Indennità e fondi Psr volàno per l’agricoltura - QdS

Indennità e fondi Psr volàno per l’agricoltura

Raffaella Pessina

Indennità e fondi Psr volàno per l’agricoltura

mercoledì 10 Marzo 2010

Forum con Rosaria Barresi, dirigente generale dip. Interventi infrastrutturali per l’agricoltura

PALERMO – Con l’avvento della riforma dei dipartimenti è cambiato qualcosa per lei come dirigente generale?
“Sì, qualcosa è cambiato, ma siamo ancora in una fase di assestamento. Nel mio dipartimento vi sono alcune aree con valenze interdipartimentali e di supporto al Psr (Piano di sviluppo rurale) e all’autorità di gestione, poi abbiamo dei servizi specifici per i diversi settori. Approfittando di questa riforma si è cercato di fare in modo che i servizi per gli investimenti, il potenziamento e la diversificazione delle imprese ad esempio, venissero accorpate tutte all’interno di un unico servizio. Con il vecchio metodo invece le competenze erano sparse su quattro servizi. Con questo sistema l’impresa avrà a che fare con un solo servizio che avrà competenza per i settori vegetale, zootecnico, macchinari, interventi di diversificazione, agriturismo, ecc. E’ un indirizzo diverso quello che è stato studiato, cercando di accorpare tutte le competenze che interessano un medesimo settore dando un certo ordine”.
Di quante strutture disponete tra servizi ed aree?
“Ad oggi, abbiamo venti strutture. Specifico: l’area ha una funzione interdipartimentale e servente, mentre il servizio ha una valenza specifica ma non subordinata. Nei 20 servizi vi sono i 9 ispettorati che per fortuna non sono stati toccati.
Abbiamo presentato, con l’assessore Titti Bufardeci una proposta al tavolo che si occupa della nuova organizzazione dei dipartimenti, per inserire altri due servizi all’interno del dipartimento dell’agricoltura. Si tratta di due servizi funzionali, uno dei quali si occuperebbe di caccia, mentre in questo momento è unita all’ ambiente. Il secondo invece, riguarderebbe gli Ocm (organizzazioni comuni di mercato), uno strumento importantissimo regolamentare comunitario, che potrebbe in momenti di crisi come quello che abbiamo per ora nel settore agrumicolo, qualora avessimo dei forti programmi operativi, intervenire sul mercato. Mi è sembrato un po’ riduttivo, vista la situazione congiunturale che abbiamo in questo momento, metterlo all’interno di un altro servizio. Siccome ritengo sia prioritario e necessario lavorare oggi sulle Ocm, che è lo strumento comunitario che abbiamo oltre al Psr, vorrei che le venisse data una maggiore valenza”.
Il suo dipartimento è uno centri più importanti della spesa della Regione. Come si può fare per far arrivare rapidamente le risorse sul mercato, per dare ossigeno finanziario al sistema economico siciliano?
“La struttura del Psr (Piano regionale di sviluppo) prevede due tipi d’intervento: alcuni riguardano la competitività delle aziende e altri invece hanno una funzionalità ambientale. Significa che questi ultimi servono per la conservazione  e la protezione del territorio riguardano l’asse 2 e sono rappresentati da indennità compensative per le aree svantaggiate soprattutto di  montagna, quelle sopra i 600 metri slm. L’abbandono della coltivazione del terreno comporta una conseguenza di natura ambientale ed idrogeologica specifica. Noi diamo la possibilità di accedere alle indennità a quegli agricoltori che continuano a coltivare il terreno in zona svantaggiata. è un modo per mantenere i terreni coltivati e non mandare il terreno incontro a frane perché privo di coltivazione e alberi. Ci sono anche interventi per favorire le produzioni biologiche. Sulle misure 211 e 212, che sono proprio quelle delle indennità, abbiamo fatto dei bandi nel 2008 e abbiamo avuto risposte di molto superiori alle risorse che avevamo messo a bando. è stato quindi deciso, in un momento successivo, di far scorrere tutta la graduatoria e di finanziare tutte le richieste ammesse. Con il nuovo assessore Titti Bufardeci, visto il successo dell’iniziativa, abbiamo anche pensato ad una rimodulazione finanziaria per rimpinguare queste due misure e valutare anche la possibilità di fare un bando aggiuntivo per soddisfare tutte le richieste. A queste misure vengono ammesse comunque solo le aziende e non i privati”.
 


Protocollo d’intesa nella filiera fra Gdo e produttori. Strategie per l’accorpamento delle Pmi vitivinicole

State studiando delle novità per aiutare le aziende?
“Stiamo studiando una nuova operazione: un protocollo d’intesa tra diversi soggetti che operano nella fase della commercializzazione ed in particolare tra la grande distribuzione, i consumatori e le categorie agricole, per promuovere sia i prodotti a marchio riconosciuto, sia quelli che non hanno questo tipo di marchio, stabilendo un paniere completo che abbia un prezzo individuato e assicurando un prezzo vantaggioso per l’agricoltore. L’assessorato si farà carico di curare l’attività promozionale istituzionale. In un periodo di crisi come questo è stato necessario trovare altre strade, perché i vecchi metodi non portavano più risultati. Le imprese agricole sono in crisi e hanno bisogno di nuovi strumenti. Soprattutto nel settore della viticoltura il mese di settembre 2009 è stato molto difficile, perché le cantine sociali e i privati non stabilivano un prezzo di base per l’acquisto del prodotto da lavorare, con conseguenti ribassi disastrosi per il viticoltore.
Abbiamo fatto uno studio approfondito che a breve si concretizzerà in alcune azioni che sono state legate anche alle Ocm e che saranno previste all’interno della finanziaria regionale per favorire l’accorpamento delle cantine. Attualmente le cantine sociali sono 78, la maggioranza delle quali fa vino sfuso e solo una minoranza fa dell’imbottigliato. Dovremmo cercare di farne diventare la metà. Si tratta comunque sempre d’interventi per risolvere il momento di crisi”.

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