Quelli che fanno qualcosa per il niente - QdS

Quelli che fanno qualcosa per il niente

Carlo Alberto Tregua

Quelli che fanno qualcosa per il niente

mercoledì 06 Ottobre 2010

Etica & Valori

Diceva Ettore Petrolini (1884 – 1936): “C’è chi non sa far niente, ma lo sa far bene”. Un inno ai nullafacenti, agli inconcludenti, a quelli che sprecano la propria vita senza obiettivi. Tutti costoro fanno trascorrere il tempo, da sera a mattina e da mattina a sera, come se fosse infinito. Non si accorgono della sua limitatezza e di quella degli anni, mesi, giorni, ore e minuti.
Non solo, ma il far trascorrere in questo modo inutile il proprio tempo non li fa maturare, non gli fa capire l’errore grossolano dello spreco e continuano nel loro dissennato modo di vivere.
Però, spesso si danno da fare, si muovono, si agitano, insomma, cercano di fare qualcosa. Ma è qualcosa per il niente, perchè se nella vita di ognuno di noi non vengono fissati obiettivi di lungo periodo, sezionati in obiettivi corti e medi, non si costruisce nulla, non si arriva da nessuna parte. Si continua a restare in mare aperto in balia dei venti o delle tempeste o delle bonacce. Cristoforo Colombo (1451-1506), prima di vedere le Indie (pardon, le Americhe) stette per alcuni mesi immobile sul mare con le tre caravelle. Non ci poteva fare nulla, però il suo obiettivo era chiaro ed altrettanta lapalissiana la sua determinazione.

Chi, invece, ha ben chiaro che la vita deve essere spesa bene, per qualunque obiettivo positivo, ne utilizza  ogni minuto perchè deve costituire un modello per gli altri. Ognuno di noi ha l’obbligo non solo di fare il proprio dovere (famiglia, lavoro, educazione dei minori, solidarietà), ma deve dare agli altri l’esempio, non con le parole, ma con comportamento, probità ed efficenza. Guai a chi pensa di aver assolto il proprio compito, facendo egoisticamente il proprio interesse.
Ognuno di noi deve avere chiaro che viene prima l’interesse generale, cioè quello di tutti e poi il nostro. Ci deve essere chiaro che sebbene gli uomini siano un granello di sabbia nel deserto, tuttavia, tutti possiamo dare il nostro apporto al genere umano, costruendo con il nostro mattone lo stabile della società. Ma se il mattone è fragile o malmesso il nostro contributo è negativo. La consapevolezza di ciò che dobbiamo fare deve essere sempre presente in noi.

 
Ci sono tante cose da fare nella vita, fra le quali inframmezzare dei periodi di ozio creativo, cioè di sosta, senza però staccare la spina del cervello: questo prodigioso ordinatore ed archivio che consente in un  milionesimo di secondo di ricordare e di elaborare. Meno di mezzo etto di cellule grigie che fa crescere l’umanità scoprendo nuove mete e nuove cose, che esistono.
L’uomo spesso è affetto da due gravi malattie: la presunzione e l’onnipotenza. Poi, viene regolarmente  punito perchè anche nel lungo periodo due più due, magari tardi, fa sempre quattro.
La matematica non è un’opinione, ma una scienza quasi esatta. Infatti, come è noto, due rette parallele all’infinito s’incontrano. è proprio la relatività, teoria fondamentale di Albert Einstein (1879-1955), quella che ha consentito di fare molti progressi nell’apprendere questioni esistenti, ma sconosciute.

Lo studio dell’antimateria , dei buchi neri, delle gravi malattie che affiggono l’uomo (Hiv e cancro) del Dna (la mappa genetica) consente di fare piccoli ma significativi passi avanti, come il riconoscimento delle tecniche di riproduzione, con l’assegnazione del Nobel  2010 a Robert Edwards, checchè ne scriva il Vaticano. 
Combattere l’inutilità dei perditempo è un’impresa disperata. Se tutti mettessero a profitto quello che hanno a disposizione, tutta l’umanità andrebbe avanti molto velocemente. La zavorra di chi costituisce un peso è pesante da trascinare. Eppure c’è e bisogna fare i conti con essa, è inutile nasconderselo. C’è chi costruisce, c’è chi distrugge e c’è chi resta immobile. Delle tre categorie quest’ultima è la peggiore perchè consente di nascondersi dietro un apparente efficienza che poi si trasforma in nullità di comportamenti.
Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia. I codardi non fanno per non sbagliare. Le persone in gamba fanno rischiando di sbagliare, l’importante è che si sbagli in buonafede dopo avere riflettuto a fondo. L’importante è che si colpisca il bersaglio, qualunque esso sia.

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