Barnier, “Ecco le linee guida dell’Ue per negoziato su futuri rapporti con Gb dopo la Brexit” - QdS

Barnier, “Ecco le linee guida dell’Ue per negoziato su futuri rapporti con Gb dopo la Brexit”

Barnier, “Ecco le linee guida dell’Ue per negoziato su futuri rapporti con Gb dopo la Brexit”

martedì 04 Febbraio 2020

Brexit, il negoziatore capo di Bruxelles ha esposto le direttive per le relazioni future. Prossimo passo l’ok del Parlamento europeo e del Consiglio Affari generali

BRUXELLES – Il negoziatore capo dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha presentato ieri, durante una conferenza stampa a Bruxelles, la proposta di direttive negoziali per le le relazioni future che la Commissione europea ha approvato ieri, e che sarà sottoposta all’approvazione del Parlamento europeo mercoledì prossimo e del Consiglio Affari generali il 25 febbraio.

Barnier ha confermato la linea già nota dell’Ue, secondo cui il livello di ambizione degli accordi di partenariato con il Regno Unito, in particolare in campo commerciale, un particolare per i prodotti, (l’obiettivo ideale è quello di avere “un Free Trade Agreement con zero dazi e zero quote”, ha sottolineato) dipenderà dall’esistenza o meno di un “level playing field” (condizioni di parità) in particolare riguardo alle norme sociali, ambientali, sul clima e sugli aiuti di Stato, per evitare che ci sia “concorrenza sleale”.

Il riferimento al “level playing field”, ha ricordato il capo negoziatore, non è una sorpresa: fa parte degli impegni sottoscritti dall’Ue e dallo stesso primo ministro Britannico Boris Johnson nella “Dichiarazione politica” firmata il 17 ottobre scorso, che ha accompagnato l’Accordo di recesso del Regno Unito.

Barnier, comunque, ha puntualizzato che l’Ue non chiede un “allineamento” di norme e standard britannici a quelli dell’Ue, anche perché, ha ricordato, questo accordo di free trade, al contrario degli altri già conclusi (in particolare con Canada, Giappone e Corea del Sud), invece spingere verso la convergenza, con il Regno Unito dovrà cercare di “controllare la divergenza” delle norme.

Un’altra condizione importante è quella sull’accordo per la pesca fra Ue e Regno Unito, che, ha detto Barnier, dovrà essere “incluso” nell’accordo più generale sulle relazioni future: dovrà essere garantito l’accesso alle acque britanniche per i pescatori dell’Ue, e reciprocamente l’accesso alle acque Ue per i pescatori britannici, nel quadro del sistema di quote di pesca; e la stessa reciprocità dovrà valere per l’accesso dei prodotti della pesca ai rispettivi mercati.

Infine, riguardo al futuro accordo nel settore della cooperazione giudiziaria e della sicurezza, ai britannici verranno poste tre condizioni: “Innanzitutto, il rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo; secondo, dovranno essere rispettate le regole Ue sulla protezione dei dati personali; terzo, la cooperazione dovrà essere sottoposta a un meccanismo di risoluzione delle controversie efficace in cui dovrà avere un ruolo importante la Corte europea di Giustizia”, ha concluso Barnier.

Boris Johnson ha delineato la sua visione per un futuro accordo commerciale tra Regno Unito e Unione Europea, sottolineando che “non è necessario” che Londra segua le norme di Bruxelles. Il premier britannico si è detto favorevole piuttosto a un’intesa di libero scambio sul modello di quella tra Ue e Canada, affermando che la Gran Bretagna non rimetterà mano all’accordo di divorzio se il negoziato che parte tra poche settimane non produrrà l’esito voluto.

Sull’altra sponda della Manica il capo negoziatore europeo Michel Barnier ha detto che un’intesa “ambiziosa” a cui la Ue è favorevole richiede il cosiddetto “level playing field”, un “piano di parità” in ambito normativo. Barnier ha anche chiesto un accesso reciproco alle acque di pesca.

L’accordo Ue-Canada prevede l’abolizione delle tariffe sulla maggior parte dei beni scambiati tra i Paesi Ue e il Paese nordamericano, anche se ci sono ancora controlli doganali e Iva.

I flussi dei servizi, molto importanti per il Regno Unito, tra Ue e Canada, subiscono però forti restrizioni. Johnson ha usato il suo discorso sulla “liberazione del potenziale britannico” per evocare la prospettiva di un ritorno alle regole del Wto se l’Unione non vorrà sottoscrivere un accordo stile canadese.

Nel suo discorso a Greenwich, nel sudest di Londra, il premier ha affermato: “Ci è stato spesso detto che dobbiamo scegliere tra un pieno accesso al mercato Ue, accettando le sue norme e i suoi tribunali come fa la Norvegia, o un ambizioso accordo di libero scambio che apre i mercati ed evita la pletora di norme Ue, sull’esempio del Canada”. “Abbiamo fatto la nostra scelta, vogliamo un accordo di libero scambio, simile a quello del Canada ma nell’improbabile eventualità che non ci riusciamo, allora il nostro commercio sarà basato sull’accordo di ritiro esistente con la Ue”.

La scelta chiaramente non è “accordo o non accordo. La questione è se concordiamo un rapporto commerciale con la Ue paragonabile a quello del Canada, o piuttosto dell’Australia. In entrambi i casi non ho dubbi che la Gran Bretagna prospererà fortemente”. Johnson ha detto che non è necessario che Londra adotti le regole in vigore a Bruxelles “su concorrenza, sussidi pubblici, protezione sociale, ambiente o altro di simile, non più di quanto la Ue sia obbligata a seguire le regole britanniche”.
Il premier ha detto che perseguirà “un accordo pragmatico sulla sicurezza, proteggendo i nostri cittadini senza calpestare l’autonomia dei rispettivi sistemi legali”. Inoltre, secondo Johnson, la Gran Bretagna è pronta a stringere un’intesa sulla pesca con la Ue, soggetta a revisioni annuali.

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