Ars, a causa dei contratti esterni stipendi giù del 10% - QdS

Ars, a causa dei contratti esterni stipendi giù del 10%

Raffaella Pessina

Ars, a causa dei contratti esterni stipendi giù del 10%

martedì 25 Marzo 2014

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo insieme al presidente Ardizzone. Assunti dai gruppi, c’è chi percepisce oltre 50 mila € l’anno

PALERMO – Sono undici i punti all’ordine del giorno dei lavori parlamentari a Palazzo dei Normanni fissati per questo pomeriggio. Primo fra tutti, quello sulle “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto.” (nn. 381-3-306-346/A). A seguire, i ddl legati alla riforma delle province. Nella stessa seduta si terrà anche la votazione finale del ddl sulla “riqualificazione dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.” (nn. 579- 607 ).
Questa settimana si registra la protesta di Marco Forzese, presidente regionale Drs che lamenta di non far parte di alcuna commissione legislativa parlamentare all’Ars. “Sono l’unico parlamentare d’Italia – ha detto Forzese – che non fa parte di una commissione parlamentare grazie a chi ha voluto defenestrarmi dalla commissione Affari istituzionali dell’Ars che con la mia presidenza ha fatto vera antimafia consentendo a quello che il procuratore di Caltanissetta Lari ha definito l’uomo più a rischio della Sicilia di diventare presidente Irsap, e cioè ad Alfonso Cicero. Sono stato sfiduciato da soggetti impresentabili. Ma sulla vicenda si esprimerà anche la magistratura”. E prosegue: “Sono orgoglioso di aver sostenuto, tra i primi, il governatore Crocetta e non mi spaventano i proiettili, ma al presidente chiedo un governo politico di piena responsabilità. Mi rassicura e mi onora quello che il procuratore di Palermo Messineo ha detto all’antimafia nazionale sul mio lavoro per la legalità fatto in parlamento”.
Ma all’Ars si comincia a respirare aria di campagna elettorale, questa volta per le europee. Diversi parlamentari regionali sono protesi verso questo nuovo incarico, e si parla insistentemente di Francesco Cascio come uomo di Angelino Alfano per l’Ncd in Sicilia occidentale, e che potrebbe anche essere in corsa per la poltrona di segretario regionale. Ma si fa il nome anche dell’uscente Giovanni La Via. Nel Pd uno dei più accreditati sarebbe Antonello Cracolici, ma si parla anche di Giuseppe Lupo, uscente segretario regionale, ma le bocche sono cucite.
Questa settimana sarà sicuramente segnata dalle polemiche sul licenziamento di 16 dei 76 lavoratori transitati dall’ex socio privato Sisev alla società regionale di informatizzazione Sicilia e-servizi. Non avrebbero superato il periodo di prova di quattro mesi, finalizzato a valutarne curricula, professionalità e affidabilità. Gli altri potranno accedere ai contratti a tempo determinato per un periodo complessivo di diciotto mesi in attesa della definizione del futuro di Sicilia e-servizi.
 
L’attività di selezione, iniziata il 5 febbraio scorso, è stata affidata a una commissione di ‘super-esperti’ nominata dal commissario di Sicilia e-servizi Antonio Ingroia. Della commissione fanno parte due generali in congedo – un investigatore della Dia e un generale in pensione della Guardia di finanza – nonchè un professore della facoltà di Ingegneria di Palermo. Protesta la Rsa della Uilm: “Durante l’esame non c’è stata alcuna effettiva valutazione circa il lavoro compiuto, un lavoro che peraltro i dipendenti svolgono da otto anni senza alcuna contestazione. Ma oggi che è cambiata la ragione sociale a quanto pare questa professionalità non vale più”. Crocetta, sostiene il segretario provinciale del Uilm Vincenzo Comella “aveva garantito che non ci sarebbe stato alcun licenziamento. Rispetti quell’impegno. Chiediamo la convocazione immediata di un tavolo per la revoca dei licenziamenti”.
E a proposito di impiegati permane una situazione di stallo sulle situazioni contrattuali nei gruppi parlamentari all’Ars. Tra i collaboratori esterni infatti assunti dai gruppi parlamentari c’è chi percepisce anche oltre 50 mila euro all’anno, chi si ‘ferma’ a quota 40 mila e chi invece guadagna appena 8 mila euro. In totale si tratta di una cinquantina di persone assunte l’anno scorso con i fondi del contributo unificato, non più utilizzabile per arruolare personale dal primo gennaio di quest’anno, cioè da quando è entrata in vigore la legge sulla spending review, che ha previsto tuttavia il “salvataggio’ dei cosiddetti contratti in essere (al 31 dicembre del 2013) del personale esterno.
Numeri che hanno fatto andare in tilt i conti dell’Ars che nei giorni scorsi ha stabilito, in accordo con i capigruppo, di procedere al taglio del 10% degli stipendi degli esterni per rientrare nei budget del bilancio. Rimangono invece bloccati gli scatti d’anzianità per il personale cosiddetto stabilizzato, 86 persone alcune con oltre vent’anni di servizio e a disposizione dei gruppi parlamentari. Pd e Pid-Fi sono gli unici gruppi a non avere personale esterno e ad avvalersi solo di stabilizzati, oltre che di portaborse. Il gruppo col maggior numero di ‘esterni’ è quello dei 5stelle.

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