Alla Convention del Pd ci sarà spazio per il Sud? - QdS

Alla Convention del Pd ci sarà spazio per il Sud?

Redazione in collaborazione con AITA

Alla Convention del Pd ci sarà spazio per il Sud?

sabato 18 Marzo 2017

I candidati alla segreteria dem presenteranno i loro programmi il 9 aprile

Il 9 Aprile si terrà la Convenzione nazionale del Pd che darà il via alla procedura per l’elezione del Segretario. A ogni candidato – Renzi, Orlando ed Emiliano – sarà abbinata una mozione che traccerà gli obiettivi del partito nei prossimi anni.
Per poter valutare i programmi e non solo gli uomini, le mozioni saranno esaminate e discusse nei Circoli – un tempo, si chiamavano Sezioni – e nelle Convenzioni provinciali. Ci auguriamo che i delegati chiamati a votare non fondino le loro scelte solo sul maggiore o minore carisma dei candidati – e su inevitabili tornaconti personali -, ma anche sul fatto che i programmi di un partito hanno conseguenze importanti sulle sorti di milioni di loro conterranei.
Proprio per questa ragione, alla Rete interessano più i contenuti delle mozioni che il nome del segretario. Così, ci chiediamo se in qualcuna di esse si farà cenno ai problemi del Sud e, in particolare, ai provvedimenti che la Rete considera decisivi per il futuro della Sicilia:  modifica del Piano strategico nazionale della portualità, collegamento del porto di Augusta con la Rete AV/AC europea e Ponte sullo Stretto.
Un tempo, la Questione meridionale era uno dei principali terreni di confronto e di scontro tra le formazioni di ispirazione popolare e quelle liberal-conservatrici. Già nel 1908, al X Congresso del PSI, Gaetano Salvemini, a nome “della maggioranza dei delegati delle sezioni meridionali”, chiese che fossero gettate le basi per un ritorno alla produttività di un ceto contadino meridionale al quale (allora) era inibito il diritto di voto a causa dell’analfabetismo e della povertà. E individuava “nell’ignoranza, nell’indebitamento, nell’emarginazione e nell’isolamento dai mercati per l’assenza di infrastrutture e di credito” le cause più evidenti dell’arretratezza.
Analfabetismo a parte, l’attenzione verso il Mezzogiorno dei partiti “de sinistra” si è persa per strada, in dispregio dell’antica vocazione egualitaria che muoveva Salvemini. E le differenze esistenti tra Nord e Sud sono – nella migliore delle ipotesi – rimaste invariate.
Se le cose stanno così – e stanno proprio così – ci chiediamo se nei Circoli pieddini del Sud e nelle stesse Convenzioni delle province del Mezzogiorno i candidati a segretario – e, soprattutto, le loro mozioni – saranno valutati in rapporto alle strategie proposte per migliorare la condizione dei meridionali. Non è solo elettoralmente opportuno, è un dovere ben preciso. Perché i fatti hanno la testa dura: le regioni dell’estremo Sud sono tra le ultime per competitività e tra le prime per povertà, dell’intera Ue a 27.
Il Pd – chiunque ne sia segretario – deve dimostrare di avere compreso, finalmente, che questo è un problema che richiede provvedimenti immediati, da adottare all’interno di una visione ampia e lungimirante. La pioggia di noccioline lanciate alle scimmiette con i Piani per il Sud, di portata meno che locale, serve a poco. Per Renzi, Orlando ed Emiliano, il Sud ha un ruolo nello sviluppo del Paese? Noi, semplici elettori, lo capiremo il 10 aprile, leggendo le mozioni. E ci sapremo regolare.

Giovanni Mollica

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