Bocciati Ddl su confini Città metropolitane - QdS

Bocciati Ddl su confini Città metropolitane

Bocciati Ddl su confini Città metropolitane

giovedì 05 Maggio 2016
Ancora polemiche sui confini delle città metropolitane. è stato infatti bocciato il Ddl in discussione in commissione Affari istituzionali e che avrebbe consentito a Gela, Piazza Armerina e Niscemi di transitare nella Città metropolitana di Catania e che assegnava Licodia Eubea a Ragusa, come stabilito dalla consultazione popolare di luglio. Indignati i componenti del Movimento Cinquestelle Matteo Mangiacavallo e Francesco Cappello che hanno definito la bocciatura un “enorme abuso”, sostenendo che è stata “tradita la volontà popolare espressa col referendum di luglio. Oggi, in questo palazzo è stato inferto un nuovo colpo mortale alla democrazia”. A favore hanno votato solo i due rappresentanti del M5S. “è vergognoso – affermano Mangiacavallo e Cappello – la commissione doveva solo limitarsi a ratificare quanto espresso dai cittadini chiamati a votare il referendum, ed invece ha ribaltato la loro decisione con risibili giustificazioni. “Ricordiamo – hanno aggiunto – che questo referendum ha avuto un costo. Chi ha votato no, ora dovrebbe risarcire i Comuni dalla spese sostenute”. In realtà la procedura è cambiata in corso d’opera e mentre prima era sufficiente il referendum, oggi, a seguito di una delle tante modifiche operate alla riforma delle province, è necessaria una legge approvata dall’Ars. Per questo erano stati predisposti i disegni di legge che però sono stati bocciati direttamente in Commissione di merito. Il presidente della commissione Affari istituzionali, Totò Cascio, ha così motivato la decisione: “Non basta la volontà di cambiare Provincia, serve anche un quadro completo dei debiti maturati quando si faceva parte del vecchio ente e che restano in capo ai 4 Comuni. Questi debiti dovrebbero essere caricati sulla Città Metropolitana che li ”adotta”. E lo stesso deve farsi per il personale: ogni Comune che lascia la Provincia ha in proporzione una quota di personale del vecchio ente. Se non conosciamo questa quota, non possiamo trasferire i costi. E così si rischia di far fallire i vecchi enti, che resterebbero sovraccarichi di debiti e personale a vantaggio delle nuove Città Metropolitane”. (rp)

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