Saper perdere consente di vincere - QdS

Saper perdere consente di vincere

Carlo Alberto Tregua

Saper perdere consente di vincere

martedì 12 Ottobre 2010
Napoleone Bonaparte (1769-1821)  sosteneva che è buona regola, qualche volta, arretrare in modo da consentire di prendere slancio per una nuova avanzata. Non una finta, ma un effettivo indietreggiare per riposizionarsi e puntare a vincere la mano o la partita. La strategia militare ha influenzato quella di mercato, tanto che vi è  un libro di Gerald Michealson su “Sun Tzu” che ricalca la strategia militare del generale cinese, vissuto cinquecento anni prima di Cristo.
Avanzare nella vita è un fatto automatico perchè utilizza il tempo che ognuno di noi ha a disposizione. Avanzare nelle proprie attività (familiari, sociali, lavorative e professionali) è un modo per spendere bene il proprio tempo. Mentre il metronomo lo scandisce in modo implacabile, ognuno di noi può ragionevolmente mettere in atto strategie in relazione agli obiettivi che vuole raggiungere.
Ed è proprio nel redigere il cronoprogramma che vi deve essere la capacità di modulazione fatta di avanzamenti, soste e ritorno sui propri passi. Nessuno può pensare di andare sempre avanti. Qualche volta bisogna aspettare: calati juncu ca passa la china.

In questo modo di procedere bisogna mettere in conto qualche sconfitta, tanti ritardi, molte delusioni. Ognuno di noi deve rinforzare il proprio carattere, sapendo che otto volte su dieci una nostra iniziativa riceve una risposta negativa. Il che significa abituarsi alle difficoltà, convivere serenamente con i dinieghi, constatare che chi lavora onestamente incontra una vita dura e, soprattutto, insegnare alle generazioni che seguono, con il proprio comportamento, che non si ha alcuna paura di perdere.
Si dice che i cavalli di razza si vedono alla lunga corsa. Nel ciclismo, i grandi passisti e i grandi scalatori sono stati quelli che hanno dimostrato di resistere a terribili sofferenze e difficoltà nell’affrontare il Giro d’Italia e il Tour de France, nei quali hanno percorso migliaia di chilometri. Molti di quei campioni hanno dimostrato una forza di carattere e una capacità di resistere alle contrarietà, facendo enormi sacrifici, riuscendo così a conseguire vittorie immortali. Essi non avevano paura di perdere sapendo di avere la ferma volontà di vincere.

 
La vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale. Ma chi sale fatica, pensando che poi, quando scenderà, sarà ricompensato. C’è chi si spaventa della fatica, c’è chi è consapevole che essa è indispensabile per conseguire obiettivi. Non tutti sono capaci di stringere i denti, di posporre in avanti l’esaudimento dei propri desideri, di comportarsi da formiche e non da cicale. Non tutti hanno consapevolezza del grande dono della vita che, d’altra parte, fa sudare tanto chi si impegna profondamente.
Certo, gli squilibri sono tanti. Vi è gente molto ricca che ha sempre vissuto di rendita ed altra molto povera che ha difficoltà a procurarsi il pane  quotidiano. Questa distorsione non è il frutto dell’idea liberale, ma di una cattiva politica fatta di privilegi e favoritismi, i quali danneggiano ovviamente i più deboli.
L’equità, ecco il grande valore di una Comunità. Le Costituzioni dei Paesi avanzati fanno di questo valore il loro leitmotiv. In realtà, poi, le Costituzioni occidentali spesso non sono osservate o sono osservate male: con il risultato che in una Comunità si diffonde iniquità e si penalizzano i bisognosi, quelli veri. 

Saper perdere consente di vincere. Sapersi rialzare dopo una caduta. Saper ricominciare dopo una sconfitta. Ecco, è il sapere che rende liberi. Chi non sa non vale, altro vecchio detto che dovremmo ricordare continuamente. Ed anche non importa quanto vali, importa quanto ti valutano. Ognuno di noi deve sapere che è sottoposto agli esami quasi giornalieri, i quali non finiscono mai. Deve augurarsi, ogni mattina, quando si sveglia, che nella giornata davanti a sè incontrerà poche difficoltà. è illuso chi pensa che il proprio agire sia fatto di buone intenzioni. Come è noto, infatti, la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Il che significa che bisogna essere attivi, fattivi ed operativi. Riposarsi quando serve, ma non eccessivamente. Per il resto dedicare le proprie capacità a costruire, mai a distruggere. Essere sempre per qualcuno per qualcosa; non contro qualcuno o qualcosa.

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