Ormai sembra chiaro che nemmeno quella che dovrebbe essere (sulla carta) la più alta forma di restrizione presente in Italia per contrastare l'emergenza Covid funzioni più
L’ottimismo di ieri del commissario straordinario Costa, e non solo suo, si sta inesorabilmente scontrando con i dati di ieri e di oggi: Palermo è ancora un malato da zona rossa. Sembra davvero difficile, se non impossibile, che il 23 aprile si possa riaprire tutto.
Non solo: ormai sembra chiaro che nemmeno quella che dovrebbe essere (sulla carta) la più alta forma di restrizione presente in Italia per contrastare l’emergenza Covid funzioni più.
E questo potrebbe essere un qualcosa di molto pericoloso, per il proseguo della pandemia. Anche perché questo campanello d’allarme non arriva solo da Palermo, ma anche da due Regioni sempre del Sud, come la Campania e la Puglia, rispettivamente prima e terza nella classifica dei contagi oggi.
Un bel problema, visto che la Campania fino a domenica è stata zona rossa per 5 settimane e ha ancora quasi 2000 casi al giorno, mentre la Puglia è zona rossa anche lei da due settimane e vede i contagi salire e non scendere, tanto che qualche malato è stato costretto ad essere accolto in ospedali di altre regioni, dato che a Bari e dintorni le terapie intensive sono praticamente piene.
I DATI DI PALERMO
Non è un segreto che le restrizioni ormai fermano in pochi, anche perchè non c’è nessun tipo di divieto alla circolazione (i controlli, diciamolo, sono blandi e comunque con l’autocertificazione si va dove vuole), il coprifuoco è rispettato sempre bene e sopratutto non c’è nessun divieto per una delle cose in assoluto più pericolose, ovvero le visite in casa. Dove si becca il virus con più facilità.
Se a tutto questo, che nemmeno lontanamente è un lockdown, aggiungiamo la maggior contagiosità della variante inglese (ormai predominante), si capisce che “contenere” l’epidemia è davvero molto, molto complicato.
Tornando alla questione Palermo, c’è da aggiungere che parliamo di dati spesso incompleti e imprecisi, tra l’altro. I contagi per 100.000 abitanti sarebbero 256, ora come ora, quando il limite dove scatta automaticamente la rossa è 250.
Difficilmente tra domani e dopodomani si scenderà sotto questa soglia, ma con i dati siciliani e i misteri dell’Rt, anche questo sarebbe possibile.
Non sono forniti, come nelle settimane scorse, i dati comune su comune della Provincia, ma si sa che in molte zone, come in quella di Partinico, dove nonostante la zona rossa i contatti non diminuiscono.
Dunque, in caso di zona rossa, fino a quando? Almeno fino al 26 aprile (compreso), ma non si esclude anche fino al 3 maggio.
LA RABBIA DEI COMMERCIANTI
E i commercianti sono, di fatto, gli unici veramente penalizzati da quasi 3 settimane, che potrebbero allungarsi, di zona rossa. Unici a rispettare le disposizioni del Governo.
Ieri c’è stata una manifestazione a Caltanissetta davanti Palazzo del Carmine: ristoratori, parrucchieri, titolari di negozi hanno esposto al sindaco Roberto Gambino e agli assessori i loro problemi dovuti alla pandemia proponendo alcune soluzioni e chiedendo di farsi portavoce con le istituzioni regionali e nazionali.
“Chiediamo – dice Michele Tornatore, ristoratore – che vengano eliminate le zone a colori (gialle, arancioni e rosse) perché se siamo ancora a parlare di contagi evidentemente qualcosa non ha funzionato”.
Il presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio continua nella sua battaglia per le riaperture, che in un’intervista a qds.it ha detto: “Chiaramente la zona rossa non ha funzionato, e siamo qui a pagare danni incalcolabili. Continuare sarebbe inutile. Abbiamo già chiesto riaperture e siamo pronti a delle iniziative, come quella di chiedere i danni una volta che tutto questo sarà finito”.