Si tratta di un piccolo ristoro (10/30 mila €) per gli esercenti che hanno programmato film di interesse culturale nel 2018. Si potranno inviare le candidature per il bando relativo al 2019 dal prossimo 22 giugno e sino al 17 luglio
PALERMO – Travolti dagli effetti delle restrizioni per il contenimento dei contagi, gli esercenti cinematografici sono stati costretti ad assistere quasi impotenti al balletto delle date e delle condizioni di riapertura imposte da Governi e Regioni.
Con tre mesi di chiusura alle spalle, il fatturato annuale è ormai del tutto compromesso, l’incognita sulla durata della cassa integrazione straordinaria getta più di un’ombra sul destino di centinaia di lavoratori del settore, e la paura che il pubblico possa disaffezionarsi alla sala è tale che gli imprenditori meno attrezzati (quelli per intenderci che non hanno una sala di proprietà, che pagano mutui per l’acquisto dei proiettori, che sono e saranno assaliti dal pagamento di affitti, bollette e tassazioni) già stanno pensando di non riaprire, o di riconvertire l’attività.
Per la riapertura ci sono regole stringenti: sanificazioni da fare prima e dopo ogni proiezione, riduzione del numero dei posti e vendita dei biglietti solo su prenotazione, chiusura dei bar (quelli dentro il cinema, perché quelli appena fuori potranno lavorare tranquillamente: misteri di Fatima!).
Per l’Anac, l’associazione che raggruppa a livello nazionale gli esercenti, in questo modo riaprire non sarà possibile, soprattutto in considerazione di una giustificata diffidenza sulla qualità dei contenuti (quali film proiettare dal momento che sono saltati tutti i calendari di distribuzione?) così come sulla propensione del pubblico a frequenta-re le sale in un’estate su cui aleggerà ancora lo spettro del virus.
Quello delle arene, poi, è ancora un altro capitolo. Lavorando principalmente con biglietti a prezzo ridotto, sono imprese sorrette da una vendita massima di biglietti e dai ricavi del bar, ed entrambi i fattori sono comunque messi a rischio dalle restrizioni.
Nell’attesa di capire cosa accadrà e come risponderà il pubblico, la Direzione Generale Cinema ha pubblicato nelle scorse settimane la graduatoria degli esercenti aventi diritto al cosiddetto “premio d’essai” per l’anno 2018, ovvero un contributo a fondo perduto per chi ha proiettato una buona percentuale (almeno il 55%) di titoli giudicati di “interesse culturale” da una commissione governativa, oppure vincitori di Oscar, David, Nastri e in concorso ai festival internazionali più importanti.
Quando questi soldi materialmente transiteranno sui conti correnti degli esercenti non è dato sapere, ma intanto è qualcosa con cui ci si potrà in qualche modo leccare le ferite. E un altro pannicello caldo può essere considerata la pubblicazione, del 18 maggio scorso, del bando per la concessione degli stessi contributi per l’anno solare 2019.
Con una dotazione finanziaria complessiva di 5 milioni di euro, l’avviso pubblico non registra particolari novità rispetto alle disposizioni valide per il 2018: i contributi saranno così concessi a pioggia ad una marea di sale piccole e grandi, monosale ma anche multiplex, al chiuso e all’aperto, compresi anche i cinema parrocchiali.
Finanziamenti che difficilmente supereranno il tetto dei 10.000 euro per chi proietta su un unico schermo e quello dei 30.000 per le multisale, e che saranno erogati con precisissimo calcolo percentuale in base a punteggi stabiliti su criteri oggettivi (tra cui il numero degli abitanti del Comune in cui la sala è ubicata) e soggettivi (percentuale di film d’essai nella programmazione 2019), questi ultimi autocertificati dall’esercente.
La procedura è telematica, con finestra per l’inserimento dei dati che si aprirà alle ore 12 del 22 giugno e si chiuderà allo stesso orario del 17 luglio. E chissà se entro quella data, in un modo o nell’altro, saremo nelle condizioni di poter nuovamente godere pienamente di una proiezione su grande schermo.