Tutte le criticità sulla qualità dell’aria nel dossier Legambiente che “boccia” la città: polveri sottili e biossido d’azoto hanno raggiunto livelli di guardia
SIRACUSA – A Siracusa come in quasi tutti i capoluoghi di provincia d’Italia l’emergenza smog resta un problema cronico.
Lo si evince chiaramente dal dossier “Mal’aria di città 2022. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities” pubblicato da Legambiente. Si tratta di un rapporto dettagliato in cui viene fotografato lo stato della qualità dell’aria nei 102 capoluoghi di provincia italiani.
Nel report di Legambiente sono stati analizzati e interpretati i dati del 2021 di 238 centraline per il monitoraggio dell’aria. Le centraline in questione, definite di fondo o di traffico urbano, servono per rilevare le concentrazioni dei principali inquinanti monitorati dalle autorità competenti. I parametri che sono stati presi in esame dall’associazione ambientalista riguardano le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (No2). Sui 102 capoluoghi di provincia presi in esame, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Per quanto riguarda la città di Siracusa, dal rapporto, si evince che sia le polveri sottili Pm10 e PM2.5 che il biossido d’azoto hanno raggiunto livelli di guardia. La concentrazione media annuale è la seguente: per le Pm10 è di 21µg/mc (Microgrammi per millimetro cubo), a fronte di un limite di 15µg/mc; per le Pm2,5 di 9 µg/mc a fronte di un limite fissato in 5µg/mc; per il biossido di azoto è di 15µg/mc a fronte di un limite di 10 µg/mc. Di conseguenza le riduzioni necessarie sono rispettivamente del 27%, del 43% e del 31%.
Il rapporto di Legambiente si basa sull’aggregazione di dati elaborati dall’Arpa Sicilia provenienti dalle centraline cittadine che a Siracusa sono quattro: Pantheon, Pizzuta, Specchi e Teracati. Non viene fatta una distinzione fra le sorgenti che causano tali rilevamenti, senza che ciò significhi una sottovalutazione del contributo delle emissioni inquinanti provenienti dalle aree industriali prossime ai capoluoghi.
“Con 70 auto ogni 100 abitanti, Siracusa ha un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Italia – scrive in una nota Legambiente Siracusa – . L’offerta di Trasporto Pubblico è ancora molto bassa e in città ci si continua a muovere quasi esclusivamente con mezzi privati. I timidi passi avanti fatti di recente con le due nuove linee di collegamento con il centro storico avvenuto la scorsa estate, evidentemente non bastano. Occorre affrontare e risolvere il problema della storica inefficienza del servizio di trasporto urbano affidato all’Ast”.
“Abbiamo salutato – e lo ribadiamo qualora ce ne fosse bisogno – come una positiva novità, la realizzazione di diversi chilometri di corsie e piste ciclabili in città a partire dalla scorsa estate – prosegue Legambiente – . Tuttavia, lo slancio inizialmente dimostrato dall’amministrazione nel realizzare in tempi brevi le corsie a raso, sembra essere venuto meno al momento di completare la prima pista in sede protetta di Viale Tunisi – Via Algeri, i cui lavori si sono svolti a rilento”.
“Aspettiamo fiduciosi – concludono gli ambientalisti – l’apporto positivo che avranno sicuramente i nuovi bus elettrici di cui si è dotata l’Amministrazione, ma che ancora non ci risulta siano entrati in funzione. Quello che manca è ancora un progetto complessivo per ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo”.
Infine Legambiente afferma che “Per un decisivo miglioramento della qualità dell’aria delle città vicine alle zone industriali – come Siracusa, Augusta, Priolo e Melilli – rimane essenziale l’aggiornamento e l’approvazione del Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria”.