Salvo Pogliese: "Nuovo Piano regolatore e rivoluzione mobilità" - QdS

Salvo Pogliese: “Nuovo Piano regolatore e rivoluzione mobilità”

Antonella Guglielmino

Salvo Pogliese: “Nuovo Piano regolatore e rivoluzione mobilità”

venerdì 01 Giugno 2018

Forum con Salvo Pogliese, candidato sindaco della città di Catania 

Come giudica l’azione dell’Amministrazione uscente?
“Se dobbiamo fare un consuntivo di questi ultimi cinque anni non possiamo fare altro che un bilancio negativo. Per iniziare possiamo parlare dell’attività economico-finanziaria intrapresa, che ha portato a un disavanzo di circa 440 milioni di euro, come certificato dalla Corte dei Conti. In più vi è un consuntivo delle passività del Comune di circa 485 milioni di euro. È necessario quindi fare una fotografia assolutamente chiara. Un’altra priorità che bisognerà affrontare riguarda il settore urbanistico, nello specifico il Piano regolatore generale, che la nostra città aspetta dal 1969: e importante che una città come Catania adotti un Piano urbanistico moderno, efficace ed efficiente che sia volano di sviluppo e modernizzazione per il settore dell’edilizia. Lo sviluppo urbanistico deve tenere conto anche di un importante problema da non sottovalutare, ovvero il rischio sismico che è sempre presente. Altro punto importante che un’Amministrazione attenta non può sottovalutare è la riqualificazione del patrimonio edilizio dell’intera città. È necessario bisogna potenziare l’Ufficio del Piano e poi avviare tutto l’iter, che si dovrebbe concretizzare tra i 18 e i 24 mesi per l’approvazione del Prg”.
 
Altro tema più volte richiamato in campagna elettorale è quello della mobilità…
“Per noi rappresenta una priorità, a cominciare dalla questione del Tondo Gioeni. L’abbattimento del ponte ha portato notevoli disagi a tutti i cittadini, che si trovavano imbottigliati nel traffico giornalmente. I disagi è normale che accadano quando ci sono delle modifiche a un asse viario così importante, ma quando questi durano per cinque anni vuol dire che c’è qualcosa che non va. Quel ponte doveva essere consolidato e non abbattuto così come ha certificato nella sua relazione tecnica l’ordinario di Ingegneria dell’Università di Catania, Antonio Badalà. Basti pensare che quando è stato demolito si sono evidenziate notevoli difficoltà perché esso era stato costruito secondo determinati canoni. Le ipotesi per risolvere questa situazione sono molteplici, ma a mio avviso quella del sottopasso potrebbe rappresentare una buona soluzione. Un’altra, altrettanto valida, è quella di realizzare una sorta di rotonda, un torna indietro, all’altezza della Chiesa di Lourdes, in modo da collegare meglio le due parti della città. Altra priorità che dovrà affrontare la nuova Amministrazione sarà il rilancio del Piano parcheggi. Non capisco perché in una città come Catania non si debbano realizzare dei parcheggi sotterranei, così come avviene nelle grandi città europee. Piazza Giovanni Verga, piazza Pietro Lupo, piazza Raffaello Sanzio potrebbero essere dei luoghi dove creare delle zone di sosta nel sottosuolo, naturalmente da realizzare in sinergia con i privati. Oltre i parcheggi bisogna adeguare e attivare altre quattro linee dell’Amt, attraverso una loro rimodulazione, connesse con le linee della metropolitana, la vera novità nella città etnea”.
 
Salvo Pogliese
 
Quali sono gli altri elementi che servono per rilanciare Catania?
“Dal punto di vista infrastrutturale è necessario costruire un Ente fieristico degno di questo nome, per sfruttare le potenzialità della città e il suo appeal. Oggi vi sono numerose richieste di congressi, da parte di diverse categorie professionali, che non possono essere evase perché manca una struttura adatta. Il Centro fieristico Le ciminiere non va bene, perché ha delle caratteristiche limitative: basti pensare che la sala più grande contiene solo 1.200 persone. Ho avuto modo di incontrare diversi operatori del settore, che vogliono organizzare grandi eventi ma desistono per mancanza di strutture”.
 
Come intende procedere in merito al miglioramento del decoro e della pulizia urbana?
“La raccolta rifiuti differenziata si attesta intorno al 9,5 per cento, una percentuale veramente bassa, probabilmente tra le peggiori della Sicilia. Inoltre, sono state indette quattro gare d’appalto da 350 milioni di euro che sono andate deserte. Ci siamo rivolti all’Anac, che ha smentito di aver imposto il lotto unico, quindi bisogna rimodulare il bando e suddividere la città in lotti. Confrontandomi con operatori del settore, questi mi hanno confermato che se avessero vinto la gara avrebbero avuto una perdita dai 5 ai 7 milioni di euro l’anno per rispettare il capitolato”.
 
