In Sicilia imprenditoria sempre più giovane - QdS

In Sicilia imprenditoria sempre più giovane

Michele Giuliano

In Sicilia imprenditoria sempre più giovane

sabato 21 Novembre 2009

Rispetto al panorama nazionale nell’Isola ci sono molti giovani imprenditori sotto i 30 anni: il 10,6 per cento del totale. La nostra regione è terza dietro la Lombardia (13,5 per cento) e la Campania (11,9 per cento)

PALERMO – Probabilmente sarà l’incoscienza, o forse semplicemente la disperazione. Sta di fatto che la Sicilia mostra un aspetto di sé singolare nell’ambito del contesto nazionale.
Infatti, mentre nel resto d’Italia gli imprenditori sotto i 30 anni vanno scomparendo, complice probabilmente questo momento di crisi congiunturale e la ristrettezza dell’accesso al credito alle banche, in Sicilia invece questo tipo di profilo professionale cresce a dismisura. Secondo un resoconto della Camera di Commercio di Monza e Brianza, che ha fatto uno specifico studio del settore, viene fuori che le imprese guidate da giovani in Sicilia, rappresentano il 10,6 per centro dell’intero valore nazionale (22.896 in valore assoluto). Si tratta della terza regione con più titolari junior dietro soltanto la Lombardia (13,5 per cento) e la Campania (11,9 per cento). Un vero toccasana nel quadro di un territorio italiano che, secondo il Gruppo Giovani Imprenditori Confapi, sta vedendo progressivamente scomparire l’imprenditoria giovanile.
Gli under 30 che guidano un’attività evidenziano una riduzione preoccupante: in pratica in questo momento nessuno vuole investire le proprie risorse ed il proprio futuro nel mondo dell’imprenditoria. Ovviamente il rischio a cui si va incontro è quello di perdere un’intera generazione di imprenditori, situazione preoccupante se si guarda alla tipologia di imprese più colpite, e cioè le imprese del settore tessile, chimico e meccanico, che registrano cali anche superiori al 50 per cento: quindi, la metà degli imprenditori ha rinunciato e nel prossimo futuro ci saranno sempre più aziende che operano nei servizi alle persone e alle imprese.
Ed oltre al danno economico per il Paese, quella che si rischia di perdere, come ha sottolineato il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi, Valentina Sanfelice, è anche la tradizione manifatturiere tipicamente italiana. In realtà, analizzando la Sicilia sotto questo aspetto, cambia poco: i settori del tessile, chimico e meccanico sono in crisi per mancanza di commesse e l’ondata di licenziamenti di quest’anno lo sta dimostrando in pieno. Il ricorso alla Cassa integrazione impazza e la Regione è stata costretta a rimpinguare questo capitolo proprio per cercare di soddisfare un po’ tutti i settori lavorativi.
“I giovani italiani ancora decisi ad investire su se stessi sono soprattutto quelli del Sud, Sicilia e Campania in particolare, – dice Sanfelice – che risultano molto più dinamici e decisi rispetto ai colleghi del Centro Nord, e questo probabilmente per mancanza di alternative valide di lavoro. La voglia di fare impresa non manca, quello che manca è il terreno fertile in cui impiantare nuove attività. L’Italia infatti, su 22 paesi analizzati, risulta solo al ventunesimo posto per la possibilità di reperire risorse finanziarie da destinare ad attività di start up.
La Sicilia quindi riesce a reggere l’impatto della crisi, il problema è capire la longevità di queste imprese: saranno davvero in grado di tenere all’impatto? Da questo punto di vista il tasso di mortalità comunque è abbastanza alto.
 

 
Sono gli Stati Uniti la nazione col tasso di imprenditori più giovani
 
PALERMO – Secondo i dati emersi da Infocamere riguardo le giovani imprese italiane, è evidente una riduzione dell’11 per cento degli imprenditori under 30 rispetto a un anno fa e addirittura del 27 per cento rispetto al dato 2003. Anche confrontati con altri Paesi, la situazione non migliora: il tasso di giovani imprenditori in Italia è circa il 6 per cento contro il 9,6 per cento degli Stati Uniti, il 16,4 per cento della Cina, l’8,5 per cento dell’India. Dietro l’Italia c’è solo la Francia con un tasso del 3,2 per cento. “La presenza di tanti giovani imprenditori ad esempio in Sicilia – spiega Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – è un segno di speranza e della indomita vitalità del nostro territorio che vanta una plurisecolare tradizione dedicata al lavoro. Ma certo è necessario che questo entusiasmo non si spenga. Oggi chi fa impresa incontra più difficoltà che in passato e per questo è necessario aiutare i giovani imprenditori con iniziative a loro dedicate”. Secondo il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi, Valentina Sanfelice, le banche dovrebbe essere maggiormente propense a fornire credito ed agevolazioni ai giovani.

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