“Benissimo. È una sede stupenda, anche se poco conosciuta. Gela è la quinta città della Sicilia e la sede del Tribunale è paragonabile a città come quella di Ragusa”.
“Sull’organico del Tribunale di Gela ho aperto una querela con il Consiglio Superiore della Magistratura perché a mio avviso la distribuzione dei magistrati sul territorio italiano non può essere affidata solo al fatto che esiste un posto scoperto. Secondo la mia opinione il privilegio dell’autogoverno che è affidato al Csm va programmato. Occorre un dialogo sulla distribuzione dei magistrati nel territorio: è vero che devono andare nelle sedi di loro gradimento, ma per tale motivo non è possibile lasciare una scopertura nei tribunali, come è avvenuto a Gela dove in due mesi sono stati trasferiti otto magistrati su dodici. Questa situazione non mi ha demoralizzato, anzi mi ha portato a reagire. In tutto questo mi ha aiutato molto, di sua spontanea iniziativa, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che nella primavera dello scorso anno ha dimostrato di avere attenzione per la nostra sede e di essere a conoscenza dei fatti inviandomi una lettera dove il confermava la scopertura del Tribunale di Gela pari a due terzi e comunicava di aver disposto l’inserimento della nostra sede nell’elenco di quelle disagiate, previsto da un decreto che era stato creato per coprire i posti in Procura in Sicilia”.
“Il vuoto dei sei magistrati in meno nell’organico è stato coperto ottenendo sempre dal Ministero tutti i posticipati possessi nella massima estensione possibile, vincendo battaglie storiche con i presidenti dei Tribunali di Roma e Milano, motivando le mie richieste con una relazione dettagliata di sedici pagine. Una battaglia per garantire la giustizia al cittadino. Un’altra iniziativa che ho intrapreso è stata quella di inviare 62 e-mail a quei magistrati che conoscevo in Italia e che pensavo potessero avere interesse a venire a Gela. Mi hanno risposto solo in due, uno da Catania e uno da Roma. Il Csm a sua volta è intervenuto e al momento la sede ha otto magistrati su dodici, il vuoto di quattro posti sarà coperto l’8 aprile con l’arrivo di altri magistrati. In totale l’organico sarà coperto da 14 persone: dodici magistrati, un presidente di Tribunale e un presidente di sezione”.
“Al momento attuale il settore civile. Per ovviare a tale situazioni io, insieme agli altri colleghi, stiamo attuando già da novembre un progetto innovativo ideato da me e che risponde alle esigenze del territorio. L’economia di Gela è di tipo industriale, mentre Butera e Mazzarino conservano un’economia fondamentalmente agricola. Grazie a questo studio abbiamo visto come coniugare l’esigenze di smaltire le cause vecchie con quella di andare incontro ai bisogni del territorio, capire quali sono le cause che interessano l’economia locale. Ad esempio per Butera e Mazzarino serve portare a termine le cause risarcitorie come il recupero credito”.
“Ho dato lo stop al progetto il 30 giugno del 2010 e a quella data il progetto ha comportato per il settore civile l’attenzionamento da parte nostra a tutti i processi quinquennali che sono passati da 862 a 273. Da giugno a dicembre del 2010 queste 273 cause civili pendenti sono state quasi del tutto azzerate. Mentre nel settore penale, al 31 giugno del 2010, le pendenze ultra triennali erano di soli 43 processi davanti al giudice monocratico. Dunque dal punto di vista dello smaltimento dei processi siamo a posto, l’unico problema che dovrò risolvere quest’anno è quello dei giovani che arrivano al Tribunale purtroppo non possono essere utilizzati nel monocratico penale”.
“La deroga è stata fatta solo per la Procura. Prima i giovani magistrati non potevano svolgere le funzioni di sostituto procuratore ora con la modifica possono. Per i giudici la deroga non è stata fatta quindi per i primi due anni non li potrò utilizzare per il dibattimento penale”.
“Sì, la gente è portata a fare cause anche se sono aumentate le tasse per avviarle. Un certo crollo dovuto all’aumento delle stesse si è verificato però dal Giudice di pace”.
“C’è una struttura con quattro giudici. Il mio ruolo è di vigilanza e in futuro implementerò il rapporto con i Giudici di pace perché abbiamo in atto il trasferimento dell’ufficio nei nuovi locali del palazzo di Giustizia di Gela. Una bellissima cittadella giudiziaria che sta prendendo vita e già in questo mese sarà operativa”.
“Attualmente sono sei. Il loro sostegno è basilare, fungono da giudici dell’esecuzione mobiliare e immobiliare e penso di continuare ad utilizzarli in tale ambito. Sempre in questo settore, ho in corso un progetto di informatizzazione del servizio e della delega delle vendite all’Istituto giudiziale che curerà la custodia e le vendite”.
“Dev’essere un buon manager, avere buone capacità di organizzazione ed è importante il lavoro di squadra, un presidente da solo non riesce a fare nulla. Io faccio continue riunioni con i colleghi per creare un clima di corresponsabilità. Il lavoro di tutti crea l’immagine esterna del Tribunale e i giudici devono capire che il fattore tempo è un elemento di qualità del lavoro giudiziario. Le sentenze fuori tempo sono un elemento di criticità”.