Il Sud regno dei bambini poveri. Istituzioni responsabili in primis - QdS

Il Sud regno dei bambini poveri. Istituzioni responsabili in primis

Maria Francesca Fisichella

Il Sud regno dei bambini poveri. Istituzioni responsabili in primis

sabato 13 Luglio 2013

Vittime della politica: relazione dell’autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza al Parlamento. Il 10,9% dei 723mila minori in grave disagio economico vive nel Mezzogiorno

PALERMO – Secondo recenti dati Istat il 10,9 per cento di 723.000 minorenni che vivono in povertà assoluta nel nostro Paese, risiedono nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7 per cento che risiedono nel Centro e nel Nord. A questo e ad altri dati si fa riferimento nella seconda relazione al Parlamento dell’autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (istituita dal Parlamento italiano con voto unanime tramite la legge 12 luglio 2011, n.112). “Crescere insieme ai bambini e agli adolescenti fa diventare grande l’Italia” è il titolo della relazione sottoposta al Parlamento dal Garante, Vincenzo Spatafora, nei giorni scorsi. Nel recente studio Unicef dal titolo “Il benessere dei bambini nei paesi ricchi. Un quadro comparativo”, richiamato nella relazione, si legge “il benessere dei minori viene influenzato dalle politiche in vigore”, ovvero istituzioni responsabili in primis.
La relazione offre una fotografia dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, attraverso gli “scatti” di Istat, Unicef e dei Garanti regionali (Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Calabria, Liguria, Puglia, Campania, Toscana, Marche e in più le due Province Autonome di Bolzano e Trento).
L’esame dei dati Istat mette in risalto un situazione sfavorevole soprattutto per Sud e isole. Infatti, se su 100 minori (tra i 6 e 17 anni – anno 2011) hanno letto libri il 56,9% (media nazionale), con punte del 72,6% nel Nord-est, nelle isole si registra solo il 39,8% accanto al 41,9% del Sud. Sempre nello stesso anno, tra i 3 e 17 anni hanno usato il Pc il 62,1% (media nazionale), il 66,6% al Nord-ovest, il 53,4% nelle isole e il 57,9% al Sud. Il Nord-est e Nord-ovest d’Italia si contendono tassi al di sopra della media nazionale. Maglia nera, invece, al Sud e Isole. Tra i minori italiani (al 31.12.2011) presenti in comunità su una media nazionale di 622 (dati assoluti) se ne contano 373 nel Mezzogiorno, e 200 al Nord; mentre tra quelli in istituti penali minorili l’Italia, in media, ne conta 305, il Mezzogiorno 248. Insomma, le grandi cifre si invertono: ma per restituire, anche stavolta, al Sud la maglia nera. Le percentuali sembrerebbero migliorare per il Mezzogiorno se si parla degli iscritti alla scuola secondaria di II grado. La media nazionale conta il 94,2 per cento degli iscritti con il 98,3 per cento nel Mezzogiorno, ma alla voce “fonte” si legge “(…) alunni che frequentano una classe ad un’età maggiore di quella teorica di frequenza”.
E se, poi, al Sud mangiano più frutta e verdura, sono meno a rischio per consumo di alcool rispetto alla media nazionale, sono di più quelli che non praticano sport e sono in sovrappeso. E dove, inoltre, si conta una maggiore mortalità infantile.
Allargando la visione, attraverso la comparazione con altri stati industrializzati grazie al report Unicef, sappiamo che nella classifica del benessere dei bambini l’Italia occupa il 22° posto su 29 Paesi alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia e prima di Estonia, Slovacchia e Grecia. Per stilare il quadro sono stati presi in esame cinque indicatori: benessere materiale, salute e sicurezza, istruzione, comportamenti a rischio, condizioni abitative e ambientali. L’Italia appare un Paese dalle tinte fosche.
 

 
Rapporto Unicef. L’11% dei giovani tra 15 e 19 non va a scuola
PALERMO – Nella Report Card 11 dell’Unicef sul tema infanzia e adolescenza, l’Italia “risulta il paese con il tasso “Neet” (Not in Education, Employment or Training) più elevato tra tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna. L’11% dei nostri giovani tra 15 e 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. In positivo si registra che l’Italia è al quartultimo posto per le gravidanze in età adolescenziale, essendosi ridotto il tasso di fertilità tra le adolescenti di un terzo nel corso degli anni 2000. Da rilevare anche il più basso tasso di mortalità infantile in Europa meridionale (9° posto nella graduatoria complessiva). In Italia i bambini sono esposti a uno dei livelli più elevati di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati (26° posto). Gli studenti italiani sono al 24° posto su 29 Paesi per il rendimento scolastico (…) nonostante il miglioramento (+10%) rispetto al 2000. Sono confermate dall’indagine Unicef l’eccellenza della nostra scuola per l’infanzia con il 6° tasso più alto di iscrizione prescolare, alla pari con la Norvegia, e le difficoltà nell’istruzione superiore (dove siamo solo al 22° posto per tasso di iscrizione alle secondarie superiori)”.

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