La Legge regionale n. 5/2011 e il Piano anticorruzione 2013-16 non hanno previsto i Nuclei investigativi affari interni. Le quattro Corti d’Appello: “Illegalità per mancanza di controlli dentro gli enti”
Contro la pubblica amministrazione in Sicilia si registrano circa diecimila reati l’anno nelle quattro Corti d’Appello di Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta. Precisamente a fronte di 10.495 reati (tra cui peculato, corruzione, concussione, malversazione a danno dello Stato e indebita percezione di contributi) denunciati nel 2011/2012, nel 2012/2013 ce ne sono stati 9.250, un calo dell’11,25 per cento, che, però, secondo l’analisi dei presidenti delle Corti d’Appello siciliane non è indice di un’inversione di tendenza.
La rilevazione statistica non riflette la situazione reale che, come emerge dal primo Rapporto Ue sulla corruzione, in Italia e ancora di più in Sicilia è particolarmente grave. La responsabilità principale è del legislatore che non ha previsto adeguati strumenti di controllo dentro gli enti, come i Nuclei investigativi affari interni più volte proposti dal QdS. (
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