Imprese cooperative in crescita, saldo positivo nonostante la crisi - QdS

Imprese cooperative in crescita, saldo positivo nonostante la crisi

Michele Giuliano

Imprese cooperative in crescita, saldo positivo nonostante la crisi

giovedì 26 Novembre 2009

Uno studio di Movimprese evidenzia il tasso di crescita senza soste e Catania è la provincia più redditizia. Ora occorre superare le difficoltà di accesso al credito e il deficit infrastrutturale

PALERMO – Toccate tutto ma non le cooperative. In Sicilia questa realtà resta un assoluto caposaldo nell’economia dell’imprenditoria locale. Forte e solida, questa forma di imprenditoria non conosce davvero la parola crisi.
Conferme che arrivano da uno studio fatto da Movimprese che ha potuto far notare come  l’impresa cooperativistica siciliana mantiene il mercato e addirittura, anche in questo momento difficilissimo per l’economia mondiale, conquista nuove fette di mercato. Ha infatti un tasso di crescita dello 0,61 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed un tasso di natalità che è ovviamente in positivo: +2,53 per cento, dato ricavato tra il numero delle imprese nate e quelle invece che hanno cessato l’attività.
In mezzo a questi risultati molto confortanti è venuto fuori che è la provincia di Catania la realtà più produttiva in questo mondo delle cooperative. In questo territorio il tasso di sviluppo dell’ultimo anno è stato del 2 per cento. Su 5 mila 182 iscritte, le attive sono il 49 per cento. Il dato sulle nuove iscrizioni, che sono state 172, determina un tasso di natalità del 3,32 per cento. Di contro le cooperative cessate sono state 68, con un tasso di mortalità dell’1,31 per cento. Dal punto di vista matematico quindi il calcolo è abbastanza semplice: il tasso di sviluppo è stato del 2,01 per cento. Statistiche che sono state snocciolate nei corso della prima conferenza provinciale a Catania sulla cooperazione tenutasi presso la Camera di Commercio e organizzata dallo stesso ente camerale con le organizzazioni di categoria dell’Agci , Confcooperative, Legacoop, Unci e Unicoop.
“Le cooperative – dice il presidente di Legacoop Catania, Giuseppe Giansiracusa – rappresentano un pilastro dell’economia isolana e catanese anche se il settore si trova ad affrontare gli stessi atavici problemi con i quali si cimenta il mondo delle imprese del Sud. I fattori di svantaggio sono il nanismo imprenditoriale, il deficit delle infrastrutture, la concorrenza sleale, la difficoltà di accesso al credito. Ciò che serve al Sud è il credito facilitato per tutte le imprese. I fondi europei 2007/2013 sono in ritardo e gli ultimi anni sono trascorsi nell’immobilismo della Regione Sicilia, che deve aprire i rubinetti della spesa”. “Le cooperative catanesi – ha detto il presidente della Ccia siciliana, Pietro Agen – rappresentano un potenziale elemento di superamento della crisi. Lo è stato già in passato ed oggi può combattere la disoccupazione”. C’è su tutti anche un dato nazionale che fa riflettere sul benessere dell’imprenditorialità cooperativistica: “La nostra Isola – ha precisato il presidente di Confcooperative, Gaetano Mancini – supera il dato nazionale di crescita del 20 per cento”.
 

 
L’approfondimento. Molta vivacità per le cooperative di distribuzione
 
Sono in continuo fermento le imprese di cooperative in Sicilia. Soprattutto quelle che orbitano nel settore della distribuzione che il prossimo aprile inaugureranno un ipermercato a Catania e che hanno un piano di investimenti per 700 milioni di euro da spendere entro il 2012, con oltre mille e 500 assunzioni. Quello di Catania è il terzo dei sei centri previsti da questo business plan aggressivo. Ne sono già stati costruiti uno a Ragusa (inaugurato nel maggio 2007) e uno a Milazzo (marzo 2008). Nella primavera del 2010 sarà pronto quello di Palermo. Mentre gli altri due, previsti rispettivamente nel 2011 e nel 2012, sorgeranno in luoghi ancora non rivelati. “Vorrei sottolineare – dice Aldo Soldi, presidente di Ancc Coop – il coraggio imprenditoriale rappresentato da un investimento così importante in un momento storico di contrazione dei consumi. Un coraggio che si spiega con la ragion d’essere delle cooperative, che non hanno solo il fine di generare utili, ma anche di diffondere benessere e occupazione in tutto il territorio nazionale”. Se i piani saranno rispettati si darà anche una grande mano d’aiuto a contrastare la dilagante disoccupazione sul territorio.

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