Bollette, le invenzioni dei gestori per "intimidire" i consumatori - QdS

Bollette, le invenzioni dei gestori per “intimidire” i consumatori

Michele Giuliano

Bollette, le invenzioni dei gestori per “intimidire” i consumatori

giovedì 30 Marzo 2017

La minaccia del fermo amministrativo è infondata: può essere esercitato solo dalle pubbliche amministrazioni. La grande novità è la raccomandata per telefono in forma di messaggio preregistrato

PALERMO – I pagamenti delle bollette delle utenze talvolta sono problematici, sia per gestori che per utenti. A questi ultimi capita di non pagare per mancanza di soldi o per dimenticanza o perchè non tornano gli importi che vengono richiesti o per errore negli invii da parte dei gestori. Mentre i primi, indipendentemente dal motivo del pagamento non arrivato, si ingegnano per cercare di riscuotere quanto chiesto. In questo ingegnarsi, oltre a vere e proprie azioni criminali o illecite, la “creatività” sconfina anche nel ridicolo e nel tragico.
Intanto in questo modo, con pratiche illecite “a strascico”, vale a dire uniformi inviati a tutti i clienti, spesso in tanto ci cascano, magari perchè intimoriti da cartelle esattoriali, o semplicemente per ignoranza in materia. Altri ancora, magari per importi di non grossa entità, magari neanche ci provano ad opporsi sapendo magari il tempo e i soldi per portare avanti una pratica magari attraverso il proprio legale. Oltre alla pretesa di pagamenti per contratti mai siglati dagli utenti, o conguagli di fantasia, o acconti di altrettanta fantasia, certe società quando si trovano di fronte a bollette scadute non si limitano a solleciti come da contratto o invio di raccomandate con ricevuta di ritorno (quando lo fanno) in cui dovrebbero preannunciare taglio o riduzione del servizio, o a passare le pratiche ad aziende di recupero crediti che talvolta si distinguono per metodi poco urbani per convincere i presunti debitori (telefonate continue e ad orari incivili e turbatori della privacy, anche a persone che hanno la colpa di essere parenti o vicini di casa del debitore, mail a raffica, lettere minatorie, etc). No, per l’appunto, non si limitano. Le novità di questa mancanza di limite sono elencate dall’Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e consumatori, che ha raccolto centinaia di segnalazioni.
La grande novità è la “raccomandata per telefono”: vengono comunicate da messaggio pre-registrato all’utente che risponde; oppure il preannuncio di fermo amministrativo. “Le raccomandate per telefono non esistono, – afferma il presidente di Aduc, Vincenzo Donvito – al pari di quelle lettere spedite con affrancatura ordinaria e che, magari, hanno in cima una scritta tipo ‘raccomandata di messa in mora’. Fumo per cercare di intimorire l’utente”.
Il fermo amministrativo è un provvedimento previsto dal nostro ordinamento per i debiti non onorati dagli utenti nei confronti della pubblica amministrazione, non certo nei rapporti tra privati. “Chi lo evoca – aggiunge Donvito – è un millantatore che qualifica da sè la propria serietà professionale. è evidente che si gioca sulla presunta ignoranza dell’utente e sul timore che quest’ultimo possa avere nei confronti del blocco di un bene spesso di primaria necessità”.
Il fermo amministrativo la legge lo consente di fare solo ai poteri pubblici, mentre i privati devono fare da sè, partendo dal presupposto che, mentre nel pubblico quest’ultimo è un passo avanti rispetto all’amministrato, nel privato ognuno è uguale all’altro. “Che ognuno ne faccia tesoro, – conclude il presidente dell’Aduc – soprattutto quando si sceglie un gestore o un altro per i diversi servizi di telefonia, energia o idrici, anche se questi ultimi non esistono in regime di concorrenza per l’utente. Quando capitano queste prese in giro è importante che l’utente ne faccia segnalazione all’Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato, perchè si tratta di una vera e propria pratica commerciale scorretta”.

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