In Italia natalità a picco, ma la Sicilia va "controcorrente" - QdS

In Italia natalità a picco, ma la Sicilia va “controcorrente”

Liliana Rosano

In Italia natalità a picco, ma la Sicilia va “controcorrente”

martedì 14 Febbraio 2012

Secondo l’ultimo rapporto della Società Italiana di Pediatria il 20,2% degli under 18 vive nell’Isola.La nostra regione tra le più giovani, ma al Nord migliori opportunità di salute.
 

PALERMO – Chi l’avrebbe detto che la Sicilia è un paese di giovani. Anzi giovanissimi. Secondo i dati dell’ultimo "Libro Bianco 2011 La salute dei bambini " – realizzato da Società Italiana di Pediatria (Sip), Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Società Italiana Medici Manager – nell’Isola vivono il 20.2% di under 18.
 
L’Isola è quindi una delle regioni più giovani anche se però questo dato deve essere letto in un contesto più ampio, quello nazionale, dove la natalità decresce sempre di più facendo dello Stivale un paese vecchio. I numeri parlano chiaro: dal 1871 al 2009 la natalità in Italia si è quasi dimezzata (-74,25%) e attualmente si assesta a 9,5 bebè ogni mille abitanti contro per esempio la Francia, la Svezia e il Regno Unito. Stando ai dati il nostro rischia anche di rimanere un Paese di "nonni senza nipoti".
 
Lo studio conferma quindi il rapido processo d’invecchiamento che si sta delineando nel nostro Paese: sebbene la popolazione italiana dal 2001 al 2010 sia aumentata del 5,9%, l’incremento non ha interessato la fascia d’eta’ 0-18 anni, diminuita del 2,64%. A livello territoriale, la percentuale maggiore di under 18 (21,6%) si registra in Campania che ormai da anni detiene il record di regione "piu’ giovane". Valori elevati anche nella Provincia di Bolzano (21%), in Sicilia (20,2%) e in Puglia (19,6%). Al contrario, la regione con la struttura per età meno sbilanciata verso la classe ‘giovane’ è la Liguria (14,6%), da anni la regione ‘più vecchia dello Stivale.
 
Quanto alla mappa delle nascite, il Rapporto mostra un’Italia spaccata in due: un Nord dove nascono più bambini e dove ci sono migliori misure di welfare. Secondo il Rapporto, nel biennio 2008-2009 i valori più alti di natalità si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (10,7 per mille), nella Pa di Trento (10,4) e, a pari merito, in Valle d’Aosta e Campania (10,3), mentre i valori più contenuti si riscontrano in Molise (7,6), Liguria (7,7) e Sardegna (8,1). Proprio la Liguria è la regione più vecchia, con il 14,6% di under 18, mentre i più giovani sono i campani (21,6%), gli abitanti della Pa di Bolzano, i siciliani e i pugliesi.
I dati dell’Osservatorio, inoltre, denunciano anche una ”profonda disomogeneità dei servizi assistenziali nelle diverse regioni’, ciò significa che le opportunità di salute non sono le stesse per tutti i bambini italiani o, in altri termini, essere bambino nel Sud d’Italia non è egualmente facile che esserlo nel Nord-Est del Paese’. Cosi’ come risulta disomogenea l’assistenza ospedaliera in pediatria. Anche se – rileva l’indagine – oggi i bambini italiani possono ancora fare affidamento su una fitta rete di pediatri territoriali, ma c’è il rischio che già a partire dal 2015, i pediatri disponibili per l’assistenza primaria ai bimbi italiani diminuiscano in modo drastico in quanto una grande quota di questi andrà in pensione. Sull’assistenza pediatrica la Sicilia sembra non soffrire della carenza dei medici specialisti. Questi almeno i dati dell’ultima indagine di Altroconsumo, che ha rilevato una buona disponibilità su Palermo del numero dei pediatri.
L’associazione dei consumatori, in un’inchiesta condotta in nove capoluoghi italiani denuncia le lacune del sistema pediatrico pubblico insieme a quello del Servizio sanitario nazionale.
Le città coinvolte nello studio sono Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova, Bari, Firenze, Bologna e Palermo. A tutti gli sportelli sono state chieste le informazioni necessarie per scegliere un pediatra. L’obiettivo era quello di verificare sia la qualità e la completezza delle informazioni fornite dagli impiegati, sia la disponibilità di medici con posti liberi. Sono stati anche visitati i siti internet delle Asl, controllando la presenza di indicazioni utili e l’eventuale possibilità di scegliere il pediatra online.
 

 
Pediatri. Copertura irregolare sul territorio
A Milano, Napoli, Firenze e Bologna i pediatri con posti liberi sono pochissimi mentre buona è la disponibilità a Torino e Palermo. E le famiglie sono costrette ad accontentarsi di medici che non sempre soddisfano le loro esigenze. Per questo, chi se lo può permettere economicamente opta per il pediatra privato A Milano, per garantire la copertura pediatrica obbligatoria, è stato aumentato il numero di pazienti per ogni medico. Una soluzione tampone: sarebbe stato più opportuno aumentare i pediatri" Perché i pediatri sono così pochi? Secondo Altroconsumo è una questione di numeri: la convenzione che regola il rapporto tra pediatri e Asl prevede che in ogni Comune ci sia un pediatra per ogni 600 abitanti di età tra zero e sei anni. Il medico può avere in cura fino a 800 pazienti, ma anche molto più grandi, tra 0 e 14 anni di età. In realtà a sei anni un bambino potrebbe essere trasferito dal medico di base. In genere, però, i genitori preferiscono lasciare i bambini in cura dal pediatra fino ai 14.

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