso. Momento di baraonda in aula, una brevissima sospensione, ripresa, nuovo articolo approvato dopo essere stato accantonato ed il presidente Gaetano Galvagno sospende di nuovo l’aula.
Questo il lento, difficile percorso dell’Ars verso il maxiemendamento contenente in apertura l’autorizzazione al dipartimento regionale della famiglia e delle politiche sociali, per l’esercizio finanziario 2024, ad erogare ad IRFIS FinSicilia S.p.a. la somma di 30 milioni di euro per la costituzione del Fondo per la concessione di “un contributo di solidarietà a fondo perduto, una tantum, nella misura massima di 5.000 euro, in favore di famiglie residenti in Sicilia da almeno cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge e con ISEE inferiore a 5.000 euro”. Il cosiddetto “reddito di povertà” annunciato da Renato Schifani nei giorni scorsi. Con questo maxi emendamento del governo, l’aula è andata finalmente incontro alla votazione finale per l’approvazione del disegno di legge per variazione di bilancio da circa mezzo miliardo di euro.