Quali sono i vostri obiettivi e compiti?
“Per il raggiungimento degli obiettivi proposti, dalla sua costituzione ad oggi l’Osservatorio ha intrapreso diverse attività: la formazione di un gruppo di operatori in ambito legale effettuata da alcuni giuristi dell’Asgi, la progettazione dell’in-formazione all’interno delle scuole (rivolta sia agli studenti che agli insegnanti), l’attività di sportello, la mappatura delle realtà che operano con e per i migranti presenti nel territorio palermitano, il monitoraggio degli atti normativi dell’amministrazione comunale (con particolare riferimento alle ordinanze nei confronti degli ambulanti), il sostegno e l’attività di denuncia e sensibilizzazione sulle pratiche discriminatorie che colpiscono i cittadini migranti, l’inserimento e collaborazione con la rete degli sportelli di I livello che operano in città per fornire assistenza alla popolazione migrante”.
“Durante il primo periodo di promozione presso gli sportelli di I livello e presso le comunità migranti, abbiamo avuto un riscontro positivo ed abbiamo potuto registrare una quarantina di casi di discriminazione (diretta e indiretta, istituzionale e non”.
Che tipo di reati sono stati commessi? Ad opera di chi? Verso chi? E perché?
“La vicenda di Noureddine va letta – allora come adesso – nel quadro del progressivo incremento dei fenomeni discriminatori verso cittadini migranti a Palermo, spesso sfociati in atti di estrema violenza. L’incremento dei fenomeni discriminatori si può ricondurre almeno parzialmente al peggioramento della condizioni socio-economiche di larga parte della popolazione palermitana.
Tuttavia, si può dire che durante l’ultimo decennio si può osservare a Palermo una progressiva deriva razzista, la quale va opportunamente ricondotta anche al generale clima di intolleranza nel contesto nazionale che ha permeato spesso l’azione politica, le prassi istituzionali e si è tradotto anche in norme di stampo chiaramente razzista.
Nel nostro territorio, in particolare, nella sua azione di monitoraggio l’Osservatorio rileva che nell’ultimo anno i casi di discriminazione istituzionale sono ancora preponderanti, in particolare messi in atto da funzionari delle forze dell’ordine, nonché abusi amministrativi in ambito sanitario. L’informazione e la formazione, nelle scuole ma anche nell’ambito degli uffici che operano a contatto con la popolazione straniera, costituiscono strumenti fondamentali per invertire la rotta del progressivo imbarbarimento di matrice razzista che ha segnato negli ultimi anni il percorso della nostra città”.
La Sicilia al momento è una delle 3 regioni che ancora non ha una legislazione organica sull’immigrazione. L’art. 117 lettera b) prevede che la competenza esclusiva in materia di immigrazione è dello Stato, pertanto le direttrici sulle quali potrebbe muoversi nel prossimo futuro l’iniziativa legislativa regionale è limitata agli aspetti nei quali le regioni sono già pienamente competenti, ovvero assistenza sociale, istruzione, salute, abitazione e altre materie che intersecano ex Costituzione, competenze dello Stato con altre regionali in forma esclusiva o concorrente. Partendo da questa doverosa premessa quello che possiamo fare è tracciare delle raccomandazioni sulle quali dovrà muoversi l’Ars per adottare una normativa all’avanguardia che tenga conto delle specificità della Regione Sicilia”.