Al via l’anagrafe dei conti correnti. Nuova arma contro l’evasione - QdS

Al via l’anagrafe dei conti correnti. Nuova arma contro l’evasione

Andrea Carlino

Al via l’anagrafe dei conti correnti. Nuova arma contro l’evasione

mercoledì 27 Marzo 2013

I primi dati inizieranno ad affluire a fine ottobre e saranno relativi al 2011

CATANIA – Conti correnti senza più segreti dal 31 ottobre. è al via l’anagrafe dei conti correnti. Il provvedimento, voluto dal decreto salva-Italia (d.l. 201/2011 convertito nella L. 214/2011), è volto all’attuazione della norma intitolata "emersione di base imponibile" e mirata alla lotta contro l’evasione fiscale. Si delinea, in tal modo, in forma ulteriormente potenziata, il nuovo sistema di controllo sui movimenti e sui saldi dei conti correnti, nonché delle varie tipologie di strumenti finanziari.
 
Gli operatori dovranno predisporre i propri sistemi informatici in vista delle seguenti scadenze: il 31 ottobre 2013 per l’invio dei dati relativi all’anno 2011; sarà poi il 31 marzo 2014 la scadenza utile per l’invio dei dati relativi al 2012 e infine a regime gli intermediari dovranno segnare nell’agenda fiscale degli adempimenti il 20 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento a regime, ossia dal 20 aprile 2014 relativamente all’anno 2013.
 
Le prime cifre che verranno valutate dall’amministrazione finanziaria riguarderanno proprio tale periodo di imposta, che verranno sottoposti alla verifica e selezione da parte dell’amministrazione con la finalità di cominciare una attività di controllo nei riguardi, verosimilmente, di quelli che risulteranno aver dichiarato un reddito troppo basso rispetto alle movimentazioni e alle disponibilità risultanti. Una serie di operazioni che comportano grandi investimenti in software da parte delle banche che però, come molti operatori del settore attestano, faticano a quantificare dal momento che finiscono nella somma delle spese per burocrazia e affini.
L’obbligo, fra l’altro, concernerà tutti gli intermediari finanziari chiamati ad indicare i dati identificativi dei rapporti finanziari, incluso il codice univoco, dei propri clienti; ossia persone fisiche e non che ne hanno disponibilità, compresi i possibili cointestatari. Dunque le banche saranno chiamate ad inviare, opportunamente codificati secondo le indicazioni fornite dall’Agenzia stessa, tutti i movimenti finanziari anche se quelli a cui il fisco mira con maggior interesse sono le cifre che testimoniano un arricchimento del soggetto e non quelli, pure codificati, che di fatto non permettono di evincere la creazione di nuova ricchezza.

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