Presentato il rapporto Caritas-Legambiente ispirato all’enciclica “Laudato si”. Ma l’Isola è anche la prima regione meridionale per potenzialità
PALERMO – La Sicilia è al quarto posto tra le regioni italiane per la maggiore incidenza delle fragilità sociali e ambientali combinate ma è anche la prima delle meridionali tra quelle con le maggiori potenzialità e risorse. Una rilevazione che arriva dal rapporto Caritas-Legambiente “Territori civili. Indicatori, mappe e buone pratiche verso l’ecologia integrale” che è stato presentato ieri in occasione del quinto anno della pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco che ha profondamente inciso sul dibattito politico contemporaneo.
DISAGIO SOCIALE E CRISI AMBIENTALE
Il rapporto di ricerca approfondisce, si legge in una nota di Caritas Italiana, il “legame tra la dimensione ecologica di attenzione alla ‘casa comune’ e la dimensione della povertà e del disagio sociale”. Lo studio presenta una notevole mole di dati statistici, che “consentono di mappare il territorio italiano in base alle fragilità e alle risorse sociali e ambientali, e riporta i risultati di uno studio qualitativo in 12 territori, all’interno dei quali sono presenti forme innovative di attivazione della società civile, in entrambe le dimensioni”.
La lettura combinata delle fragilità sociali e ambientali è stata realizzata grazie ai 35 parametri presi in esame in questa ricerca. La classifica è meno scontata del solito, infatti, pur mantenendo le prime cinque nella tradizione centro meridionale (Campania, Puglia, Lazio, Sicilia e Sardegna), la top ten delle peggiori ospita anche la Toscana e l’Emilia Romagna, in mezzo a loro la Calabria, e poi Liguria e Lombardia rispettivamente al nono e al decimo posto.
RISORSE E POTENZIALITÀ
Dall’altra parte troviamo la graduatoria relativa alle risorse ambientali e sociali che possono “intervenire anche in risposta e/o a supporto delle condizioni di bisogno, andandone a ridimensionare in qualche modo entità e gravità”. A questo proposito si considerano, ad esempio, una serie di misure di welfare, in termini di contrasto alla povertà, dell’assistenza agli anziani, dell’offerta sanitaria e dell’offerta educativa pubblica per l’infanzia. In quest’ottica la presenza dei centri di ascolto Caritas “può rappresentare un elemento di ricchezza dei territori, sia in termini di risposta al bisogno sociale ma anche in termini animativi e di promozione del volontariato”.
Tra le risorse sociali sono considerate le attività di volontariato mentre, rispetto al tema lavoro, i livelli di innovazione del sistema produttivo, il numero di start-up e un’alta incidenza di giovani laureati costituiscono elementi di grande potenzialità e sviluppo.
Per le risorse ambientali sono stati scelti otto ambiti di rilevazione: rifiuti, energia, agricoltura, rischio idrogeologico, aree protette, imprese e lavoro, certificazione ambientale e mobilità. In questa graduatoria dominano le regioni settentrionali e centrali (podio con Lombardia, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige) che occupano le prime nove posizioni della classifica con l’eccezione proprio della Sicilia che si prende il decimo posto.
Merito dell’ampia diffusione dell’agricoltura biologica (385 mila ettari, prima regione d’Italia) e delle “grandi potenzialità in termini demografici, quindi alti tassi di natalità e alta incidenza di giovani under 35” e delle potenzialità “sul fronte del contrasto alla povertà: può infatti disporre di una fetta importante del Fondo Povertà istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (pari al 15,2% del totale dei fondi nazionali) e può anche contare su una quota consistente dei Fondi PON Inclusione co-finanziati dal Fondo Sociale Europeo (pari a 22,7 euro per abitante)”. Inoltre, la Sicilia è poi una regione molto attiva sul fronte della progettazione sociale rispetto al Servizio civile nazionale.