Droga: a Palermo "call center" gestito da donne per consegna dosi a domicilio - QdS

Droga: a Palermo “call center” gestito da donne per consegna dosi a domicilio

Droga: a Palermo “call center” gestito da donne per consegna dosi a domicilio

giovedì 24 Maggio 2018
Un call center che distribuiva droga ad affezionati clienti che chiamavano anche due, tre volte al giorno per avere portato a casa cocaina, hashish e marijuana. E quando gli uomini erano stati arrestati il traffico era stato gestito solo da donne.
 
A telefonare erano medici, avvocati, commercianti, ballerini chiamavano ai numeri di cellulare per fare gli ordini: tremila chiamate in meno di due mesi: "Portami una Coca cola, mezza birra", proprio come avviene per le pizze a domicilio.
 
Una volta ricevuto l’ordine, dal quartiere Ballarò partivano gli scooter che portavano la droga fino a casa.
 
L’originaria organizzazione di spaccio era familistica, con a capo Giuseppa La Cara, madre di Vito, Vincenzo e Natalina Valenti, sposata con un altro componente della banda, Eduardo Premuda. Natalina ed Eduardo avevano inserito nel giro anche i figli Jessica e Stefano. Tutti pronti a garantire un servizio efficiente. Nell’organizzazione erano coinvolti anche Cristian Valenti, figlio di Vito e Ornella Leto, moglie di Vincenzo Valenti. Completavano la rete Alessandro Filippone, marito di Jessica Premuda, e Assunta Maria Pericone la madre di Alessandro Filippone.
 
Il gip ha deciso per tutti gli arresti in carcere visto che ognuno di loro faceva parte integrante del call center avendo lo stesso peso nell’organizzazione.
 
"In una sola delle utenze – dice Rodolfo Ruperti, capo della Squadra mobile – sono state registrate dal 25 maggio al 10 luglio dello scorso anno 2288 chiamate da 200 utenze, di cui almeno una settantina in uso a persone che facevano richiesta di consegna della droga anche più volte al giorno".
 
Ogni mese la banda consegnava circa 1.260 chili tra cocaina, hashish e marijuana, poi, come detto, alcuni uomini "erano stati arrestati" e a questo punto, come ha spiegato Carla Marino che dirige la sezione Falchi della Mobile "le donne, per non interrompere il floridissimo traffico, hanno preso in mano la situazione".
 
Una di loro, uscendo dalla questura, si è rivolta ai fotografi e ha detto: "Neppure quando mi sono sposata mi hanno fatto tante foto".

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