Rilevata una diminuzione (-50%) delle segnalazioni di ricerca archeologica clandestina. Sequestrati 329 beni culturali illecitamente sottratti, per un ammontatare di 130mila euro
SIRACUSA – Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) dei Carabinieri ha pubblicato i dati relativi alle attività condotte nel 2019 che hanno visto impegnati i militari della Sezione di Siracusa in molteplici ambiti di intervento, con una particolare attenzione ai fenomeni criminosi del traffico illecito di beni archeologici e delle aggressioni in danno dei beni immobili di natura paesaggistica e archeologica.
Da questi dati si rileva una diminuzione delle segnalazioni di ricerca archeologica clandestina (-50%) mentre, per quanto concerne il recupero di reperti archeologici, i dati statistici confermano la tendenza dell’anno precedente: 310 a fronte dei 312 del 2018.
Per quanto riguarda i reati in danno di beni immobili sottoposti a vincoli paesaggistici e archeologici, sono stati perseguiti sette reati con il conseguente sequestro di tre beni immobili (nei territori comunali di Siracusa e di Portopalo di Capo Passero), quindi, la sostanziale conferma della tendenza degli ultimi anni. La strategia di intervento del Nucleo Tpc di Siracusa si è articolata lungo due direttrici principali: l’azione di prevenzione (rappresentata dalle molteplici attività ispettive) e l’azione di contrasto (attraverso le indagini di polizia giudiziaria). L’azione di prevenzione dei reati, condotta in collaborazione con i reparti dell’Arma Territoriale e con la Soprintendenza ai Beni culturali, ha portato all’effettuazione di ben 212 controlli. Tra questi figurano anche i controlli per la sicurezza degli obiettivi a rischio, quali musei, biblioteche e aree archeologiche, e delle aree tutelate da vincoli paesaggistici.
I controlli preventivi hanno riguardato anche gli esercizi commerciali di settore, con svariate verifiche amministrative presso i mercatini, le fiere e gli esercizi antiquariali. Questi tipi di controlli ricoprono un ruolo fondamentale per il contrasto della ricettazione di oggetti trafugati. I dati acquisiti nel corso delle ispezioni sono stati poi incrociati con quelli presenti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che contiene informazioni sulle opere da ricercare e sugli eventi delittuosi collegati. Nello specifico sono state effettuate nove verifiche alla sicurezza di musei, biblioteche ed archivi; 107 controlli nelle aree archeologiche; 73 controlli alle aree tutelate da vincoli paesaggistici; 23 controlli presso esercizi antiquariali, mercati e fiere antiquariali.
Nel 2019, sono state denunciate 41 persone per vari reati (principalmente ricettazione e in danno del paesaggio), sequestrati 329 beni culturali illecitamente sottratti, per un ammontare stimato di 130 mila euro. Nello specifico si è trattato di 310 beni archeologici (94%) e 19 beni (6%) antiquariali. I suddetti dati confermano la rilevanza che in Sicilia riveste il problema degli scavi clandestini.
Di rilievo anche l’attività di repressione del fenomeno della contraffazione di opere d’arte contemporanee, con significativi sequestri nel peculiare settore. I falsi sequestrati sono stati 23 per un ammontare complessivo di 70.000 euro.