“Il mio amore per la Sicilia è innanzitutto amore per la sua storia, per la sua cultura millenaria, per la sua tradizione. Quando Gioacchino Lanza Tomasi di Lampedusa, anch’egli siciliano, era direttore all’Istituto italiano di cultura a New York, io lavoravo come consulente alla casa italiana della Columbia University. Il nostro amore per la Sicilia si è da subito trasformato in un grande sodalizio volto a promuovere oltreoceano la cultura e gli artisti siciliani come Enzo Sellerio o altri meno conosciuti. Così ad esempio è stato con l’artista di Sciacca Franco Accursio Gulino, le cui opere sono state in mostra al Brooklyn College di New York. La mostra è stata un grande successo per Accursio che è stato cosi conosciuto da un pubblico internazionale.
La mia collaborazione con Tomasi di Lampedusa è continuata a New York nel segno della promozione dell’eccellenza siciliana, essendo sempre in contatto con intellettuali e artisti dell’Isola”.
“A tutti i livelli. L’obiettivo principale è appunto quello di promuovere la cultura siciliana e gli esponenti siciliani che al meglio la rappresentano. Io personalmente, sono molto attenta alla scena artistica siciliana e sono molto sensibile agli artisti emergenti oltre che alla continua volontà di far perpetuare nel tempo i grandi personaggi del passato
Tra gli imminenti progetti, c’è quello di una mostra che ospiterà al Brooklyn College l’artista di Cefalù Francesco Liberto nel mese di ottobre 2011. Insieme, stiamo lavorando a questo progetto che dovrebbe avere luogo in ottobre 2011 in occasione del mese dedicato alla cultura italiana”.
“Oggi i vecchi stereotipi sopravvivono solo a livello cinematografico e l’immagine della Sicilia, come fotografia di un paese povero durante il secondo dopoguerra, è solo un lontano ricordo. La mia generazione si è ben adattata e assimilata alla cultura americana, ma non ha dimenticato le proprie radici che cerca di far sopravvivere attraverso la conoscenza di un’idea moderna della Sicilia. La cultura siciliana ha grandi eccellenze che gli americani apprezzano. Scrittori come Pirandello, Sciascia, Camilleri, pittori come Guttuso, sono stimati esponenti della cultura siciliana vista come cultura universale”.
“Penso che oggi gli Stati Uniti hanno fatto molto per combattere la mafia siciliana che in passato aveva un potere maggiore. Oggi in America l’idea di mafia è associata ai gruppi cinesi o russi. Della Sicilia si parla ormai come un luogo turistico da apprezzare, un posto con una storia millenaria che ha molto da offrire. Anche la ristorazione siciliana a New York si è evoluta e ha contribuito a restituire un’immagine diversa. New York è ormai piena di ristoranti siciliani che sono considerati al top della cucina, e che offrono eccellenze culinarie. Italo-americani e non solo, riconoscono nella Sicilia una certa modernità dal punto di vista culturale. Non solo. Aumenta anche l’interesse turistico per quest’Isola”.
“Non tanto la famiglia (nessun familiare è rimasto a Porto Empedocle) quanto gli amici e l’amore in assoluto per questa terra. I miei sentimenti non sono di nostalgia e di ricordi ma di interesse e curiosità. Ritorno spesso in Sicilia e quello che maggiormente mi affascina è l’idea di modernità che continua ancora a convivere con un forte passato fatto di storia e tradizioni.C’è in Sicilia un tessuto storico che mi ricorda il Medio Oriente. Il processo di globalizzazione ha investito anche la Sicilia che, con equilibrio, ha saputo bilanciare l’impulso alla modernità e le solide radici nel passato. Riconosco nella Sicilia e nei suoi abitanti uno straordinario livello di energia e di creatività, di calore umano, che rende questa terra unica. Poi, a livello personale, amo essere siciliana. Fa parte di me. è nel mio sangue”.