Autostrade, l’Ance Sicilia contro l’Anas - QdS

Autostrade, l’Ance Sicilia contro l’Anas

Antonio Casa

Autostrade, l’Ance Sicilia contro l’Anas

martedì 31 Agosto 2010

L’associazione dei costruttori edili mette a paragone le gestioni di Cas e Azienda autostrade: “La Pa-Ct è l’esempio lampante”. “La revoca della concessione è un pretesto per favorire le cordate del Nord. Non deve accadere”

PALERMO – Il provvedimento di revoca della Concessione delle autostrade siciliane al Cas da parte dell’Anas vuole favorire le cordate del Nord Italia. è quanto sostiene l’Ance (l’associazione dei costruttori) Sicilia, sintonizzandosi sulla stessa lunghezza d’onda del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. E lancia un appello affinché questo non avvenga. Sul provvedimento “firmato, a quanto si dice, dai ministri Matteoli e Tremonti si fanno tante congetture politiche, tanta dietrologia – è scritto in una nota -. Si vuole far risalire il provvedimento, alle spaccature nel Pdl siciliano, Miccichè da una parte ed Alfano – Schifani dall’altra. Ai siciliani, crediamo che tante congetture, tanta dietrologia, interessino poco o niente, solo chiacchiere per alimentare i discorsi nei bar. Ai siciliani interessa la sostanza dei fatti, la loro ricaduta sul territorio e sugli abitanti, niente altro”.
 
L’Ance ricorda che “in Sicilia esistono due gestioni del sistema autostradale isolano. La prima gestione è svolta direttamente dall’Anas tramite i suoi uffici periferici, su una rete di circa 450 km. La seconda gestione è svolta dal Cas (Consorzio autostrade siciliane), su concessione Anas, su una rete di circa 350 km: concessione adesso revocata. Le motivazioni che è dato conoscere che giustificano la revoca sono relative a: stato di degrado delle strutture e mancata manutenzione delle sovrastrutture, nella Catania- Messina, ma più nella Messina-Palermo; tali carenze determinano un alto grado di pericolosità per gli utenti e quindi un’alta incidentalità”.Ed è in base a tali motivazioni che “l’Anas da oltre due anni ha sollecitato il Cas a procedere celermente all’eliminazione delle carenze segnate”. Ma è qui l’incongruenza, secondo l’Ance. “Guardando da semplice utente il sistema autostradale siciliano, non sembra che la rete gestita direttamente dall’Anas stia meglio. Anzi osservando la Catania-Palermo si nota, per esempio, che alcuni tratti da tempo immemore sono ad una sola corsia, o che alcuni svincoli non sono stati mai aperti e connessi; osservando la Catania-Augusta si riscontrano problemi nelle gallerie, che hanno imposto vincoli formidabili sulle velocità tanto da retrocedere un’autostrada appena aperta a velocità da strada comunale; e si potrebbe continuare con la Palermo-Trapani e poi con il prosieguo a Mazara, e poi con la congestione costante della tangenziale di Catania, dei suoi svincoli con i rigurgiti di coda sulle corsie ordinarie.
 
Tutto questo solo a vedere la rete autostradale. Se si guarda la rete delle statali il discorso diviene ben più grave e bisogna stendere un velo pietoso su di esso. Se il parametro di confronto è quello della gestione diretta dell’Anas, non ci sono speranze per la rete Cas. Cioè peggiorerà ulteriormente”.Secondo l’Ance “negli ultimi anni dei timidi tentativi di miglioramento nella gestione del Cas sono stati avviati. Sono stati redatti e approvati bilanci consuntivi, mai prima redatti ed approvati, Si è iniziato a redigere il bilancio preventivo di gestione, strumento che consente una corretta programmazione della spesa in relazione agli obiettivi generali da perseguire ed ai risultati intermedi – misurabili – da raggiungere. Stando così le cose, con una rete diretta Anas che continua a peggiorare ed una rete Cas che, se non migliora, almeno risulta stabile, non è a nessuno chiaro il perché della revoca della concessione”.Per l’associazione “non c’è e non ci può essere alcuna dietrologia politica, non c’è e non ci può essere alcun siciliano che lavori contro la Sicilia. Si può pensare allora solo a motivazioni economiche: è in corso l’ennesimo tentativo di espropriare la Sicilia ed i siciliani della loro terra, alla faccia del federalismo. Quale scenario ci aspettiamo? Una società o una cordata del Nord verrà formata e si presenterà come salvatrice della rete autostradale siciliana. Per un piatto di lenticchie, più un corposo aiuto economico governativo, più un deciso sostegno di un sistema bancario amico, più una corte di famelici general contractor, la rete siciliana, come le fabbriche siciliane dopo l’unità d’Italia, prenderà il volo per il Nord.Non volendo assistere inermi a una tale rapina facciamo appello a tutte le forze socio-economiche affinché ciò non accada – sostiene l’Ance -. Chiediamo che le tante forze sane della Sicilia riprendano in mano il futuro della nostra”.

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