Fase 2, il Nord leghista chiede di riaprire tutto, ma le "pagelle" dei contagi potrebbero bocciarlo - QdS

Fase 2, il Nord leghista chiede di riaprire tutto, ma le “pagelle” dei contagi potrebbero bocciarlo

redazione web

Fase 2, il Nord leghista chiede di riaprire tutto, ma le “pagelle” dei contagi potrebbero bocciarlo

lunedì 11 Maggio 2020

Oggi summit con Conte e Speranza ma i governatori del centrodestra preannunciano già ordinanze autonome, che rischiano di essere bocciate dal Tar come quella della Calabria. Il ministro Boccia, dal 18 ampie riaperture, con differenze tra regioni. E da giovedì i cittadini conosceranno i dati ogni territorio per valutare i rischi. Un fronte "aperturista" anche a sinistra. Sandra Zampa, test sierologici da subito

A una settimana dall’allentamento del lockdown e in vista delle “pagelle” alle regioni che determineranno le ulteriori riaperture della Fase 2, l’Italia ha registrato ieri i dati migliori da due mesi a questa parte per quanto riguarda i nuovi contagi da coronavirus e le vittime: i morti sono 165 in un giorno, il dato più basso dal nove marzo, quando il Paese venne “chiuso” e i nuovi casi sono appena 802, mai così pochi dal sei marzo, prima del lockdown.

Boccia, dal 18 ampie riaperture, con differenze tra Regioni

“Dal 18 ci sarà una nuova fase, che porterà a una differenziazione territoriale”, ha dunque annunciato ieri il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, aggiungendo: “Noi stiamo lavorando per far ripartire questa differenziazione territoriale dal 18 maggio: potrà riaprire gran parte delle attività economiche, ma non possiamo far ripartire attività senza protocolli di sicurezza”.

E sull’onda dei dati sul calo dei contagi i governatori – quasi tutti leghisti o del centrodestra – hanno ripreso a pressare e a lanciare ultimatum per riaprire servizi e negozi a partire dal 18 maggio. Così i presidenti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto, e il presidente della Provincia autonoma di Trento hanno scritto al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini chiedendo un incontro urgente con il Governo, minacciando di “agire autonomamente”.

Il Governo convoca per oggi un summit con Conte

Il Governo non si è sottratto al confronto e Bonaccini, dopo un colloquio con Boccia, ha annunciato un summit con il premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la giornata di oggi.

Boccia ha convenuto sull’urgenza del summit e si è trovato d’accordo sullo “spirito della richiesta” e sulla “necessità di avere chiarezza, anche per poter dare per tempo le dovute informazioni” a chi deve riaprire e deve sapere come, a quali distanze, con quale contingentamento, tornare in attività.

“Comprendo – ha dichiarato Boccia – l’esigenza delle Regioni di avere un quadro che consenta loro di avviare le riaperture differenziate e condivido l’esigenza di averlo in tempi brevi. Ringrazio i presidenti per la condivisione con il governo dell’esigenza di avere linee guida nazionali elaborate dal comitato scientifico su proposta Inail, sulla cui base eventuali ordinanze regionali, emesse prima delle nuove misure, dovranno essere riformulate, a tutela della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro”.

Sulla riapertura, però, gli scienziati hanno affidato le scelte ai dati delle singole regioni, che ora il Ministero della Salute renderà pubblici.

Boccia, da giovedì i cittadini conosceranno i dati ogni regione

“Da giovedì – ha ricordato Boccia – ogni cittadino italiano potrà vedere la situazione dei contagi della propria regione, che sarà aggiornata ogni settimana. E il report settimanale consentirà ai cittadini di valutare il grado di rischio rendendo trasparente la condizione di ogni regione”.

Il problema è che le amministrazioni regionali più determinate ad aprire sono quelle di Lombardia e Piemonte, che restano le sorvegliate speciali: degli 802 nuovi casi registrati ieri – che comprendono malati, vittime e guariti -, 282 si trovano in Lombardia e 116 in Piemonte e assieme assommano quasi alla metà del totale italiano.

Il leghista Fontana vuole “la bistecca”

Nonostante ciò il governatore leghista lombardo, Attilio Fontana, non solo vuol riaprire tutto e subito, ma pretende anche, come ha dichiarato nei giorni scorsi, “la bistecca”, ossia la maggior parte dei fondi per la ripresa, in considerazione del fatto che, a suo dire, la Lombardia è come il capofamiglia, quello che porta a casa i soldi. La Lega Nord, insomma, continua nella scia di quella “rapina”, come l’ha definita Eurispes nel rapporto 2020, che ha portato il Nord a rubare al Sud ben 840 milioni di euro in diciassette anni.

La minaccia di andare avanti da soli e l’annullamento del Tar

“Il Governo chiarisca subito questa partita” della riapertura, ha affermato ieri il “doge” Luca Zaia, la cui condotta è stata per la verità piuttosto ondivaga: un giorno vuole aprire, il giorno dopo cambia idea.

Dal summit di oggi, comunque, il governatore leghista del Veneto attende “una soluzione” anche perché – avverte – “c’è la convergenza con molti colleghi, se non la quasi totalità, di procedere”, per loro il primo giugno è troppo tardi, “il punto di caduta sia il 18 maggio”.

Altrimenti i governatori apriranno a modo loro.

Salvo poi fare la figura barbina di Iole Santelli, presidente della Regione Calabria, che ha visto annullata la sua ordinanza dal Tar.

Un fronte “aperturista” anche a sinistra

Ma il “fronte aperturista”, come dimostrato dalla disponibilità di Conte e Boccia, si va estendendo anche a sinistra: il dem Michele Emiliano ha spiegato che se le linee guida dell’Inail non arriveranno presto, la sua Puglia aprirà lo stesso barbieri, parrucchieri e centri estetici sulla base dei protocolli regionali “che ci paiono più che sufficienti”.

E Stefano Bonaccini, governatore dem dell’Emilia Romagna – territorio con un tessuto produttivo importante che ha urgenza di ripartire e rodare l’era Covid sotto il sole della riviera romagnola – ha interesse a imprimere l’accelerazione.

Boccia e i modi della “differenziazione territoriale”

Tutti attendono dunque di sapere come sarà la “differenziazione territoriale” che partirà, come annunciato dal ministro Boccia, dal 18 maggio.

“Stiamo lavorando – ha detto – e da quella data potranno riaprire gran parte delle attività economiche”.

Ma, ha aggiunto, “non possiamo far ripartire attività senza protocolli di sicurezza”.

Sandra Zampa, test sierologici da subito

Intanto, in riferimento all’indagine di sieroprevalenza approvata in Consiglio dei Ministri, la sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha annunciato che partiranno “immediatamente” i testi sierologici che permetteranno di “scattare una fotografia dello stato di salute degli italiani esclusivamente rispetto al Covid-19”.

“La campionatura – ha aggiunto – confermerà quello che gli scienziati dicono e cioè che l’80% della popolazione non è venuta in contatto con il virus”.

Ci vorrà almeno un’altra settimana, 15-18 giorni circa dalla fine del lockdown, per capire gli effetti delle riaperture, ma “il finale di questa partita è ancora nelle nostre mani”, ha detto Sandra Zampa, ricordando l’importanza dei comportamenti personali.

“Se i dati sui contagi dovessero confermare questo andamento di diminuzione con un aumento dei tamponi, allora – ha aggiunto – ci potremmo trovare a zero contagi”.

Ma senza abbassare la guardia, ha concluso: “mascherine, distanza fra persone, evitare di abusare delle uscite”.

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