Web e Internet, invenzioni diverse - QdS

Web e Internet, invenzioni diverse

Carlo Alberto Tregua

Web e Internet, invenzioni diverse

sabato 23 Marzo 2024

Internet 1973, Web 1991

Pochi sanno che il Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare) di Ginevra è avanti quindici anni a tutte le tecnologie conosciute al mondo. Qualcuno sa invece che il direttore generale da parecchi anni è l’italiana Fabiola Gianotti.
In quella struttura scientifica lavorano oltre duemilacinquecento persone ed è uno dei più grandi e prestigiosi laboratori scientifici del mondo. Tra i tanti successi vogliamo ricordare la scoperta del Bosone di Higgs, nel 2012.
Perché oggi vi parliamo di quell’importante Centro? Perché è stato precisato un fatto che viene normalmente ignorato e cioè che il Web e Internet sono due invenzioni diverse, per quanto poi il loro sviluppo ha creato una sorta di integrazione.

La storia di Internet è piuttosto lunga, ma una tappa fondamentale fu quella del 1973, quando due ingegneri, Robert Kahn e Vint Cerf, crearono il protocollo su cui ancora oggi si regge Internet, cioè la rete di collegamento tra i computer. Solo successivamente lo scienziato del Cern, Tim Berners-Lee, inventò il World wide web nel 1991, cioè la forma ipertestuale.

Quanto precede vuole sottolineare la forte accelerazione delle invenzioni di tutte le sedi di ricerca a livello mondiale. L’ultima di esse riguarda la cosiddetta Intelligenza Artificiale (IA).
Si tratta di un’impostura perché essa non è altro che un insieme di software molto sofisticati e molto veloci in quanto capaci di effettuare operazioni in una misura di miliardi o di centinaia di miliardi in pochi secondi.

L’impostura riguarda anche la sua denominazione: “intelligenza”. Vi vogliamo riportare la definizione del Dizionario Enciclopedico Italiano (che ormai non si usa più consultare): “Facoltà di pensare, convergere e intendere con la mente di una persona umana”.
Che ci “azzecca” questa definizione di intelligenza con quella artificiale? Come è ben comprensibile, non c’entra per niente. Da cui si può dedurre agevolmente che la definizione “intelligenza artificiale” già di per sé è un imbroglio lessicale, con il quale si vuole confondere la gente su una questione che dovrebbe essere pacifica.
Dunque, l’intelligenza non può essere artificiale perché è una qualità propria delle persone umane, non attribuibile né ai software né agli hardware.

Dal fatto che abbiamo prima indicato se ne deduce che tutti gli allarmi o allarmismi lanciati da molti circa il rischio che i software relativi possano autoprodursi, incrementarsi e superare l’intelligenza umana, schiavizzando la specie, sono destituiti di fondamento.

Perché vengono comunicati con questa supponenza da molti fronti? L’obiettivo è quello di imbrogliare il prossimo con l’intento di vendergli qualche cosa nel tempo. Non sappiamo che cosa, ma certamente svelando l’imbroglio si svelerà anche qual è il suo obiettivo.
In effetti il problema non è la tecnologia in quanto tale – a parte per un consumo di risorse naturali enorme – bensì l’utilizzo che se ne fa e la sua non ridistribuzione.
Allora basta allarmismi, basta preoccupazioni, accogliamo il progresso dei software, che saranno sempre più sofisticati in breve tempo e capaci di approfondire le ricerche in tutti i settori, che ne hanno bisogno.

La ricerca, ecco la fonte del progresso sulla quale tutte le nazioni e popoli dovrebbero investire le risorse. Come abbiamo scritto prima, il Cern è un esempio della grande quantità e qualità della ricerca, che poi negli anni ha riflessi nella vita comune di tutti/e.

Solo che l’egoismo umano preferisce investire in armi o in altri settori più proficui piuttosto che nella ricerca, la quale potrebbe prolungare la vita dei singoli individui e della specie umana in quanto tale.
Solo che la limitatezza del nostro pensiero ci fa guardare l’oggi e non il domani, con la conseguenza che nel mondo si compiono atti ottusi – soprattutto da parte di vertici e di “potenti” – perché dettati da una cecità frutto della pochezza della stessa umanità.
L’esempio lampante è la volontà di creare una comunità su un altro pianeta anziché salvare il nostro dalla distruzione.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017