è stato infatti bocciato dall’Ars l’articolo che stabiliva la soglia massima di 118.000 euro.
Con la bocciatura è decaduto anche l’emendamento che era stato approvato in precedenza su un ulteriore abbassamento del tetto a 79 mila e 200 euro e presentato dal Movimento Cinquestelle.
Il capogruppo del Pd all’Ars Alice Anselmo si è affrettata a dire che il Pd riproporrà “come disegno di legge la norma che prevede il tetto agli stipendi dei dirigenti degli enti e delle partecipate della Regione”.
L’articolo 72 della finanziaria è stato bocciato con voto segreto.
“è indispensabile – ha detto Anselmo – che si torni a discutere al più presto di una norma votata all’unanimità in commissione bilancio e poi resa inapplicabile dal gioco del voto segreto. Chiederemo al presidente dell’Ars Ardizzone ed ai capigruppo di maggioranza che il ddl venga stralciato ed inviato alla commissione di merito per la valutazione, affinché venga esitato un ddl che arrivi all’esame dell’Aula già subito dopo la chiusura della sessione di bilancio ed affronti il tema in maniera organica”.
Di diverso avviso il Movimento Cinquestelle che ha detto che quanto è accaduto, è “a dimostrazione – ha detto Cancelleri – che questo governo a trazione Pd, tutto vuole fare, tranne che vera spending review. Il nostro emendamento di certo non affamava nessuno. Ora il Pd spieghi ai siciliani che sono alle prese con costanti e sempre crescenti sacrifici questo intervento di pronto soccorso a favore della conservazione dei privilegi”.
La bocciatura dell’articolo fa ora saltare completamente il tetto degli emolumenti che torna a 240 mila euro lordi annui.
R.P.