I Consorzi di bonifica sono l’esatta antitesi del risparmio: vere e proprie montagne che partoriscono topolini. La realtà di oggi è a dir poco preoccupante: 2.192 lavoratori, 53 milioni di euro all’anno per pagare i loro stipendi e garantire i costi fissi per il funzionamento dei vari uffici e soltanto un terzo del territorio effettivamente irrigato mentre il resto delle campagne resta assetato. Numeri che danno l’idea di come questo apparato-carrozzone, distribuito nelle province su 11 Consorzi, sia diventato oggi più che mai insostenibile.