Bayer condannata a risarcimento danni per farmaco Lipobay - QdS

Bayer condannata a risarcimento danni per farmaco Lipobay

Bayer condannata a risarcimento danni per farmaco Lipobay

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lunedì 10 Maggio 2021

Sconfitta in Cassazione per il colosso farmaceutico Bayer condannato a risarcire i danni alla salute provocati dal suo farmaco anticolesterolo Lipobay – ritirato volontariamente dal commercio nel 2001 – a un medico veneziano che nel 1999 aveva iniziato ad assumere il prodotto per poi sviluppare seri problemi ai muscoli e alla respirazione, con conseguenti ricoveri.

FOGLIETTO ILLUSTRATIVO DEL FARMACO POCO CHIARO

Non è nota la cifra del risarcimento. Gli ‘ermellini’ hanno escluso che il bugiardino fosse sufficientemente chiaro ad informare dei rischi correlati all’assunzione del farmaco definito “dannoso e difettoso”.

la Cassazione scrive il suo ‘decalogo’ e avverte che il foglietto illustrativo dei farmaci non deve sostanziarsi “in una mera avvertenza generica circa la non sicurezza del prodotto”. E’ invece “necessaria” una “avvertenza idonea a consentire al consumatore di acquisire non già una generica consapevolezza in ordine al possibile verificarsi dell’indicato pericolo in conseguenza dell’utilizzazione del prodotto bensì effettuare una corretta valutazione (in considerazione delle peculiari condizioni personali, della particolarità e gravità della patologia nonché del tipo di rimedi esistenti) dei rischi e dei benefici al riguardo, nonché di adottare tutte le necessarie precauzioni volte a evitare l’insorgenza del danno, e pertanto di volontariamente e consapevolmente esporsi al rischio”. Il consumatore sarà chiamato a rispondere di concorso di colpa nel caso “di sottovalutazione o abuso del farmaco”.

LA REAZIONE AVVERSA DI ROBERTO T., “MIOPATIA DEI CINGOLI”

Senza successo, la difesa di Bayer ha contestato in Cassazione il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Venezia il 27 febbraio 2018 che aveva liquidato i danni non patrimoniali al medico rimasto ‘vittima’ del Lipobay, il dottor Roberto T. il quale aveva sviluppato la “miopatia dei cingoli” in seguito all’assunzione del prodotto del quale era venuto a conoscenza tramite gli informatori scientifici della società farmaceutica.

Ad avviso della Suprema Corte, correttamente i giudici di merito hanno ravvisato “l’esistenza nella specie della difettosità del farmaco al momento della relativa commercializzazione a cagione del principio attivo (cerivastatina) in esso contenuto, determinante l’accentuato rischio di malattie del muscolo rispetto a dosi equipollenti di altre statine, e, pertanto, una minore sicurezza del medesimo rispetto ad altri farmaci della stessa categoria (ipocolesterolemizzanti)” come evidenziato dalla Ctu. Gli ‘ermellini’ rilevano inoltre che il ritiro del farmaco dal commercio, “pur se volontario, depone invero per la violazione del principio di precauzione anteriormente all’immissione in commercio”. Quindi anche quando Big Pharma corre ai ripari, il ‘ravvedimento’ è una ‘attenuante” .

IL LEGALE DELLA VITTIMA: “BATTAGLIA DURATA VENT’ANNI”

“E’ stata una battaglia durata 20 anni quella contro la Bayer per i danni provocati dal Lipobay a un medico di Mira (Venezia) che ha dovuto ritirarsi dalla professione per gli effetti del farmaco e per un periodo è stato anche in sedia a rotelle. E’ la prima vittoria in Italia contro questo colosso farmaceutico che ha combattuto anche in Cassazione per non dare il risarcimento, non tanto per la cifra in sè, ma per evitare il precedente sfavorevole”. Così l’avvocato Luigino Maria Martellato con studio a Dolo (Ve) commenta il verdetto vittorioso ottenuto in Cassazione in favore di suo Roberto T., ex medico di famiglia e odontoiatra.

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