Addio al Ttip, stop all'accordo tra Usa e Ue - QdS

Addio al Ttip, stop all’accordo tra Usa e Ue

Elio Sofia

Addio al Ttip, stop all’accordo tra Usa e Ue

martedì 30 Agosto 2016

Sembrano definitivamente naufragati i colloqui diplomatici per la sottoscrizione del trattato. Il ministro dell’economia tedesco Gabriel: “I colloqui con gli Stati Uniti sono falliti”

CATANIA – In molti lo hanno sottovalutato prima e combattuto dopo, per altri è rimasto un oggetto oscuro con il quale il “nemico a stelle e strisce” avrebbe conquistato e sottomesso l’economia europea; in realtà il Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), l’accordo di scambio economico tra Stati Uniti ed Europa, nato sotto “celati” incontri diplomatici in seno alle istituzioni europee sembra oggi giunto al definitivo capolinea stando alle dichiarazione del vice cancelliere e ministro dell’economia tedesco Sigmar Gabriel. “I colloqui con gli Stati Uniti sono di fatto falliti perché noi europei, naturalmente, non dobbiamo soccombere alle richieste americane, non ci sarà alcun altro passo avanti anche se nessuno vuole ammetterlo” ha dichiarato l’uomo forte di Berlino, facendo rimbalzare le proprie dichiarazioni su tutti gli organi di stampa europea.
Nell’ultimo periodo forte è stata la presa di posizione e l’attenzione su questo trattato economico, visto come una vero e proprio cavallo di Troia volto a destabilizzare l’economia e il commercio europeo. L’organizzazione Greenpeace è stata la prima a porre a livello mediatico la questione sul vero contenuto e sui risvolti dell’eventuale accordo, mobilitando l’opinione pubblica di diversi paesi alle quali è seguita una maggiore analisi e riflessione da parte di alcune cancellerie come quella tedesca e quella francese che hanno iniziato a rallentare quello che veniva ormai dato come un trattato concluso invertendone gli esiti.
Il trattato avrebbe previsto una graduale diminuzione fino all’abolizione dei dazi doganali per le merci tra i due paesi, abbassando sensibilmente i costi di manodopera e le relative tasse, ma a guardar meglio il governo americano primo sponsor  e sostenitore del trattato ne sarebbe stato il maggior beneficiario, essendo tutte le richieste e prerogative europee come la tutela dei prodotti di qualità e il bando degli Ogm, cassati e non inseriti nell’accordo. Diversi e insensati gli squilibri a favore delle multinazionali Usa, rispetto alle briciole di benefici per il sistema di esportazione europeo.
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership doveva essere il fiore all’occhiello dell’amministrazione Obama a livello di trattati e relative conquiste internazionali, avviato nel 2013 a quella che sembrava una rapida ascesa è miseramente e fortunosamente naufragato sulle coste del vecchio continente. A favore del fallimento non ha certo giovato il colpo mediatico messo a segno da Greenpeace che ha avuto il merito di risvegliare i governi nazionali dal torpore di sudditanza diplomatica nei confronti dell’alleato americano. Non ha giocato a favore nemmeno la Brexit, che vedeva nella Gran Bretagna il grande sponsor del trattato, e che ora nelle dinamiche diplomatiche del’Unione europea risulta afona avendo scelto il divorzio dall’Ue.
Anche sul versante prettamente americano il Ttip è stato oggetto di scontro nell’infuocata campagna elettorale che vede contrapposti il populista Trump e la “Lady of Cards”  Hillary Clinton. Il primo ha utilizzato l’argomento del trattato come uno strumento che avrebbe destabilizzato la già precaria working class americana e la seconda non ha fatto altro che scaricare la linea Obama per non perdere quella base dell’elettorato che aveva supportato Bernie Sanders. Il tutto mentre la “Lame Duck” Obama ( l’anatra zoppa, come viene definito un presidente a fine mandato) “starnazza” impotente nel giardino della Casa Bianca assistendo ad un altro fallimento della propria presidenza.

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