Migrantes, anche gli immigrati fuggono via dalla Sicilia - QdS

Migrantes, anche gli immigrati fuggono via dalla Sicilia

Chiara Borzi

Migrantes, anche gli immigrati fuggono via dalla Sicilia

mercoledì 14 Novembre 2012

E' stato presentato nei giorni scorsi a Roma il dossier statistico immigrazione 2012. Caltanissetta e Trapani le province siciliane con la minore capacità attrattiva

PALERMO – è stato presentato a Roma il dossier statistico immigrazione 2012 della Caritas Migrantes.
L’occasione è stata importante per comprendere un messaggio che sarà fondamentale per quella parte di Italia che sta cominciando a costruire con propositi positivi la convivenza nel territorio con la popolazione straniera. Secondo il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi è “calato il sipario su chi vedeva l’immigrazione come una sorta d’invasione barbarica, di contrapposizione tra identità. Gli stranieri formano nel nostro territorio una macro regione di 5 milioni di abitanti, per questo non potrà esserci crescita senza il loro apporto e la loro integrazione”.
Oggi una svolta in tal senso assume aspetti cruciali. Il fenomeno di migrazione verso l’Italia continua a verificarsi senza sosta. In base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, al 1° gennaio 2012 erano regolarmente presenti in Italia 3.637.724 cittadini non comunitari, ben 102 mila unità rispetto al 2011. I paesi di cittadinanza più rappresentati sono Marocco (506.369), Albania (491.495), Cina (277.570), Ucraina (223.782) e Filippine (152.382), tutti luoghi estremamente lontani dalla nostra cultura e le nostre consuetudini ma con cui condividiamo già lo stesso tessuto sociale.
 
Nel 2011 il Ministero degli Affari Esteri ha rilasciato 231.750 visti per inserimento stabile, in prevalenza per motivi di lavoro e di famiglia. Più di 118 mila di questi sono stati richiesti al Nord, 89.273 al Centro, 70.026 nel Sud e le Isole. A parità di disagio avvertito dai migranti, le zone centro settentrionali confermano il loro alto tasso di attrattiva mentre il Meridione, con le sue difficoltà, non riesce ancora ad accogliere adeguatamente chi entra nel nostro paese in cerca di stabilità. In Sicilia rimane però rilevante il numero degli ingressi al 2011, pari a 17.015 unità. Tra le province dell’isola Palermo è leader con 2.820 permessi, seguita da Ragusa 2.458, Messina 2.128 e Trapani 2.068. Tra coloro che chiedono il permesso di soggiorno sono aumentati quanti lo fanno per una durata superiore ai 12 mesi.
 
Ancora una volta nessuna parte d’Italia riesce a scalzare il Nord in tal senso. Su 161.016 richieste, 90.899 vengono dalle zone del Nord Est e Ovest, 41.939 dal Centro e solo 28.996 dal Sud e le Isole. Mentre nel breve e nel medio periodo le richieste per lavoro o ricongiungimento famigliare si attestano in tutta Italia tra il 20% e il 30%, nel lungo periodo i motivi di famiglia sia fanno più frequenti (53,7%), e gli ingressi per lavoro si stabilizzano a un consistente 40,7%. In modo abbastanza curioso si può notare come proprio le richieste per motivi di lavoro provengono più dal Sud e dalle Isole. Il 61,6% in particolare solo nel Sud, dove Napoli detiene il primato assoluto con l’86,3%, seguita da Reggio Calabria (74,4%), Ragusa (67,3%) e una seconda siciliana, Messina.
 
Non bisogna tuttavia lasciarsi sorprendere: le richieste di ricongiungimento famigliare rappresentano nella maggior parte dei casi uno step successivo nel percorso di stabilizzazione, una sorta di completamento dell’insediamento in Italia. Il Nord rimane dunque centro prediletto per la stabilizzazione, il Sud solo una tappa d’inizio, un’eterna porta verso il resto d’Italia ma soprattutto l’Europa. Il Meridione è ancora una volta battuto dal settentrione nel calcolo degli ingressi rilevati per età e sesso nel 2011. I 12.204 riscontri in Sicilia sono molto vicini ai 13.461 del Piemonte ma lontanissimi dal 17.859 del Veneto, i 18.779 dell’Emilia Romagna e i 46.402 della Lombardia. è distante da noi, ma viene in parziale sostegno dell’attrattiva inziale dell’Italia meridionale, la Campania con 14.531 ingressi. Napoli ha, infatti, accolto nel 2011 8.270 persone, Caserta 3460, Taranto 2.756 e troviamo solo Catania, con 2.483 ingressi, a distinguersi per la nostra isola.
Dati Istat alla mano le nostre città sono inserite esclusivamente nella classifica delle province di passaggio, quelle cioè che esercitano la minore capacità di attrattiva. Caltanissetta (46,5%) e Trapani (55,7%) sono le province che indossano la maglia nera per la Sicilia. Nel nostro territorio, a totale sfavore degli immigrati pesano i fattori di esclusione sociale, il lavoro nero, le marcate differenze salariali tra i lavoratori autoctoni e stranieri e, in breve, una legislatura che rende improbabile la stabilizzazione meridionale. Lo snellimento delle procedure di richiesta della cittadinanza, la fiducia nella regolarizzazione del lavoro sommerso ma soprattutto azioni da parte del governo locale mirate ad un’iniziativa forte e concreta che non aspetti solo l’intervento dell’Unione Europea, possono essere sicuramente punti saldi da cui partire per rendere accogliente la società siciliana e legittimare un’economia locale in cui i migranti sono da tempo componente integrata e determinante ma scarsamente riconosciuta.

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