Sostegno alle imprese, così riparte l’economia - QdS

Sostegno alle imprese, così riparte l’economia

Alessio Petrocelli

Sostegno alle imprese, così riparte l’economia

lunedì 16 Marzo 2009

Forum con Adolfo Urso, sottosegretario ministero Sviluppo economico

È in approvazione al Parlamento una norma che riscrive la legge 181/89 per le aree siderurgiche ed estende gli incentivi ad altre aree. Qual è la sua delega?
“Io mi occupo di commercio estero, il che non significa solo esportazione ma anche internazionalizzazione, investimenti all’estero ed anche investimenti dall’estero in Italia”.

In questa particolare congiuntura ovviamente le difficoltà sono aumentate, come state procedendo?
“La situazione è veramente difficile. Questa crisi globale, sta colpendo innanzitutto i consumi ed il commercio mondiale. Il nostro paese fortunatamente sta resistendo meglio degli altri paesi Europei. Il secondo livello della crisi mondiale è avvenuta nella bolla immobiliare, in questo l’Italia non c’entra perché l’87 per cento dei cittadini italiani possiede una casa di proprietà sulle quali c’è spesso un piccolo mutuo rispetto al valore della casa. In America, in Gran Bretagna ed in Spagna è accaduto il contrario, hanno comprato case indebitandosi con mutui che sono superiori al valore della casa. Quindi da questi due fenomeni della crisi, il debito privato ed i mutui della bolla immobiliare, le famiglie italiane sono preservate e per questo motivo reggono i consumi interni.
“Essendo un grande paese esportatore, il 6° precisamente, risentiamo del calo delle nostre esportazioni a causa del crollo dei consumi altrui.
“I dati di gennaio e di oggi in Italia sono -35 per cento , in Giappone -47 per cento, in Cina -70 per cento, cifre impressionanti causate dal blocco del commercio mondiale.
“Per la tipologia di crisi sono colpite soprattutto quelle imprese e quelle regioni che sono più dinamiche e quindi più propense all’esportazione.
“Colpisce meno il mezzogiorno perché esporta meno. La Sicilia è tra le regioni del mezzogiorno quella che esporta di più, quasi il 3 per cento delle esportazioni italiane, la Lombardia il 30 per cento e la Calabria lo 0,1 per cento. Esportiamo dalla Sicilia soprattutto prodotti energetici che hanno altre dinamiche, inoltre esportiamo prodotti agro alimentari e alimentari che sono in generale quelli anticiclici”.

Come resistere meglio? Magari dando dei supporti?
“Uno strumento è quello della finanza all’impresa perché il problema è la stretta finanziaria che le banche hanno determinato sul sistema produttivo. Da qui derivano gli interventi recenti del Governo sulle banche. Sappiamo che la prima parte del 2009 sarà durissima, le esportazioni italiane crolleranno come d’altra parte in tutti i paesi, dall’inizio del 2010 si spera nella ripresa.
“L’amministrazione americana prevede una caduta del Pil, per il 2009, del 3 per cento ed individua il 2010 come momento per la ripresa, dato che il nostro principale mercato extraeuropeo è quello degli Stati Uniti se loro riprendono a consumare noi riprendiamo ad esportare”.

Ci sono possibili sviluppi economici in previsione per la Regione Sicilia?
“Io credo che le possibilità di sviluppo in Sicilia siano reali, tra l’altro ho letto che operatori cinesi sono in procinto di investire in infrastrutture logistiche sull’isola, io mi recherò in Cina nel mese di aprile .
“In questo momento c’è una particolare attenzione da parte di investitori stranieri e di fondi pubblici o privati stranieri, cinesi, arabi e russi, cioè di coloro che investono a livello internazionale perché in questo panorama di crisi globale l’Italia appare un paese più solido e c’è molto più interesse oggi di un anno fa”.

Si dice che a Termini Imprese, dove lavorano 1300 persone, un gruppo cinese avrebbe interesse a rilevare tutto il comprensorio per convertirlo in struttura turistica, ciò comporterebbe l’utilizzazione di circa 5.000 persone, cosa può dirci a questo proposito?
“Nel provvedimento legislativo che sto seguendo in Parlamento e che dovrebbe essere approvato dalla Camera in via definitiva e poi dal Senato entro metà aprile, c’è anche una norma che riscrive la legge 181 sulle aree siderurgiche in crisi, consentendo di allargare l’utilizzo della stessa norma  anche ad altre aree di crisi e questo può consentire la riconversione di certe aree produttive ad altro fine con degli incentivi particolari”.

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