Messina, tra “sceneggiate” e “asini volanti” - QdS

Messina, tra “sceneggiate” e “asini volanti”

Messina, tra “sceneggiate” e “asini volanti”

martedì 09 Febbraio 2021

In pochi si sono sorpresi quando il sindaco De Luca ha deciso di ritirare (di nuovo) le proprie dimissioni. Ora il primo cittadino pensa al futuro, ma in Consiglio i malumori sembrano aumentare

MESSINA – Dopo l’ultimo surreale appuntamento social la città è ripiombata nella realtà e nelle tante questioni ancora aperte che aspettano una soluzione. Siamo ancora in piena pandemia, ci sono imprese al collasso – con tanti imprenditori che sabato sono tornati in piazza a protestare – e c’è la sfida sbaraccamento sempre aperta.

Per affrontare questi e tanti altri temi serve interagire con le varie istituzioni e non certo una campagna elettorale fino alle prossime regionali. Il sindaco Cateno De Luca non ha mai nascosto di aspirare alla Presidenza della Regione, ma si è anche impegnato per due mandati da sindaco. La rappresentazione delle dimissioni annunciate e ritirate è ormai diventata un classico nel repertorio del primo cittadino e non è detto che non venga riproposta da qui alla scadenza del mandato amministrativo. Sempre che non sia il Consiglio, nel frattempo, a optare per la sfiducia visto che lo scontro con il primo cittadino ha assunto nei giorni scorsi livelli surreali, culminati con una “black list” – con fuori solo i cinque componenti del gruppo misto, che hanno votato a favore della mozione pro De Luca – che contiene i nomi di quegli “asini volanti” che non possono neppure accedere alla sua stanza.

Il sindaco, dal canto suo, ha annunciato che non metterà più piede in Consiglio fino a quando sarà presieduto da Claudio Cardile, lasciando tutte le deleghe (Finanze, Partecipate e Programmazione economica, Rapporti con il Governo e le Istituzioni regionali e nazionali, Rapporti con il Consiglio, Risorse umane, Polizia municipale) al vice sindaco Carlotta Previti e all’assessore Dafne Musolino.

De Luca ha affermato di voler dar vita a una nuova fase amministrativa “per poter realizzare gli altri punti del programma. Finora molte cose sono state fatte, dal risanamento dei conti del Comune e della Città metropolitana, alla battaglia a Palazzo Zanca contro la classe dei burocrati scadenti e senza il senso del dovere, dai tagli ai premi produttività non dovuti, al miglioramento dei servizi con le nuove partecipate e alla fine delle esternalizzazioni fatte con appalti di favore”.

Il primo cittadino ha detto di non aver voluto lasciare la città a un commissario regionale, sottolineando di aver vinto la propria battaglia contro l’Asp, nonostante la rimozione del dg Paolo La Paglia – condizione che aveva posto per rimanere alla guida di Palazzo Zanca – alla fine non sia arrivata. Il giorno dopo la sua decisione “ogni nodo si è sciolto. Così Paolo La Paglia si è potuto spontaneamente presentare in Procura – ha detto De Luca – per rendere dichiarazioni su fatti e misfatti di cui, grazie alle mie denunce pubbliche, sono piene le pagine dei giornali e quelle dei social da almeno due mesi. E sempre in maniera spontanea, Maria Grazia Furnari, neo commissario, in un’intervista ha raccontato del disastro organizzativo trovato al suo arrivo all’Asp: dati sui contagi scritti a penna su fogli Excel; positivi che finita la quarantena venivano lasciati a casa senza comunicazioni; laboratori di analisi ingolfati da tamponi per mancanza di personale”.

Perché esasperare i rapporti con il Consiglio? Un Civico consesso che in questi anni ha votato tutti gli atti importanti che l’Amministrazione ha portato in Aula, con le ultime delibere, contratti di servizio e previsionale, esitate in soli due sedute. Questo malgrado De Luca non abbia suoi consiglieri, dato che nessuna delle sue sei liste è arrivata a superare lo sbarramento del 5%. Adesso in Aula c’è un fronte critico (Pd, LiberaMe, M5s, parte di Sicilia futura) che si è compattato e gruppi come “Ora Messina” e “Ora Sicilia” sempre più insofferenti.

Neppure il centrodestra condivide gli atteggiamenti del sindaco e da FI e Lega è arrivato l’invito a trovare un punto di convergenza. Ma è qui che De Luca continuerà ad avere supporto: basti pensare all’intervento durissimo di Libero Gioveni di FdI, che però ha poi votato sì alla “mozione di fiducia”. Ma se le proposte sono a beneficio della città nessuno alla fine si potrà tirare indietro. E questo il sindaco lo sa.

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