Lui e il resto dei componenti dell’Assemblea, comunque, si dicono abbastanza tranquilli perché “tutto è sempre stato fatto nel rispetto delle regole”, afferma ancora Leonardi che promette approfondimenti per capirne di più.
“Le cose – aggiunge Leonardi – sono molto cambiate con il nuovo regolamento e adesso abbiamo un carico in più e per questo spero che si torni presto al vecchio sistema”. Attualmente i servizi di pagamento al fornitore non sono più dipendenti dagli uffici provinciali preposti, ma sono gli stessi consiglieri, con il loro budget a disposizione, a effettuare l’intera operazione. Poi gli uffici provvedono al rimborso al consigliere a rendicontazione avvenuta.
“Il rapporto – ha concluso Leonardi – è diventato diretto tra il rappresentante politico e il fornitore e questo complica decisamente le cose”.
CATANIA – Un’altra indagine della Guardia di Finanza, mette dunque in ombra i conti della Provincia, eppure l’ex presidente Giuseppe Castiglione, dimissionario dallo scorso mese per tentare la strada delle elezioni politiche in primavera, ha sempre elogiato lo stato dei conti dell’Ente.
In realtà i problemi da affrontare sono molti e in primo piano c’è proprio il problema economico. Il bilancio consuntivo del 2011 non è ancora stato approvato e si deve approvare il piano di rientro per i debiti fuori bilancio legati, soprattutto, alla sentenza del giudice del Tribunale di Catania che condanna la Provincia al pagamento in solido per truffa di 22 milioni di euro.
“Domani – ha detto il presidente del Consiglio provinciale, Giovanni Leonardi – avremo la riunione del Consiglio. Speriamo di arrivare a una sintesi politica così da inviare per i primi di dicembre il Piano salva ente al Ministero per l’approvazione finale”.