Vitivinicoltura, 138 milioni per galleggiare - QdS

Vitivinicoltura, 138 milioni per galleggiare

Vitivinicoltura, 138 milioni per galleggiare

mercoledì 07 Ottobre 2009

Consegnato all’assessore regionale all’Agricoltura il rapporto che individua le risorse finanziarie disponibili per il settore. Cimino: “Da qui al 2013 puntiamo a migliorare l’organizzazione di produzione e mercato”

PALERMO – Il tavolo tecnico costituito a settembre scorso per avviare le misure anticrisi per la vitivinicoltura siciliana e, in particolare, per il mercato del vino, è tornato a riunirsi nei locali dell’assessorato regionale all’Agricoltura e Foreste. Il dipartimento Interventi strutturali ha consegnato all’assessore Michele Cimino il rapporto che individua il percorso per la mobilitazione delle risorse che l’Ocm, il Psr e la legge regionale 19 del 1995 destinano al settore, dalla produzione alla commercializzazione.
Sull’argomento, Cimino sa bene quali difficoltà incontra oggi il settore e dichiara: “Abbiamo individuato 138 milioni di risorse che saranno utilizzate per correggere le annose disfunzioni della filiera vitivinicola siciliana, che continuano a creare effetti negativi sul reddito dei produttori. Il progetto di ‘risanamento’ – aggiunge Cimino –  sarà naturalmente discusso e concertato con le rappresentanze sindacali di categoria. Si interverrà, in particolare, sulla riconversione e ristrutturazione dei vigneti, la distillazione dell’ alcol per la campagna 2011-2012, e la promozione dei vini nei mercati dei Paesi terzi”.
Diverse le cause di crisi del settore individuate dal rapporto. Cimino ha spiegato che “oltre alla pesanti difficoltà dovute ai prezzi di acquisto delle uve, che non garantiscono più un reddito alle 62 mila aziende agricole vitate, le imprese hanno risentito, in modo rilevante, anche della riduzione dei consumi alimentari, cosa che investe soprattutto gli imprenditori che operano nella prima fase della filiera”. “A tutto questo – prosegue l’assessore – vanno aggiunti i problemi legati all’aumento, a livello nazionale, delle quantità prodotte di uve da vino, e alle gravi carenze della commercializzazione causate dall’insufficiente organizzazione interna delle cooperative, in termini di figure professionali qualificate, e dall’indirizzo produttivo delle aziende, rivolto prevalentemente all’offerta di vini sfusi, mosti e vini da avviare alla distillazione, che in alcune campagne hanno superato 1.500.000 ettolitri”.
Cimino ricorda che “il fatturato del vitivinicolo regionale è di circa 700 milioni di euro, quello delle cantine è di circa 250 milioni (100 di vino sfuso, 150 di vino imbottigliato) prodotto però solo dal 10-15% delle 78 cantine esistenti. Un dato chiaro. A partire dal quale, l’obiettivo, a lungo termine, sarà creare filiere virtuose, diminuendo la produzione in eccesso e orientando la produzione verso altri mercati attraverso il controllo dell’offerta”. “Tre saranno le direttrici – conclude l’assessore –  l’orientamento verso destinazioni certe di mercato prodotto da un 25% di vigneti eccedenti; il riposizionamento dei 119mila ettari vitati, secondo il Piano concordato con le associazioni di categoria; e la razionalizzazione delle cantine sociali”.
 


Grano, ispezioni a importazioni negativi i primi risultati
 
PALERMO – “Sono state intensificate le ispezioni di partite di grano che arrivano in Sicilia da altri Paesi. Il 23 e 24 settembre scorso gli agenti del corpo forestale dell’assessorato all’Agricoltura e gli ispettori dell’assessorato alla Sanità della Regione, hanno prelevato campioni di grano duro nei comprensori di Modica (Ragusa) e Catania, trasferendoli, poi, ai centri di analisi specializzati”. A dirlo è l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino.
I campioni prelevati a Modica (provenienti dalla Francia e dalla Grecia), sono stati consegnati all’Asca (l’unità operativa della Regione specializzata sulla certificazione in agricoltura che ha sede a Ispica, nel ragusano), e alla Cofilcarni (il consorzio accreditato al sistema nazionale per l’accreditamento dei laboratori prova, Sinal). Le analisi di laboratorio non hanno rilevato residui di fitofarmaci (micro tossine) fuori dalla soglia consentita per  legge. I campioni prelevati, invece, dai Silos arrivati al porto di Catania dal Kazakistan e dalla Francia sono stati trasferiti all’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente dell’assessorato Sanità, specializzata nelle analisi della radioattività. I risultati sono attesi in settimana.

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