Il ministro per lo Sviluppo economico: manifestazioni d’interesse crescono di giorno in giorno, le stiamo valutando. Scajola vuole il bando internazionale. Marcegaglia: ben venga, se è in linea con leggi di mercato
PALERMO – “Ci sono tante diverse intenzioni che sono state rappresentate. Crescono di giorno in giorno, sono diventate 16, le stiamo valutando con attenzione, ponderatezza e trasparenza, ma cerchiamo di fare di più e stiamo provando a fare un bando internazionale per chiedere altre eventuali manifestazioni d’interesse”.
Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, a margine del Forum economico del Mediterraneo, tornando a parlare della vicenda dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Non più 14, dunque, ma 16 le proposte d’interesse per rilevare lo stabilimento di Termini Imerese che la Fiat chiuderà l’anno prossimo. Non solo. Scajola ha annunciato un bando internazionale per manifestazioni di interesse.
Un allargamento delle possibilità o, secondo alcune voci, la volontà di trovare altre proposte vista l’inconsistenza dei progetti fin qui presentati al ministero per lo Sviluppo economico?
In ogni caso, secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il bando internazionale per le manifestazioni di interesse per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, “se potrà portare varie opportunità di mercato, ben venga’’. Marcegaglia ha ribadito il punto di vista di viale dell’Astronomia sul tema: “La nostra idea – ha detto – è che non si possono tenere in vita siti improduttivi. Bisogna piuttosto pensare a reimpiegare le persone".
Per la leader degli industriali, dunque, “ogni scelta che verrà fatta’’ per lo stabilimento Fiat siciliano “deve essere di mercato’’.
Da Catania, dov’era impegnato, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha continuato le sue critiche all’azienda torinese: “Termini Imerese è il simbolo del fatto che Fiat abbia sostanzialmente la testa altrove, più che in Italia o in Sicilia”.
Ovvero: Stati Uniti (Chrysler) e gli stabilimenti in giro per l’Europa che riescono a produrre auto Fiat a costi decisamente minori. Quello che sta succedendo in questi giorni è sotto gli occhi di tutti: dopo la fine degli incentivi statali, il mercato dell’auto è in stagnazione. Fiat ha chiuso per due settimane tutte le unità produttive e ha fatto ricorso alla cassa integrazione.
Epifani ha continuato: “La soluzione dev’essere quella industriale, poi bisogna vedere con chi. Altre cose si possono aggiungere ma non bisogna muoversi dal settore auto. Bisogna trovare una soluzione al problema – ha detto Epifani – la Fiat non può disimpegnarsi e bisognerà continuare a produrre automobili perchè è l’unico settore in grado di consentire un’occupazione di quelle dimensioni. Bisogna accelerare la soluzione perché il tempo sta passando”.