Parità dei sessi, la Sicilia ancora ben lontana dall’essere women friendly - QdS

Parità dei sessi, la Sicilia ancora ben lontana dall’essere women friendly

Anna Claudia Dioguardi

Parità dei sessi, la Sicilia ancora ben lontana dall’essere women friendly

sabato 03 Novembre 2012

Pubblicato lo studio “Chilometro Rosa” di Red Sintesi che misura la disuguaglianza attraverso la definizione di quattro parametri. Nella politica come nel lavoro, la nostra regione è molto indietro rispetto alle altre regioni

CATANIA – Donne e uomini, l’eterno binomio. Due strade parallele che camminano l’uno a fianco dell’altra senza però incrociarsi mai veramente. Tante le conquiste del sesso “debole” negli ultimi decenni, caratterizzati da una sempre maggiore emancipazione dentro e fuori le mura domestiche. Ma, a distanza di oltre sessant’anni dalle prime lotte femministe, possiamo davvero parlare di parità? È tristemente palese che la risposta sia negativa, seppur celate dietro una finta patina di uguaglianza sono ancora troppe le discriminazioni subite dalle donne a causa di un’atavica mentalità che, purtroppo appartiene anche alle donne stesse. Ma la distanza uomo donna ha ora anche una quantificazione, 300 metri è infatti, secondo lo studio “Chilometro rosa” di Red Sintesi, la distanza che separa i due sessi nel panorama nazionale. Una conclusione a cui, R.e.d (acroimo che sta per il Ruolo Economico delle Donne), un gruppo di studio composto da sei ricercatrici rigorosamente donne, è giunto attraverso un’attenta analisi di quattro indicatori fondamentali rappresentativi della distanza che separa le due facce della medaglia nelle 20 regioni italiane: peso politico, occupazione, benessere ed istruzione.
“300 metri tutti in salita – spiegano le ricercatrici Red – la società italiana frena infatti la possibilità delle donne di competere allo stesso livello degli uomini, con le inevitabili ricadute sul benessere economico femminile”. Come riscontrato dal QdS in altri articoli sull’argomento, anche in questo caso la solita distanza che separa il Nord dal Sud Italia viene meno, o meglio, sebbene in basso alla classifica vi siano sempre le regioni meridionali, non si tratta di un divario geografico così significativo. Solo 75 metri separano infatti la regione più rosa, ossia l’Emilia Romagna, da quelle in cui le cose vanno peggio, ossia Calabria e Campania, subito seguite dalla Sicilia.
La nostra regione non si può certo definire “women friendly”, registrando forti carenze in tutti i quattro ambiti d’analisi, ad eccezione del “benessere”, dove si classifica seconda, dopo il Molise. Eccezione dovuta probabilmente al livello più basso anche dei salari maschili rispetto al resto d’Italia e a una conseguente minor differenza quindi tra il tenore di vita degli uomini e quello delle donne.
Tasti fortemente dolenti per le donne siciliane sono invece il peso politico, e l’occupazione. In particolare la Sicilia è penultima sul fronte del peso politico, indice che prende in considerazione la presenza femminile nelle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Universo in Sicilia, ancora troppo confinato agli uomini e dal quale sono le donne stesse spesso a tenersi distanti impaurite dalla difficoltà di affermarsi in mezzo a tanti, troppi, colleghi in pantalone. Sul fronte occupazionale le cose non vanno certo meglio, saliamo solo di due punti, raggiungendo un misero quartultimo posto, dovuto forse un po’ alla maggiore difficoltà di trovare lavoro, forse un po’ alla stasi mentale delle donne nostrane, poco proiettate verso il mondo imprenditoriale.
Ultimo parametro infine l’istruzione, in cui in generale non si registra una forte differenza rispetto all’universo maschile seppure sembra che le donne abbiano maggiore difficoltà a conseguire lauree di tipo tecnico-scientifico. Anche questo ambito tuttavia non fa onore alla nostra terra, lasciandoci nella parte bassa della classifica, fermi al quartultimo posto.
 
Quattro parametri rappresentativi di un divario che si svela, dalle mura domestiche alla strada del lavoro e della formazione ancora troppo lontano dall’essere colmato. Un piccolo campione, simbolo che c’è ancora tanta strada da fare per raggiungere la tanto reclamata ed acclamata parità tra i sessi. Una strada “per la crescita del benessere delle donne e dunque di tutta l’economia Italia – sottolineano le ricercatrici – che implica un cambiamento della società a favore anche della donna che scardini pregiudizi e carenza di opportunità che ancora perdurano nel nostro Paese”. Una strada che, secondo il gruppo Red può essere percorsa però più velocemente in questo momento di crisi e di conseguenza di cambiamento, di cui le donne dovrebbero “approfittare” per dimostrare il loro vero valore economico e la necessità di investire per aumentare le dimensioni lavorative femminili. “I 300 metri che rimangono da percorrere – concludono le ricercatrici – anche se a qualcuno possono sembrare pochi, sono in realtà i più difficili.

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