Fondi Ue per infrastrutture, 3 anni cruciali - QdS

Fondi Ue per infrastrutture, 3 anni cruciali

Rosario Battiato

Fondi Ue per infrastrutture, 3 anni cruciali

mercoledì 25 Aprile 2012

Nei giorni scorsi, l’eurodeputato siciliano Salvatore Iacolino (Pdl) ha lanciato l’ennesimo allarme: a rischio 5,7 mld. L’assessore Russo ricorda: la Regione gestisce solo l’8,7% della spesa, il resto è in mano a società statali

PALERMO – Sulle infrastrutture inutile continuare a piangersi addosso. Questo il messaggio dell’eurodeputato Salvatore Iacolino che ha ribadito il ritardo per le procedure di spesa in Sicilia. La media di spesa siciliana, secondo dati forniti dal parlamentare europeo, è pari al 41% di stanziamenti di impegno e appena il 12% dei pagamenti. Un dato anche politico, contestato da alcuni settori dell’amministrazione regionale, come Pier Carmelo Russo, che ha ribadito come l’eurodeputato sia “poco informato” in rapporto al fatto che solo l’8,79% dei fondi europei per le infrastrutture è gestito dalla Regione, mentre il restante 91,21% è in mano a società ed enti statali come Anas, Rfi e Ferrovia Circumetnea. 
L’occasione per la diffusione degli ultimi dati è giunta nei giorni scorsi, quando l’eurodeputato siciliano Salvatore Iacolino ha incontrato il Commissario per gli Affari Regionali, Johannes Hahn, per discutere dello stato dell’arte dei Grandi Progetti nell’ambito dei finanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. I dubbi permangono sull’implementazione di grandi opere infrastrutturali annunciate in alcune regioni meridionali, tra cui, appunto, la Sicilia.
“Il Governo Italiano ha concordato con la Commissione una strategia di intervento per stimolare alcuni governi regionali del Meridione in ritardo – ha spiegato Hahn – allo scopo di accelerare le procedure di spesa con il vincolo temporale del 2013, ma le opere dovranno essere realizzate e i pagamenti effettuati entro il 2015. Non c’è più tempo da perdere al Sud, soprattutto in Sicilia”. E la Sicilia di tempo pare che se ne sia già giocato parecchio. Lo confermano i numeri espressi da Iacolino. “A fronte di una media europea che si attesta attorno all’80% di impegni e al 40% di pagamenti, appare imbarazzante la performance della Sicilia con 41% di stanziamenti di impegno e soltanto 12% di pagamenti”. Praticamente siamo a circa la metà, nel migliore dei casi, di quanto si spenda nel resto d’Europa. Come avere una tavola imbandita, essere affamati, ma sedersi e non consumare nulla, o quasi.
Secondo l’europarlamentare pidiellino c’è il rischio concreto che si perdano circa “5,7 miliardi di euro del Fesr”. In ballo restano dei passaggi veramente strategici per lo sviluppo dell’Isola. “Proveremo a recuperare il finanziamento su alcune progettualità (quattro corsie della Caltanissetta-Agrigento, velocizzazione PA-AG, dissalata Aragona-Gela, anello ferroviario di Palermo ad esempio) – ha concluso Iacolino – con il concorso responsabile degli Enti coinvolti, sempre che la Regione Siciliana mostri un sussulto di orgoglio essenziale per evitare il disimpegno delle risorse comunitarie”.
Alla Regione non è tutto così nero, perché le responsabilità vanno definite per bene. La ‘spesa certificata’ è solamente quella porzione che ha compiuto l’intera procedura prevista dai regolamenti UE, e pertanto occorre tenere conto che i passaggi sono diversi: programmazione della spesa, finanziamento del singolo progetto e poi l’attuazione, che compete ai Comuni, o chi per loro, che devono indire la gara e aggiudicarla.
L’Amministrazione Regionale (Dipartimenti) è una parte del processo di spesa; essa gestisce la spesa a regia (per cui gli attuatori sono i Beneficiari ad esempio gli Enti Locali: Comuni e Provincie), oppure, come ha spiegato Pier Carmelo Russo le società statali.

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