Per far ciò, sarebbe stato sufficiente che le istituzioni competenti si coordinassero per dare il via libera ai lavori: l’amministrazione comunale (l’assessore alla Cultura, Orazio Licandro e il dirigente Lavori pubblici e Manutenzioni, Maria Luisa Areddia), la nuova soprintendente ai Beni Culturali, Fulvia Caffo, la dirigente del Parco Archeologico, Maria Grazia Branciforti. Oltre naturalmente alla Regione, rappresentata da assessore e dirigente generale dei Beni Culturali, rispettivamente Mariarita Sgarlata e Sergio Gelardi.
Purtroppo, questo coordinamento non c’è stato.
Infatti, nel momento in cui scriviamo queste righe, non è stato nemmeno possibile riunire intorno a un tavolo i soggetti istituzionali citati, nonostante numerosi inviti lanciati dalla Fondazione. Rinvii, esame delle ipotesi e delle possibilità, ricerca della giusta via amministrativa per intraprendere il percorso, qualche alto funzionario che nel frattempo è cambiato, nonché le immancabili varie ed eventuali, hanno messo in stallo questa opportunità.
Diciamolo in parole ancora più semplici: la Regione e il Comune hanno fatto saltare l’apertura notturna illuminata dell’Anfiteatro. Un fatto grave e vergognoso, considerato soprattutto che l’iniziativa non avrebbe fatto spendere agli enti pubblici nemmeno un centesimo. Continuamo a credere che un ente locale non possa permettersi di rifiutare l’apporto di una Fondazione, quando questo si realizza a costo zero per le casse pubbliche, senza trucchi, né inganni. Purtroppo, questo accade a Catania, oggi. L’idea natalizia è ormai sfumata, non ci resta che confidare in un anno nuovo finalmente produttivo e concreto.