Salvo Pogliese
 
Che tipo di città volete consegnare ai cittadini?
“I catanesi hanno la necessità di avere una città pulita, sicura e ‘normale’. Dobbiamo riuscire a fornire servizi adeguati, a partire proprio da quello per la raccolta dei rifiuti, che possano trasformare Catania. Stiamo parlando di una città che ha innumerevoli potenzialità. A tal riguardo ho avuto modo di far visitare la nostra città, per ben quattro volte, a due commissioni del Parlamento europeo con tutto l’entourage, dagli interpreti ai traduttori, fino ad arrivare ai consulenti. I colleghi parlamentari sono rimasti allibiti di fronte a tanta bellezza: da una parte il Golfo e dall’altra l’Etna, uno scenario pressoché unico. Devo però ricordare con rammarico anche come essi siano rimasti straniti per lo stato di degrado in cui versa la città, a cominciare dagli innumerevoli sacchi della spazzatura lasciati sui marciapiedi”.
 
Qual è il programma che intende intraprendere per attuare il risanamento?
“Dobbiamo stilare un programma di risanamento che bisogna affrontare in sinergia con il Governo regionale e con quello nazionale. Dobbiamo avere necessariamente un aiuto e un sostegno da parte di Roma e Palermo: noi cercheremo di riqualificare e razionalizzare le spese e tagliare dove possibile. Non mi capacito di come possa essersi formato un disavanzo di 440 milioni di euro dato che oggi il Comune ha intorno ai 2.800 dipendenti a tempo indeterminato, molti meno rispetto al passato che ne aveva circa 5.000. Dovremo essere più vigili e incrementare le entrate nelle casse del Comune. Purtroppo, vi è un alto tasso di evasione per la riscossione sulla tassa dei rifiuti: mi rendo conto del periodo storico che stiamo attraversando, per cui il tessuto cittadino non si trova in ottimo stato di salute. Da una parte ci sono persone che effettivamente sono in difficoltà, ma dall’altra ci sono coloro che non pagano per una questione di atteggiamento negativo nei confronti della Cosa pubblica. Altro obiettivo che mi pongo è quello di capitalizzare i bandi europei, ministeriali e quelli a gestione diretta, creare un task force che sia in grado di monitorare tutti i bandi in maniera da riuscire a prendere il più possibile delle somme disponibili per investirli in importanti progetti”.
 
Come intende procedere con lo spinoso problema dei rifiuti solidi urbani?
“La differenziata si è rivelata un vero flop. Molte persone mi dicono che non suddividono più la spazzatura in umido, plastica e carta perché poi, comunque, va a finire nello stesso compattatore. Per questo non si sforzano più di tanto, perché si sentono prese in giro. Penso che debbano essere attuate delle soluzioni alternative in merito ai rifiuti, anche perché in Sicilia le discariche sono sature”.
 
Come pensa di agire per lo sviluppo economico della città?
“Bisogna puntare sulle naturali vocazioni presenti in città e il turismo è una di queste. Abbiamo potenzialità di crescita enormi: nel 2017 abbiamo registrato circa 14 milioni di pernottamenti e siamo la nona regione d’Italia. Sono dei dati drammatici, perché non possiamo pensare di avere lo stesso numero di pernottamenti che ci sono nelle Marche. È necessario cambiare la cabina di regia, diversificando l’offerta turistica. Dobbiamo puntare sul turismo congressuale e fieristico, quello croceristico, anche se nel passato sono stati fatti degli errori, con la riduzione di circa il 50 per cento degli approdi, il turismo nautico con le nuove strutture portuali dedicate alle barche da diporto, quello enogastronomico, quello scolastico, in questo caso un investimento a lungo termine perché i quindicenni di oggi saranno i turisti di domani, e infine il turismo storico-militare. A Catania abbiamo il Museo dello sbarco, fortemente voluto da Nello Musumeci, ed è una delle più belle realtà museali al mondo. Attraverso di esso si può pensare a un circuito della memoria che potrebbe determinare flussi turistici notevoli, veicolati da una campagna promozionale di marketing mirata alle associazioni d’armi che vi sono in giro in tutto il mondo”.
 
Salvo Pogliese
 
Qual è la strategia necessaria al rilancio della città?
“Io penso che in questa città ci sia l’esigenza di un cambio generazionale, perché l’attuale sindaco ricopre questa carica da circa trent’anni, anche se non in maniera continuativa. Credo dunque che sia necessario voltare pagina, perché ci deve essere un rinnovamento. Io sto facendo una scelta coraggiosa, perché sto interrompendo un percorso qualificante all’interno del Parlamento europeo. Ho deciso di candidarmi a sindaco perché ho voluto compiere una scelta d’amore nei confronti della mia città”.

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