“I suoi dipendenti non direi: sono le persone più garantite perché, se licenziate, usufruiranno della cassa integrazione. Diverso è il discorso per l’indotto del turismo: albergatori, ristoratori e commercianti sono stati costretti a ridurre personale, servizi e approvvigionamenti. È presto per fare stime, ma tenga conto che la sospensione delle attività di Wind Jet è andata a sommarsi al -2,6% registrato dal comparto nei primi 8 mesi del 2012. Complice la chiusura per manutenzione dell’aeroporto di Catania a novembre prossimo, a fine anno il tasso di riempimento delle strutture ricettive in Sicilia forse non arriverà al 30%”.
“A partire dalla fatidica giornata della sospensione dei voli Wind Jet, le agenzie di viaggi si sono messe a disposizione della clientela per dare informazioni e assistenza. È da biasimare, invece, il comportamento di alcuni dettaglianti che non hanno rinunciato alle ferie. Per lo stesso motivo i telefoni squillavano a vuoto negli assessorati al turismo. Poi mi lascia perplesso che nessuno del governo nazionale abbia preso in considerazione il salvataggio non dico della compagnia, ma almeno del passeggero. E dire che per evitare l’acquisto di un nuovo biglietto ai passeggeri Wind Jet – non la chiamino riprotezione, per favore – sarebbero bastate poche decine di milioni di euro, un’inezia rispetto ai 10 miliardi di euro di debiti scaricati sulle spalle dei contribuenti per salvare la vecchia Alitalia”.
“Nel fondo di garanzia votato nel 2008. Tengo a precisare che esso non è formato solo dallo Stato: i privati avrebbero dovuto versarvi 0,5 euro per ogni passeggero. Con questa sorta di cooperativa gigante si sarebbe potuto salvaguardare l’utente. E, invece, niente: cominciata l’emergenza, i nostri organizzatori hanno scoperto con grande sorpresa che il fondo era vuoto”.
“Assolutamente no. Per contratto l’agenzia deve versare agli aventi diritto, in questo caso Wind Jet, le somme ricavate per conto degli stessi. Se non lo facesse, incorrerebbe in sanzioni nazionali e internazionali per morosità nei confronti della compagnia. Le somme possono essere richieste indietro solo una volta versate, a meno che il giudice non ne disponga il sequestro conservativo presso l’agenzia in seguito alla denuncia del cittadino”.
“Ma come poteva Riggio sentirsi tranquillizzato dalla trattativa con Alitalia? Aveva letto il contratto? Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto di una cosa: visto che è stato possibile mettere in discussione il contratto una volta emerse le riserve dell’Antitrust, doveva esserci una clausola talmente pesante da poter bloccare tutto”.
“Al di là del caro carburante, ci sono degli ostacoli strutturali: basti pensare che gli imprenditori siciliani pagano il 2,75% in più dei loro colleghi del Centro e del Nord per le scoperture bancarie. Non dimentichiamo poi che la Sac gestisce male l’aeroporto catanese. E, d’altra parte, nessuno ha chiesto a Wind Jet di applicare delle tariffe sociali”.
Giuliana Gambuzza
Twitter: @GiulyGambuzza