Turismo e agricoltura, si fatica a trovare le competenze - QdS

Turismo e agricoltura, si fatica a trovare le competenze

Michele Giuliano

Turismo e agricoltura, si fatica a trovare le competenze

giovedì 08 Novembre 2018

Addetti ai lavori riuniti nel messinese: emerge l’assenza di profili adeguati in Sicilia e le imprese non trovano quello che cercano. Capacità di comunicare, lingue straniere, alfabetizzazione informatica avanzata, disponibilità, flessibilità, gestione dei conflitti. Così, per esempio, gran parte delle professionalità richieste dal boom del mercato vinicolo siciliano è giunta da Veneto e Toscana

FLORESTA (ME) – Se il turismo e l’agricoltura possono essere il volano che farà ripartire l’economia sull’isola, in tutte le loro sfaccettature e declinazioni, per darle un nuovo volto e un futuro migliore, i siciliani non sono ancora pronti ad affrontare questo passo.
 
“Il rilancio del turismo e agricoltura in Sicilia e il paradosso delle competenze”, questo il titolo del convegno che si è svolto a Floresta, nel messinese, in cui si è trattato proprio di questo problema. L’incontro è stato l’occasione per riflettere sui difetti e limiti del mercato del lavoro.
 
Al di là del dibattito attuale sulla possibilità di rilanciare i centri per l’impiego da tutti i relatori considerati, soprattutto in Sicilia, non all’altezza dei compiti, l’attenzione è stata posta su come migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In presenza di una domanda in settori comunque trainanti, come turismo, agricoltura e servizi alla persona, molto spesso i datori di lavoro fanno fatica a trovare le competenze adeguate.
 
Servirebbe, quindi, come ha sottolineato durante il suo intervento il direttore generale di Assolavoro Agostino Di Maio, un più stretto rapporto tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Due realtà per anni rimaste separate e sempre più autoreferenziali, che dovrebbero invece trovare un punto di incontro per portare all’individuazione di profili effettivamente necessari alle imprese, persone che possano immediatamente lavorare rispondendo in pieno alle necessità del mondo del lavoro.
 
La domanda è chiara, mentre, dall’altra parte, mancano competenze tecniche, proprio in agricoltura, nell’agrotecnico e nel turismo e ricezione, e mancano altresì le competenze trasversali, “soft skills”, come capacità di comunicare, lingue, alfabetizzazione informatica avanzata, disponibilità, flessibilità, puntualità, gestire i conflitti, e altro ancora.
 
Una incompetenza generalizzata anche per la scarsa qualità degli enti, delle università, degli istituti tecnici superiori e dei loro docenti. Questo favorisce da un lato l’emigrazione intellettuale e il paradosso di cercare capitale umano all’estero pur con una disoccupazione giovanile ed un numero di Neet tra i più alti d’Europa. Un esempio, gran parte delle professionalità altamente qualificate domandate dal boom del vino e dell’agricoltura siciliane non si trovano in Sicilia e occorre farle venire dal Veneto e dalla Toscana.
 
Occorre quindi investire in formazione di eccellenza, per non correre il rischio che le imprese non possano aprire in Sicilia, non solo per la mancanza di infrastrutture materiali, ma per la mancanza di capitale umano qualificato. Da qui il paradosso dei giovani che vanno via, perché scelgono strade che non hanno un futuro sul territorio, mentre molti rimangono a casa e non possono formarsi in modo adeguato.
 
Il convegno è stato concluso da Bernadette Grasso, assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, che ha rappresentato come il settore pubblico, in tutte le sue articolazioni, costituisce un freno e non aiuta neanche il settore del mercato del lavoro, anzi.
 
“Il pubblico deve fare poche cose, essenziali e bene – ha detto l’assessore – assicurare le infrastrutture e incentivare i servizi di qualità. Il problema non sono le risorse, ma la capacità gestionale che negli anni si è ridotta, giungendo ad una situazione di paralisi”. Basti vedere la performace sull’utilizzo dei fondi Ue, che dalla prossima programmazione diminuiranno e verranno gestiti in maniera centralizzata.

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