Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione con il neo assessore ai Beni culturali, Alberto Samonà. Si va verso ingressi contingentati, accessi su prenotazione e con dispositivi di protezione
MESSINA – La Biblioteca regionale universitaria Giacomo Longo potrebbe riaprire il prossimo 22 giugno. L’auspicio, mentre si sta costituendo un Comitato a supporto con una raccolta di firme, è della direttrice Tosi Siragusa, dopo la riunione avuta con l’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà, alla presenza dei vertici delle tre biblioteche regionali e dei dieci soprintendenti.
Nel corso dell’incontro la direttrice dell’istituzione messinese ha “evidenziato la necessità di apertura al pubblico contingentata, su prenotazione con un piano che abbiamo pronto da almeno 15 giorni. I Dpi ci sono, anche quelli raccomandati. Per qualche tipologia stiamo attendendo solo ulteriori supplementi, non avendo ricevuto la quantità chiesta. Ho dovuto richiedere al Dipartimento regionale Beni culturali i fondi per altra sanificazione oltre quella di marzo e attendo riscontro per effettuarla nei giorni 18 e 19 giugno per potere riaprire il 22 giugno. Istituirò nei prossimi giorni il comitato per il monitoraggio sulle misure di sicurezza anti covid come previsto”.
Sono stati inoltre messi in evidenza anche i problemi emersi durante le riunioni con le rappresentanze sindacali che avevano lamentato una serie di carenze che renderebbero la riapertura della Biblioteca, ritenuta a rischio per lavoratori e utenti. “Mancano divisioni in plexiglass, termo scanner, non è stata prevista la sanificazione – avevano tra l’altro scritto le segreterie provinciali di Fp Cgil e Cisl, Cobas, Sadirs e Ugl – ma soprattutto mancano le figure previste del rappresentante della sicurezza dei lavoratori e del Rspp, non è stato aggiornato inoltre il Dvr e non è stato individuato il medico”.
Tosi Siragusa ha sottolineato la pretestuosità degli attacchi ricevuti, elencando tutta una serie di difficoltà avute, dal suo insediamento nel 2018, per fare chiarezza e regolarizzare ogni cosa: dal Cpi ai condizionatori ancora imballati perché dal Dipartimento non arrivano le risorse per poterli installare. “Abbiamo fatto – ha spiegato – una convenzione con il Policlinico, partita a giugno, dopo mesi di carteggi con i vari uffici e adesso abbiamo il medico competente. Abbiamo tutti i dispositivi e sono pronta, ma lo ero già per l’ultima riunione con i sindacati, ad attivare il comitato e aprire in sicurezza”.
Da quando la Biblioteca ha lasciato via dei Verdi ed è stata dislocata su tre sedi con un costo per la Regione di 260 mila euro all’anno per fitti passivi, nessun direttore ha mai potuto produrre il certificato prevenzione incendi. Perché quelle sedi, adattate e non nate per contenere un tale carico di libri pregiati, non rispondono agli standard normativi come d’altronde tanti uffici pubblici, comprese le scuole. La sede storica di via dei Verdi è stata acquisita dall’Università, con un’operazione che sembra abbia avuto il supporto della Soprintendenza ma non il coinvolgimento dei direttori che si sono succeduti. Tosi Siragusa ha infatti avuto l’ultimo protocollo d’intesa firmato a maggio 2019 da Università e Regione Sicilia solo a luglio 2019 e su sua richiesta, dopo il sollecito ricevuto dall’Università di prelevare gli arredi in via dei Verdi.
La sede di via Primo settembre, all’interno del Palazzo arcivescovile, è quella principale, in cui si organizzano eventi, numerosi negli ultimi due anni, dove viene conservata buona parte del patrimonio librario costituito da circa cinquecentomila unità bibliografiche, tra le quali duemila manoscritti, 423 edizioni del XV secolo, 3.638 edizioni del XVI secolo, 107 pergamene sciolte, stampe, cartoline storiche e fotografie. L’Asp ha rilevato la mancanza del Cpi nel 2015 dopo un ispezione, inadempienza che si evince adesso anche dalla relazione che il professionista a cui è stato dato l’incarico nel 2018 ha prodotto dopo un anno di temporeggiamenti.
Per la Biblioteca regionale di Messina è necessaria quindi una sede idonea, un concetto che sembra essere stato finalmente metabolizzato, visto che è stata fatta rientrare nel progetto della Cittadella della cultura che sorgerà nei padiglioni dell’ex ospedale Margherita.