Messina, per le baraccopoli una partita infinita - QdS

Messina, per le baraccopoli una partita infinita

Messina, per le baraccopoli una partita infinita

giovedì 04 Giugno 2020

Botta e risposta tra ArisMe e Governo nazionale sulle risorse da destinare al Risanamento. All’esame del Parlamento diverse proposte per sanare questa ferita nel cuore della città

MESSINA – Sbaraccare, risanare le aree degradate. Ogni tanto qualcosa fa riemergere questo vecchio e persistente dramma tutto messinese, ogni tanto la soluzione sembra vicina poi si torna al senso di “frustrazione e sfiducia”, come quello provato dal presidente di ArisMe, Marcello Scurria, dopo le dichiarazioni del ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.

Solo alcuni giorni prima la parlamentare di Forza Italia Matilde Siracusano aveva annunciato l’avvio dell’iter della proposta di legge, di cui è prima firmataria, sulla gestione dell’emergenza baraccopoli che prevede uno stanziamento da 250 milioni di euro, dal 2020 al 2022, e la nomina di un commissario straordinario che si avvarrà dell’Agenzia come soggetto attuatore, l’istituzione di Zes per favorire la ripresa e lo sviluppo delle attività imprenditoriali e degli investimenti a Messina con interventi per l’inclusione sociale e la formazione professionale.

“Il testo del provvedimento depositato alla Camera dei deputati – ha dichiarato la parlamentare al momento della presentazione del documento – e che ha l’obiettivo di cancellare la vergogna delle baraccopoli, 72 insediamenti nel centro urbano dove vivono ancora ottomila persone, è stato incardinato in Commissione Ambiente e arriverà in Aula a luglio”.

Le baracche sono una vergogna nazionale da rimuovere, secondo Provenzano (Pd), ma la strada da seguire non è detto che sia quella della legge speciale. Non c’è però solo la proposta di Forza Italia. Il deputato Pd Pietro Navarra, ha annunciato nei giorni scorsi la presentazione, sempre in Commissione Ambiente, di un disegno di legge sul Risanamento, che accorpa in un unico testo normativo le quattro proposte analoghe presentate dalle varie forze politiche (oltre Forza Italia c’è quella del Pd, del Movimento 5 stelle e di Fratelli d’Italia).

“Pur dichiarando la disponibilità del Governo – ha detto Scurria – il ministro ha messo dei paletti che potrebbero affossare definitivamente il tentativo di intervenire con la massima urgenza e con tutti gli strumenti a disposizione per risolvere la drammatica quanto conclamata emergenza socio-sanitaria- ambientale”.

Eppure bisogna far presto, anche perché, in situazioni particolari, le baraccopoli si potrebbero trasformare in problemi molto difficili da gestire. Basti pensare che, in piena emergenza Coronavirus, è stato varato un piano di evacuazione del Comune in caso di contagi all’interno delle aree degradate.

“Non esiste alcun conflitto di competenze – ha sottolineato il presidente ArisMe – con la Regione siciliana, né serve scomodare la Costituzione per un intervento legislativo dello Stato. La Giunta regionale, su richiesta del sindaco Cateno De Luca, consapevole delle difficoltà di risolvere la questione con la legislazione vigente, ha avanzato la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza che il precedente Governo ha liquidato con una risposta burocratica. Non vorrei che la storia si ripetesse con le proposte di legge in esame, che prevedono, mutuando dalla legge Sblocca cantieri, la nomina di un commissario straordinario con poteri derogatori”.

“La legge siciliana – ha aggiunto Scurria – non ha dato i frutti sperati e la situazione di chi vive in quelle strutture fatiscenti è peggiorata. L’Agenzia per il risanamento ha trovato macerie. Si è dovuto prendere atto che decine di milioni di euro assegnati da anni dalla Regione siciliana non erano stati spesi, mentre la situazione si era addirittura aggravata rispetto al 1990. Il ministro ha voluto precisare che il Governo non potrà sanare eventuali responsabilità. Nessuno chiede di emendare e/o sanare nulla. Si accertino pure tutte le responsabilità ma si decida, si intervenga, al più presto. Bisogna mettere in condizione chi deve risolvere il dramma di migliaia di famiglie di trovare soluzioni rapide”.

Il ministro, richiamando anche la fase attuativa della Legge del 2018 che istituisce l’Agenzia per il risanamento, ha fatto riferimento a “inchieste in corso molto delicate”. “Le indagini – ha concluso il presidente di ArisMe – sono sempre legittime. Quello che è insolito è che ad annunciarle sia un ministro”.

Da Messina, insomma, arriva un’esortazione a far cadere dubbi e perplessità e a contribuire a velocizzare l’iter parlamentare della legge speciale. Vedremo se a Roma ascolteranno o meno.

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