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Punti nascita chiusi nelle isole minori, caso giunge all’Ars

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Punti nascita chiusi nelle isole minori, caso giunge all’Ars

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mercoledì 24 Marzo 2021

Le proteste degli abitanti delle isole Eolie e Pantelleria hanno raggiunto l'Assemblea Regionale Siciliana. Ordine del giorno presentato dai deputati Grasso, La Rocca Ruvolo, Lo Curto e Bulla.

I punti nascita nelle isole di Sicilia sono ancora
chiusi e la problematica, soprattutto in seguito alle continue proteste degli
abitanti delle isole Eolie e di Pantelleria, approda all’Assemblea
Regionale Siciliana
. Un ordine del giorno è stato presentato dai deputati Bernadette
Grasso
e Margherita La Rocca Ruvolo di Forza Italia, Eleonora Lo
Curto
e Giovanni Bulla, dell’Udc, per impegnare la giunta Musumeci
“a richiedere al Ministero della Salute apposita deroga per la sussistenza
dei punti nascita nelle Isole minori siciliane come condizione essenziale per
garantire il diritto alla salute alle donne in gravidanza che vi risiedono e
che non possono subire discriminazioni e al contempo disagi non indifferenti al
momento del parto”.

“Riteniamo – puntualizzano i parlamentari – che questo
tema sia di fondamentale importanza e meriti un confronto tra governo regionale
e governo Draghi per giungere alla soluzione auspicata. La rete
ospedaliera siciliana – evidenziano i firmatari – va potenziata avendo
attenzione particolare anche ai punti nascita nelle Isole minori ed ai reparti
di ginecologia, ostetricia e neonatologia nelle stesse.

Già con la legge di stabilità regionale, in corso di
approvazione è stato previsto l’aumento del contributo economico da 3 mila e
5 mila euro
per le spese che le donne isolane in gravidanza sono obbligate
ad affrontare per visite specialistiche in altri ospedali siciliani e che
comportano spostamenti e anche pernottamenti fuori sede, con conseguente stress
psicologico per i nuclei familiari in attesa della nascita del figlio”.
Alle Eolie le partorienti ormai da anni sono costrette ad “emigrare”
negli ospedali di Patti, Milazzo, Messina e Catania.

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