Usa, social sotto accusa, la talpa, Facebook "pericoloso" - QdS

Usa, social sotto accusa, la talpa, Facebook “pericoloso”

Usa, social sotto accusa, la talpa, Facebook “pericoloso”

lunedì 04 Ottobre 2021

Un'ex dipendente accusa il sistema e in particolare Fb, di aver contribuito all'attacco di Capitol Hill e alla polarizzazione politica Usa. La risposta del vicepresidente del Social, "Fuorviante"

Parlerà domani davanti al Congresso americano l’ex dipendente di Facebook che accusa il social di aver contribuito alla polarizzazione delle politica americana e, addirittura, all’attacco al Congresso a Capitol Hill, rinunciando, per denaro, ai controlli imposti per le elezioni del 2020.

A denunciare il colosso di Mark Zuckerberg di aver messo i “profitti al di sopra della sicurezza” del pubblico è Frances Haugen, l’ex dipendente che ha fatto sprofondare la società nella sua crisi più profonda dai tempi di Cambridge Analytics.

Fb ha nascosto ricerche

In un’intervista a “60 Minutes”, Frances Haugen, 37 anni, ha raccontato di aver presentato denunce alla Sec, la Consob americana, nelle quali accusava Facebook di aver nascosto le sue ricerche e i suoi studi agli investitori e al pubblico.

“Ho visto ripetutamente – ha detto – conflitti di interesse fra quello che era buono per il pubblico e quello per che era buono per Facebook. E Facebook ogni volta ha scelto quello che era meglio per i propri profitti”.

“C’era un piano di sicurezza” – ha rivelato la donna, assunta nel 2019 come ingegnere informatico addetta ai dati -, e di controlli sui messaggi d’odio e sulla disinformazione che apparivano su Facebook, ma “dopo le elezioni presidenziali del 2020 qualcosa è cambiato”.

Algoritmi cambiati e messaggi d’odio

Gli algoritmi sarebbero cambiati, il sistema sarebbe diventato “meno sicuro” e la piattaforma social avrebbe allentato la censura dei messaggi d’odio e i contenuti che disinformavano sul risultato elettorale, finendo per favorire la diffusione dei messaggi sui presunti brogli. 

Haugen, che domani sarà ascoltata dal Congresso, ha raccontato di aver deciso di intraprendere questa battaglia perché ha perso una persona cara a causa delle teorie cospirazioniste che circolavano sui social.

Instagram e la depressione

Riguardo Instagram, ha sostenuto che impatta in modo drammatico sulle adolescenti.

“Una ricerca realizzata da Facebook – ha raccontato – dice che le giovani donne che seguono contenuti legati al disordine alimentare, più seguono questi temi e più entrano in depressione. E questo porta a usare Instagram di più”.

Frances Haugen ha detto di aver lavorato in diversi social ma di aver trovato in Facebook, dove molti utenti avevano denunciato quanto stava avvenendo, la situazione peggiore.

La difesa di Facebook

“I social media hanno avuto un forte impatto sulla società negli ultimi anni”, ma le prove “non sostengono l’idea che Facebook, o i social media in generale, siano la causa primaria della polarizzazione” è stata la difesa di Nick Clegg, vicepresidente di Fb per gli Affari Globali, in una email ai dipendenti in cui definisce le accuse “fuorvianti”.

La propaganda russa in America

Già nel dicembre del 2018 era stata presentata dal Senato americano una ricerca del Computational Propaganda Project dell’Università di Oxford e dalla società di analisi dei social network Graphika, in cui si affermava che i social erano stati sfruttati negli Usa per diffondere propaganda russa a favore della radicalizzazione politica e, sostanzialmente, per far eleggere Trump. E per influenzare la Brexit.

Gli autori del rapporto avevano criticato la “risposta tardiva e non coordinata” delle aziende tecnologiche. Facebook e Twitter avevano precedentemente ammesso l’interferenza russa.

Capitol Hill e l’account di Trump

Dopo l’attacco a Capitol Hill, Twitter aveva sospeso l’account di Trump, che aveva otto milioni di followers, e l’ex presidente americano nei giorni scorsi ha chiesto alla magistratura che venga riattivato.

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